Gelosia.

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La vita nel loft non è assolutamente tutta rose e fiori come fanno vedere le telecamere del programma, è difficile non avere contatti con il mondo esterno e non sapere cosa pensano di te le persone.
Per i concorrenti fidanzati forse era anche peggio, dovevano riporre tutta la loro fiducia nel compagno e levarsi dalla testa tutte le paranoie per rimanere concentrati sul programma.
Per questo mi ritenevo una persona fortunata, non avevo di questi problemi, o almeno fino ad oggi.
Era bello ed anche una tortura avere Alex con me.
Non ero abituato a condividerlo con nessuno, capitemi sono l'unico figlio maschio dei miei genitori e l'ultimo, quindi è ovvio che io non sia capace di condividere e sia un po' viziato.
Quando Alessio entrò nella mia vita diventò mio, solo mio, eravamo sempre insieme e gelosi l'uno nei confronti dell'altro, quindi penso sia normale che io sia geloso mentre sul divano difronte al mio una civettuola Enrica si spalma addosso al mio uomo.
Oh dio.
Quanto non la sopporto.
Il mio odio crebbe quando si sedette sulle gambe di Alex e si mire a parlargli nelle orecchie come i bambini.
Nessuno le ha insegnato le buone maniere a quella?!
< Genn > mi richiamò Alex < stai bene? Sei rosso > mi chiese un po' preoccupato, ma senza togliersi il cespuglio da dosso.
Come non riusciva a vedere la gelosia che mi usciva da ogni fottuto poro?
Respirando profondamente mi passai una mano tra i capelli.
< Nulla > sorrisi alzandomi e sistemando le grinze sulla camicia < uscirò a fumarmi una sigaretta con Gio >
Appena misi piede sul terrazzo del loft notai subito un Giovanni Sada ridacchiante.
< Che vuoi? > borbottai mentre gli rubavo dalla tasca della felpa tabacco, filtri e cartine.
< Cosa ti affligge pulcino? > mi domandò a sua volta.
Lo fulminai con lo sguardo.
< Sai che non si risponde con una domanda ad una domanda? > gli feci notare mentre mettevo la giusta quantità di tabacco sulla cartina < e poi smettila di chiamarmi così Sada >
Mi imbronciai ulteriormente per il soprannome che mi avevano affibbiato Gio e Davide, mi faceva sentire piccolo, indifeso e ancora più gay.
Giovanni mi passò l'accendino senza togliersi quel sorrisetto dalle labbra.
< Geloso di Enrica? > domando mentre facevo il primo tiro.
In quel momento ripensai a mia madre e sorrisi.
Quando gli dissi che avrei partecipato ad un talent la prima cosa che mi disse fu "almeno la smetterai di fumare", chissà cosa avrebbe pensato vedendomi ora.
< Giovanni taci > gli risposi dopo essere emerso dalla malinconia che mi aveva portato il ricordo di mamma.
Mi mancava casa e le donne della mia vita.
Prima che potessi aggiungere altro Davide uscì sul terrazzo tossicchiando.
< Ragà dovete smetterla con sta merda >
< Ma zitto Sciortino > ridacchiai.
Gio si limitò a rispondergli con un dito medio.
Apprezzavo davvero la presenza dei due over.
La loro simpatia e vivacità è contagiosa.
Restammo fuori a chiacchierare per ore fino a quando una saltellante, e oserei dire snervante, Enrica arrivò a chiamarci per avvertirci che la cena era in tavola.
< Alessio vieni a sederti vicino a me > si lamentò l'unica ragazza rimasta.
Alzai gli occhi al cielo e strinsi i pugni, se solo non fossi cresciuto in una famiglia di donne e non provassi un profondo rispetto nei loro confronti l'avrei già uccisa.
Ci sarebbe più ossigeno per esseri viventi con un cervello se non ci fosse lei, sarebbe un servizio per l'umanità.
La mia attenzione fu attirata da Gio e Shorty che si tiravano gomitate tra di loro ridendo e imitandomi.
Mannaggia a loro.
< Che facciamo questa sera ragazzi? > ci chiese Enrica < film? >
< Oh sì che ne dite di Genn uccide la stronza? > borbottai sperando che nessuno mi sentisse.
< Cosa? > chiese Alex confuso.
< Nulla > borbottai < ho mal di testa vado a letto >
Tutta la baellsquad mi guardò ancora più confusa quando mi girai e me ne andai verso le scale.
< Ma che ha? > bisbigliò Alex agli altri.
< Se non lo sai tu > gli rispose pacatamente Gio.
Non sentii il seguente scambio di battute visto che chiusi la porta della stanza e mi sotterrai triste sotto una montagna di coperte.
< Genn? > sentii ovattato < Gennaro? > mi richiamò Alessio scuotendo leggermente il mio nascondiglio.
< Sto dormendo > risposi pacatamente.
< Amore che hai? > mi chiese dolcemente mentre mi toglieva di dosso le coperte.
Quando vidi il suo viso per un momento vacillai.
Mi mancava da morire baciare quelle labbra sottili, ma dovevo essere forte e tenergli il muso.
Doveva capire come mi sentivo.
< Amore sto paio di palle > borbottai cercando di tirare le coperte, ma Alessio era più forte di me e me lo impedì.
< Ora dimmi che hai Genn > mi prese i polsi quando tentai di spingerlo via. < Allora? > mi spronò a parlare.
Come faceva ad essere totalmente perso nel fantastico mondo di Alessio da non notare le occhiatacce che rivolgevo sia a lui che ad Enrica mentre erano insieme?
< Sei un fottuto idiota > gli dissi domo interi minuti di silenzio.
Mi scrutò.
Era già capitato che facessi delle scenate di gelosia, ma mai come quella.
Mi sentii un po' bambino.
< Mmh e perché lo sarei? > mi chiese fissandomi intensamente negli occhi.
E mi maledissi quando pensai di mandare a cagare la gelosia e stringermi a lui come un gattino per ricevere tante coccole, ma doveva capire il mio punto di vista.
Lui non si era mai apertamente dichiarato gay anche se stava con me e mi amava, perché ne sono certo del suo amore nei miei confronti.
In più di due anni di relazione non ci eravamo mai messi a parlare del suo orientamento sessuale.
Era stato con delle ragazze, questo lo sapevo, ma non mi aveva mai detto se gli piacessero davvero.
< Chiedilo alla tua fidanzatina > sputai velenoso.
< Oooh > disse capendo < sei geloso Gennariello? > ridacchiò mentre mi accarezzava il viso.
< Fanculo > dissi mentre cercavo di girarmi, ma le sue forti braccia mi strinsero contro il suo petto.
< Il mio dolce e insicuro Gennariello è geloso > mi mise sulle sue gambe stringendo la mia schiena contro il suo petto.
Il suo respiro sul mio collo mi fece rabbrividire e vacillare, non ero più così tanto geloso.
Quando mi baciò la spalla altri mille brividi mi percorsero il corpo ricordandomi che era da mesi che non ci toccavamo più in quel modo, e forse era per quello la mia gelosia, magari ero influenzato dalla mancanza dei nostri corpi nudi a contatto.
Mugolai di apprezzamento quando mi alzò facilmente e mi fece sdraiare sul lettino della nostra camera nel loft.
< Non devi essere geloso piccolo > mi sussurrò mentre stendeva il suo corpo decisamente più massiccio del mio su di me. < Non mi piace Enrica >
< Eh... > dissi mentre gli accarezzavo i capelli < ne sei sicuro? > tutta la sicurezza e la determinazione iniziale erano svanite lasciando spazio ad un piccolo Gennaro insicuro ed eccitato.
< Si Genn > le sue labbra scesero sul collo alternando ogni tanto i baci a dei morsetti.
< Quindi non la vuoi > cercai di mantenere l'attenzione sull'argomento principale, ma era così dannatamente difficile visto che Alex aveva deciso di mettermi le mani calde nella maglietta e sfilarmela.
< L'unica cosa che voglio è te ansimante sotto di me Gennaro > disse pacatamente guardandomi negli occhi mentre con una mano, molto curiosa, mi toccava da sopra i pantaloni.
Mugolai contorcendomi quando sbottonò i bottoni dei jeans stretti che avevo deciso di indossare quella mattina.
Gli strinsi le braccia al collo e appoggiai le labbra sul suo collo succhiando un punto sensibile.
Sicuramente sarebbe rimasto il segno.
Senza che realmente me ne accorgessi mi ritrovai in boxer.
< Forse dovremmo aspettare la fine del programma Alé > dissi in un momento di lucidità.
< E forse tu dovresti startene un po' zitto > mi sussurrò a fior di labbra, poi mi prese la mano e se la mise sul cavallo dei pantaloni < senti quanto ti desidero? >
Alzai gli occhi al cielo.
< Oh dio quanto sei romantico Alé > alzai gli occhi al cielo fingendo sdegno, ma amavo questo suo modo sporco e per niente sdolcinato per dirmi che mi amava e desiderava.
Ridacchiando tracciò una scia di baci che partì dalle labbra fino ad arrivare all'elastico dei miei boxer.
Il mio battito cardiaco si fermò quando con i denti mi tirò giù i boxer parzialmente.
Impaziente e fottutamente eccitato lo spastai e me li levai.
Non sentii imbarazzo quando passò un minuto abbondante a fissare il mio corpo magro.
< Dio quanto sei bello Gennaro > disse con tono più basso e roco.
Si spogliò e si riabbassò con il viso all'altezza del mio membro eretto.
Mi sentivo bollente.
Il respiro mi morì in gola quanto con quella bocca tanto sporca mi prese tra le labbra e succhiò avidamente la punta.
< Madò > sospirai.
E non capii più un cazzo perché quello stronzo del mio ragazzo si mise a succhiarmi il cazzo e io ero così debole da non riuscire a tenere gli occhi aperti.
< Alé > lo richiamai sentendo quella familiare pressione al ventre < alé ti prego non voglio venire così > lo supplicai.
Alzò lo sguardo e fissò gli occhi nei miei.
Le sue labbra erano così gonfie e rosse che sembravano delle ciliegie mature, e io amo le ciliegie.
Senza nessuna preparazione mi penetrò decidendo che il momento preliminari era finito.
Iniziò muoversi senza ritegno quando capii che mi ero abituato alla sua presenza.
Inutile dire che respiravo veramente a fatica, tanto che per un breve istante pensai di poter svenire.
Le mie mani percorrevano la sua schiena lasciando segni che sarebbero rimaste per giorni.
< Dimmi... dimmi che sei mio > dissi accarezzandogli il viso contratto dal piacere.
< Solo tuo > disse ormai vicino al culmine.
Le spinte rallentarono e diventarono sempre più dolci accompagnandoci ad uno degli orgasmi più stravolgenti della mia vita.
< Dio > sospirai quando si mise accanto a me.
Mi rannicchiai al suo fianco.
I nostri corpi sudati uno accanto all'altro nel mio letto del loft.
< Hai capito ora che non me ne frega niente di Enrica e di qualsiasi altra ragazza? >
Mi sussurrò all'orecchio mentre mi accarezzava la schiena.
Prima di rispondergli mi beai delle sue carezze per un po'.
< Oh sì che l'ho capito > ridacchiai mettendomi a pancia in giù sui gomiti per poterlo guardare meglio < e penso che alla finale di giovedì lo capiranno tutti vedendo i super succhiotti che hai sul collo >
Alzò gli occhi al cielo.
< Stupido e geloso ragazzo che mi ha rubato il cuore >
Prima di poter replicare la porta della senza, che Alessio si era dimenticato di chiudere a chiave, si spalancò.
< Fatto pace ragazzi? > urlò Gio entrando.
< Ma che cazzo... > dissi non capendo la situazione.
< Un bel sorriso per la stampa ragazzi! > urlò Shorty prima di scattare una foto e scappare con Giovanni giù per le scale.
< Mannaggia a voi! > urlammo io e Alex in contemporanea per poi scoppiare a ridere come due idioti.
Quella era la normalità del loft.

OS sugli Urban *-*
Ho deciso di scriverla dopo taaaanta indecisione, ma poi ho pensato che infondo cosa mi può interessare, amo scrivere e sapere cosa ne pensa la gente di quello che butto giù, quindi perché no ;)
Aspetto solamente un vostro giudizio!
A presto bellissime!
Vostra Nao😘

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