Chi è che ha interrotto il nostro gioco stupendo?

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Lucille's POV

Nate odiava guidare e questo si era capito, ma ormai era più di mezz'ora che sbuffava e imprecava in mezzo al traffico di Los Angeles. Avevo sempre amato quella città, un po' invidiavo Sammy che era cresciuto lì, al contrario mio che me ne stavo a Toronto.
Quando ero piccola aspettavo sempre ansiosamente l'arrivo dell'estate, del mare, del sole, di Sammy e di Los Angeles. I miei genitori mi ci portavano sempre e solo in quei tre mesi di libertà tra un anno scolastico e un altro. Ovviamente gli ultimi giorni di vacanza li vivevo nella disperazione, non volevo mai andare via da quella città che sembrava essere il paradiso... la stessa città in cui alla fine avevo conosciuto il ragazzo che mi stava accanto.
Continuava a sbuffare e mi fece salire su i nervi.
"Ma la vuoi smettere?" Esordii di punto in bianco. Giuro che se non l'avesse finita me ne sarei andata a piedi fino a casa.
"Ma qui ci sono solo semafori!" In effetti era vero, stavamo su una larga strada che ogni tre per due presentava un semaforo.
"Facciamo così, parcheggia qui e andiamocene un po' in spiaggia, ripartiremo quando ci sarà meno traffico." Cercai di essere ragionevole e gli strinsi la mano che non teneva sul volante, se fossi rimasta lì dentro con lui un minuto di più, probabilmente l'avrei soppresso.
Parcheggiò in mezzo ad altre macchine e scendemmo insieme dall'auto. Posai gli occhi sull'orologio che segnava le 10.47, avevamo ancora tanto tempo da passare insieme io e Nate. Probabilmente era ancora irritato perché mi stava a diversi metri di distanza a farsi i fatti suoi.
Calma Lucille, cerca di mantenere la calma.
Provai a ripetermelo più di una volta e alla fine funzionò, mi diressi verso di lui e sembrò non accorgersene.
"Ehi! Io esisto!" Gli strinsi le braccia intorno al petto e a quel punto si ricordò improvvisamente della mia presenza. Di rimando circondò le mie spalle minute con le braccia e appoggiai la testa sul suo petto. Era la posizione più comoda del mondo, fosse stato per me, non mi sarei staccata più da lui.
"Scusa piccola." Mi sussurrò accarezzandomi piano i capelli. Alzai il viso e feci scontrare le mie labbra con le sue.
"WoW amico!" Sentii ridacchiare dietro di me. Mi staccai di colpo da Nate e mi girai per vedere chi fosse... Ma è possibile che ci interrompevano sempre?
"Derek, taci va." Nate stava sorridendo e si diresse verso il ragazzo che a quanto pare doveva essere suo amico. Si misero a chiacchierare tra loro come se io non esistessi. Il ragazzo di nome Derek era alto più o meno quanto Nate, era davvero un gran pezzo di figo... Ma che cavolo andavo pensando?
Mi accorsi che il suo sguardo era fisso su di me.
"E lei è?" Derek si rivolse e Nate indicandomi, non poteva farla a me quella domanda?
"Mi chiamo Lucille, sono la sua ragazza." Mi affiancai al mio ragazzo, Derek mi stava già irritando e non erano nemmeno due minuti che lo conoscevo.
"Gira a largo, coglione." Nate mi prese la mano, ovviamente stava scherzando con il suo amico, però era stato un gesto carino.
"Calma amico, io ho altro da fare in questi giorni, ti aspetto in studio eh!" Senza aggiungere altro Derek ritornò per la sua strada.
"Studio?" Mi rivolsi a Nate alzando un sopracciglio, si portò la mano dietro alla testa forse per imbarazzo. Ma per cosa?
"Nathan, c'è qualcosa che devi dirmi?" Okay l'avevo chiamato ancora Nathan, dovevo levarmi questo stupido vizio.
"Sì beh, io faccio canzoni... A volte con amici, altre volte da solo, anche con Sammy, ma stiamo agli inizi, ci conosce poca gente e adesso sto lavorando ad una canzone con Derek, tutto qua."
"Come "tutto qua"? È incredibile, perché tu e Sammy non me l'avete detto?"
Volevo saperlo, ecco come si guadagnavano da vivere quei due! Infatti mi chiedevo come facevano a mantenersi da soli senza un lavoro!
"Ve l'avremmo detto prima o poi, ora non farne una tragedia su!" Mi cinse le spalle con il braccio e ci dirigemmo verso la spiaggia che distava poche centinaia di metri dal marciapiede in cui eravamo fermi.
"Fattelo dire, quel tipo non mi piace, mi irrita parecchio." Lo sentii ridacchiare.
"Devi solo conoscerlo un po' meglio, è davvero una persona simpatica." Usò il suo solito tono ovvio che mi dava tanto fastidio.
"Immagino..." Mi passai una mano tra i capelli e li sistemai, per quanto potessi, per cercare di fargli avere una forma decente. Improvvisamente mi venne fame.
"Nate, andiamo a prendere un frappé?"
Lo vidi illuminarsi del tutto, probabilmente anche lui aveva fame.
"Certo!" Appena arrivati in spiaggia ci dirigemmo verso il bar che faceva quei frappé alla vaniglia buonissimi.

Sammy's POV

Ero totalmente rincretinito.
Avevo accettato di rimanere da solo a casa con Samantha per far uscire i due piccioncini, però quella ragazza mi metteva davvero in agitazione.
Ci eravamo messi a giocare ad obbligo o verità, ma fino ad ora avevamo solo detto una marea di scemenze, nulla di più. Era seduta davanti a me, eravamo in salotto a terra, davanti al divano. Sam stava guardando il cellulare, penso che si stesse scrivendo con qualcuno... La cosa mi dava un po' di fastidio, ma magari era solo una sua amica quindi decisi di non complessarmi troppo. Improvvisamente la vidi alzarsi, correre verso la portafinestra che dava sul piccolo giardino e uscire fuori rispondendo al cellulare.
E adesso chi era?
Attraverso il vetro la vidi sorridere guardando altrove, era bellissima. Indossava una delle sue lunghe felpe che le coprivano i pantaloncini, ma lasciavano vedere le sue gambe minute. Si passò una mano tra i capelli e dopo aver attaccato ritornò in salotto, ma si mise seduta accanto a me invece che davanti. Il mio ginocchio sfiorava la sua coscia così come le nostre braccia. Deglutii a fatica.
"Chi è che ha interrotto il nostro gioco stupendo?" Alzai un sopracciglio e mi rivolsi a lei.
"Era mio fratello, dopodomani viene a Los Angeles e rimane un paio di giorni, starà con un amico che abita poco lontano da qui e quindi mi ha chiamato per avvertirmi che verrà."
Fratello? Aveva anche un fratello?
"Okay, magari una sera può uscire con noi, sempre se gli va." L'avevo detto solo per far un piacere a lei, non volevo suo fratello in mezzo ai piedi, mi bastava già Sam a mettermi in soggezione.
"Grazie!" Sorrise.
Samantha si sporse verso di me e mi strinse le braccia attorno al collo, i suoi capelli finirono sul mio viso e sentii il profumo di miele che emanavano.
Si mise a sedere sulle mie gambe incrociate e in quel momento mi sentii morire. Non sapevo che cosa fare.
Staccò il suo viso dal mio collo e fermò le sue labbra ad un millimetro dalle mie...

summer in LA || Nate MaloleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora