-Domani è il gran giorno- le sussurró il padre.
Robin stava per esplodere dalla contentezza. Se avesse potuto sarebbe uscita subito. Ma era notte. Doveva ancora aspettare.
Seduti accanto al focolare che illuminava la stanza, la madre e il fratellastro piú grande, Philip, la guardavano orgogliosi. Persino Lupus, il topo che viveva nel tetto di paglia, dava un'occhiata a quello che succedeva.
-Per venire con noi, dovrai essere preparata- continuó il padre. -E per esserlo dovrai avere tutto quello che serve.
Robin puntó gli occhi sul voluminoso fagotto che si trovava di fianco alla porta e sul papá che andava a raccoglierlo. Immaginava cosa potesse contenere, ma non osava crederci. Sarebbe stato troppo, troppo bello! Era il suo piú grande desiderio da quando aveva imparato a camminare. Non ci credette nemmeno nell'istante in cui il padre le porse il fagotto e al tatto riconobbe l'oggetto.
-Almeno con una parte del tuo cervello ricordati che sei una fanciulla- le arrivó la voce dolce della mamma. Ma era lontana. In quella stanza, in quel momento c'erano solo lei, il fagotto e tutti i suoi sogni.
Robin scartó il fagotto e lo vide. Meglio di quanto avesse immaginato.
-Un longbow! Di legno di tasso!- urló. Quell'arco era bello come quelli del papá e di Philip. Forse persino di piú.
-Vedrai che precisione!- le disse il padre.
-E che potenza!- aggiunse Philip. -L'abbiamo costruito su misura per te!
Lei fece scivolare la mano sul dorso dell'arma. I puntali avevano rinforzi in corno. La corda era composta da tre fili di canapa, impregnati di colla e fortificati da capelli femminili. Bellissimi, biondi e spessi.
-Sono i tuoi?- chiese alla madre.
La donna annuí e sorridendo fece comparire dalle pieghe della gonna un piccolo involto.-Questo invece è tuo!- rispose porgendoglielo.
-Un altro regalo?- fece Robin senza fiato. Lo aprí: c'erano quattro frecce e altrettante candele. Era sul punto di scoppiare dalla felicitá. La mamma la mamma non era entusiasta della sua mania per archi, fionde e avventure, ma non l'aveva mai ostacolata. Regalandole frecce e ceri, le stava dando gli strumenti per imparare il tiro piú strabiliante del papá.
-Credi che io sia giá pronta per il colpo dello stoppino?- gli chiese.
-Sei pronta per cominciare ad allenarti. Accenderai una candela ogni luna nuova e prima che la quarta candela si sia sciolta riuscirai a farlo. Hai il mio sangue nelle vene.
Senza mollare l'arco Robin abbracció il padre che profumava di bosco e la madre che sapeva di pane e farina. Stava per abbracciare anche io fratello, ma lui la fermó.
-Aspetta! Anche io ho un regalo per la tua prima uscita- esclamó. Si levó dal collo il medaglione a croce che aveva trovato nella foresta qualche tempo prima. Lo aveva attaccato a un cordino di cuoio e non se l'era piú levato. Di recente qualcilun gli aveva offerto un sacchetto pieno di scellini per comprarglielo, ma lui non l'aveva venduto.
Robin si irrigidí e fece un passo indietro.
-No... a te piace tanto... io non...
Philip ignoró le sue proteste, l'afferró per la vita con il braccio sinistro e con la mano destra le infiló il medaglione.
-Tranquilla, non é gratis! In cambio tu andrai al pozzo per i prossimi dieci anni.
Robin ridacchió. Andare al pozzo era giá compito suo. Guardó con tenerezza lo sguardo limpido e felice del fratellastro. Era piú grande di lei, ma aveva mantenuto l'espressione allegra e curiosa di un bambino. Dal frassino sotto il quale era stato trovato, ancora in fasce, sembrava avere ereditato vivacitá ed eleganza.
-Grazie. É la piú bella serata della mia vita e domani sará la mia piú bella giornata!- gioí.
-E anche la piú faticosa, vedrai! Ora tutti a dormire: usciremo prima dell'alba.
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La leggenda di Robin Hood
RandomLa leggenda di Robin Hood come non è mai stata raccontata...