Josephin Violet Watson

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Non era cambiato niente. Era tutto così... Uguale e tranquillo. Quasi come in paradiso, quasi. Questo finché non sentii un grido atroce era di una donna, o di una bambina, il mio probabilmente. Me lo ricordo ancora. Era il 29 febbraio, quando nassi, penso di essere l'unico essere umano, indeciso se festeggiare il proprio compleanno un giorno sbagliato, o ogni 4 anni.
Fatto sta che ora ho 16 anni e non potrei viverli peggio.
Era il giorno del mio compleanno, quello giusto per lo meno, e mio padre come ogni 4 anni mi aveva messa su un aereo e spedita da mia madre in Florida e io ogni 4 anni facevo il conto alla rovescia.
Odiavo la mia scuola. Era piena delle solite troiette che si sentono Dio sceso in terra, di quelle che ti guardano dall'alto al basso, le solite con tette grosse e cervello piccolo, penso che vengano sbattute più loro di una porta.
Per non parlare dei ragazzi... Tutti uguali: o di quelli tutti fighi (nei loro sogni) o quelli sfigati che non si caga nessuno tra cui, Michael, un ragazzo alto, moro, con gli occhi scuri, abbastanza carino, ma come ripeto, di quelli reputati degli sfigati, e Samuel, alto, magro, biondo, con gli occhi chiari, lui al contrario sembra quasi una femminuccia, ma sa essere più uomo di tutti gli altri.
Noi 3 usciamo spesso, siamo come fratelli, niente di più, niente di meno.
Era il 20.02 quando ero al mio armadietto e mi si avvicina Veronica, una ragazza più o meno alta, magra, con i capelli lunghi e neri, la faccia più truccata di un clown, i vestiti firmati e ovviamente Carmen e Morgan dietro.
V:-ciao sfigata, finalmente te ne vai... Menomale che ti levi dai coglioni-
Io:-Ah perché adesso hai anche i coglioni?? Non ti bastava la figa da dare??-
Lei mi guardò incazzata e se ne andò con le due dietro di lei.
Appena due secondi dopo mi trovai davanti Michael e Samuel sbigottiti da quel mio comportamento così sicuro di me.
M:-Sei sicura di essere proprio Josephin Violet Watson?! Proprio quella che fino a ieri sera non aveva fai detto una parolaccia??

Io:-Eddai smettila, tu avresti fatto la stessa cosa-
S:-Lui si, ma io no di certo, io sono un gentil uomo, anzi madame desidera che l'accompagno in aula??- disse con fare scherzoso.
Suonò la campanella così corsi in aula di lettere.

Quel Maledetto Giorno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora