CAPITOLO 19

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Alyssa Pov's
Dopo la partenza di Lou, quello stesso pomeriggio, io e Alessio uscimmo insieme. Fu un pomeriggio fantastico e mi aiutò molto a non pensare al fatto che avessi di nuovo la mia migliore amica lontana da me.
Alessio oltre ad essere veramente bello: alto, occhi blu come il mare e capelli neri come la pece, era anche tanto simpatico. Lui aveva 22 anni, quindi anche l'età era perfetta.
Era davvero gentile e premuroso nei miei confronti, si interessava ai miei discorsi e non mi faceva mai sentire fuori posto.
Speravo davvero che questa piccola storia, che non era ancora nata, potesse andare avanti.
Le mie speranze, almeno in parte, furono esaudite. Infatti quello stesso pomeriggio, quando mi riaccompagnó a casa, mi chiese se mi andasse di passare la notte di Capodanno con lui.
A quanto pare davano una festa in un locale nel centro, a cui per quanto ne sapevo, sarebbe andata anche Emma con tutto il gruppo.
Io, ovviamente, accettai.
Ed ora eccomi qui, in super ansia per la festa di questa sera.
Tra meno di un'ora sarebbe passato a prendermi, ed io ovviamente ero già pronta.
Avevo optato per un semplice vestitino rosso, stretto in vita da un cinturino nero. Non volevo essere troppo appariscente, mi sarei sentita a disagio.
Camminavo su e giù per la mia stanza in preda all'ansia, ma ad un certo punto decisi di sedermi. Questi maledetti tacchi mi stavano già facendo penare. In che condizioni sarei arrivata a fine serata? Se ci sarei arrivata!
Lo schermo del cellulare si illuminó. Un nuovo messaggio.
"Scendi. Ti aspetto. x"
Alessio era già arrivato.
Mi precipitai a prendere la giacca, avvisai mia madre di stare uscendo e lo raggiunsi.
Mi aspettava fuori dall'auto, appoggiato alla portiera. Quando lo vidi non potei fare a meno di pensare che era bellissimo. Indossava un pantalone nero e una giacca nera lasciata aperta, con sotto una camicia bianca. Elegante ma non troppo, e nella sua semplicità era perfetto.
《Sei bellissima》mi disse.
Sperai vivamente di non essere diventata dello stesso colore del mio vestito.
Lo ringraziai con un timido sorriso e lui prendendomi per mano mi portò dall'altra parte dell'auto, aprì la portiera, mi fece cenno di salire e poi la richiuse.
Dopo i primi minuti di tensione ci sciogliemmo entrambi.
In pochi minuti arrivammo al locale dove si sarebbe tenuta la festa.
Entrammo e notai che c'erano già molte persone.
Mi vidi venire incontro una testa bionda. Era Emma, seguita dalle altre ragazze. Mi abbracció con un sorriso a trentadue denti, salutò anche Alessio e primadi sparire di nuovo tra la folla, aggiunse:
《Siete davvero bellissimi insieme》.

La serata andava alla grande. Ci stavamo divertendo un mondo, e Alessio proprio come quel pomeriggio di qualche giorno prima, si stava dimostrando una perfetta compagnia.
Ballammo tantissimo. Non era la prima volta che ballavamo insieme, anche se questo non era proprio il nostro stile.
Ad un certo punto la musica cambiò completamente, divenne più dolce, più calma. Era un lento.
Alessio mi strinse a se, io poggiai la mia testa sul suo petto. Ci lasciammo cullare da quel suono dolce, finché lui mi sussurrò all'orecchio:
《Ti ho già detto che sei bellissima?》
《Sí, penso che tu me lo abbia già detto》gli dissi sorridendo e guardandolo negli occhi.
《Hai ragione, ma io voglio fartelo capire》.
Dicendo ciò, posò le sue labbra sulle mie. Non me lo aspettavo, ma in quel momento seguii il mio cuore e risposi al bacio, che divenne sempre più intenso. Tutto ciò che avevo intorno aveva perso di significato, l'unica percezione che avevo era il mio corpo schiacciato contro il suo e il sapore dolce dei suoi baci.

C'erano molte più persone rispetto a prima e iniziavo a sentire molto caldo, avevo bisogno di prendere un pó d'aria, anche per mettere in ordine le idee.
《Ale vado un attimo in bagno, aspettami qui》.
Feci per andare ma lui mi bloccò, afferrandomi per il polso. Mi attirò a sé e mi diede un delicato bacio a stampo.
《Senza questo non vai da nessuna parte. Torna presto》.
Mi avviai verso i bagni sorridendo come una stupida, ma non potevo farne a meno. Ero felice.
Non avevo alcuna intenzione di andare al bagno, quindi uscii dalla porta sul retro per respirare un pó d'aria fresca. Ok, forse fresca non era il termine adatto dal momento che faceva davvero freddo.
L'aria era ghiacciata. Era meglio stare dentro al caldo, così feci per rientrare, ma un rumore improvviso mi bloccò sul posto.
Sembrava che qualcosa di vetro si fosse infranto.
Rimasi in ascolto, ma l'unico suono che mi giunse furono singhiozzi.
Qualcuno stava piangendo.
Avanzai verso l'origine di quel pianto, nonostante avessi paura.
La mia ricerca non durò molto. Poco più avanti, una figura era seduta sul marciapiede con la testa fra le mani. Mi avvicinai ancora un pó e mi resi conto di conoscere quella persona.
Gli posai una mano sulla spalla. Si voltò di scatto e quando i suoi occhi incrociarono i miei ne ebbi paura.

Flavio Pov's
Ero chiuso nella mia stanza da un tempo indefinito. Potevano essere passati minuti o anche ore, non avrei saputo dirlo.
La testa era sul punto di esplodermi e nonostante facessi di tutto per non pensarci, continuavo ad avere in mente le immagini della discussione che avevo avuto poco prima con mio fratello.

*Flashback*
Subito dopo aver ascoltato la storia di Alessandro avevo chiesto a Tiziano di parlare da soli, così ci eravamo chiusi nella mia attuale stanza, mentre il suo fidanzato era rimasto ad aspettare in salotto.
Tiziano si era seduto sul letto, mentre io ero appoggiato all'armadio e l'unico suono che si udiva era un silenzio carico di tensione.
Mi limitavo a fissarlo, senza dire nulla.
Tutta quella situazione era assurda.
《Volevi parlarmi, perché non mi dici cosa stai pensando?》
《No. Voglio sapere tu a cosa stavi pensando quando sei tornato da quell'uomo. Cosa ti passava per la testa? Quello lì è sposato e aspetta un figlio! E un figlio non è un problema che si risolve! Come puoi anche solo pensare che questa faccenda possa avere un lieto fine? Devi esserti completamente ammattito!》
Alzai la voce, gli urlai contro.
Non mi importava di ferirlo, non mi importava se mi avesse odiato, volevo solo che quell'uomo scomparisse dalla vita di mio fratello.
《Io lo amo Flavio, credi davvero che sia così semplice? Lo so che è una situazione di merda, ma una via d'uscita la si trova sempre》rispose lui, alzando a sua volta la voce.
Molto probabilmente Alessandro dall'altra parte aveva sentito tutto, ma chi se ne importava? Anzi. Meglio così, almeno avrebbe spauto da subito che lo volevo fuori.
《Una via d'uscita non esiste! Fattene una ragione. C'è di mezzo un bambino e quello di là non ha le palle per riprendersi la sua vita! Tutto questo non porterà a nulla di buono. Ne uscirai sconfitto!》
《Non parlare di Alessandro in questo modo! Io ti avevo chiesto consiglio, ma è l'unica cosa che tu non stai facendo!》urlò ancora Tiziano.
《No, fratello. Io un consiglio te lo sto dando: lascia perdere, dimentica tutto!》
《Flavio io lo amo, non posso dimenticarlo...》
《Puoi amarlo quanto vuoi, ma le cose non cambieranno. Tutta questa storia ti porterà solo sofferenza! Se poi vuoi soffrire, star male..fai pure! Se ti serviva l'ispirazione per scrivere qualche tua stupida canzone strappalacrime, ti è stata servita su un piatto d'argento!》
Solo dopo aver pronunciato queste parole mi resi conto di aver esagerato. Una cosa così non dovevo dirla.
Vidi il dolore e la delusione attravarsare i suoi occhi, e la cosa peggiore era sapere che era colpa mia.
《Tiziano io non vol...》
Ma prima che avessi il tempo di aggiungere altro, uscì dalla stanza sbattendo la porta.
*Fine flashback*

Da allora ero rimasto lì.
Si prospettava davvero un Capodanno meraviglioso.
Guardai l'orologio, era tardi. Mancava meno di un'ora alla mezzanotte e io non avevo intenzione di passare un minuto di più chiuso qui dentro.
Dovevo andarmene da questa casa. Avevo bisogno di sbollire la rabbia che ancora avevo dentro.
Presi il mio cappotto e mi avviai alla porta.
《Dove vai?》chiese Tiziano.
《Esco》gli risposi, senza guardarlo.
《Nessuno ti ha dato il permesso di farlo》rispose lui.
《Non sei mio padre!》gli urlai, e questa volta fui io a sbattere la porta.

Non sapevo dove andare.
Mi avviai verso un locale che frequentavo spesso quando ero qui a Milano.
Era molto affollato, presi una birra e uscii di nuovo fuori.
Mi sedetti sul marciapiede e iniziai a bere. Mentre bevevo, pensavo a ciò che era successo, alla discussione che avevo avuto con mio fratello.
Non riuscivo ad accettare tutta questa situazione, ma Tiziano me ne aveva parlato perché si fidava di me, perché voleva che gli stessi vicino, ed io invece avevo fatto l'esatto contrario, peggiorando la situazione. Me ne rendevo conto solo ora.
Scagliai lontano la bottiglia ormai vuota mentre le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
Iniziai a piangere senza alcun freno, non riuscivo più a tenermi tutto dentro.
Ad un tratto sentii una mano poggiare sulla mia spalla.
Mi voltai si scatto, e mi trovai di fronte l'ultima persona che mi aspettavo di incontrare. Alyssa.

*spazio autrice*
È arrivato un nuovo capitolo.
Cosa ne pensate? Fatemelo sapere con un commento!

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