Io Sono Alex

150 12 8
                                    

"La vedi quella ragazza? La brunetta con i ricci? Proprio lì, dall'altro lato della strada. Lei è la figlia di un Mangiamorte! Meglio starle alla larga, sebbene suo padre sia già passato a miglior vita da un pezzo, non possiamo essere certi della strada che lei abbia scelto di prendere. Se vuoi la mia: è una pericolosa. Guarda come si aggira per strada in maniera circospetta. Per me, deve soffrire di una qualche instabilità mentale, osserva il suo sguardo furtivo..."
È incredibile quanto la gente possa rivelarsi così vergognosamente ripetitiva, banale e monotona, nel giudicare. È incredibile quanto le stesse pesanti critiche che hanno fatto parte del tuo passato, possano ripresentarsi nella tua vita proprio nell'esatto momento in cui credevi di averle archiviate per sempre. Al momento, i perfidi commenti ad alto volume, delle due ragazze sul ciglio opposto della strada, non fanno che aumentare in me la voglia di recarmi nel luogo del mio appuntamento. Non fanno che accrescere la convinzione che ho di star facendo la cosa giusta. Perchè questa è la scelta migliore che io potessi prendere, è quella che cambierà il mio destino. E non solo il mio. Cambierà il destino di tutti coloro che, per anni, non hanno fatto altro che segnarmi a dito, etichettarmi ancor prima di conoscermi, far finta che il mio nome non fosse mai esistito, tenendo conto solo del mio cognome. Per loro avrei potuto possedere il più bel nome del globo, non avrebbe fatto alcuna differenza, io sarei sempre rimasta solo e soltanto Dolohov. E non importava quanto bene avrei potuto fare alla comunità, quanto avrei potuto sudare per ottenere un minimo di rispetto, quanto sangue avrei dovuto versare per dimostrare che forse, infondo, non avevo niente in comune col mio defunto padre.
Nella mia generazione, quella nata all'indomani di una guerra al cui ricordo persino il più forte ancora trema, tutti venivano immediatamente etichettati in base alle proprie origini, una volta messo piede ad Hogwarts. Ed io, la figlia di un Mangiamorte, non facevo eccezione. Persino l'essere Smistata in Corvonero non mi aveva risparmiata dalle critiche infami, che mi perseguitavano in qualunque luogo fossi, sottoforma di lugubri occhiate torve e gelide. E per quanto la mia unica amica, Lucy, mi ripetesse che, ignorandole, le critiche mi sarebbero scivolate addosso, non potevo fare a meno di credere che quel consiglio fosse dettato dal fatto che tanto ero io a subirle, non lei.
Neppure gli insegnanti si astenevano dall'essere prevenuti, nei mie confronti, in special modo coloro che avevano lottato per difendere Hogwarts, diciannove anni prima, vedevano in me una sorta di muto seme di vendetta, impiantato non solo da mio padre, ma da Lord Voldemort in persona, una specie di bacillo maligno che, nel suo piccolo, avrebbe tentato di rendergli la vita impossibile. Eppure non è mai andata in questo modo. Mai, neppure una sola volta, ho tentato di vendicare mio padre, o gli stessi Mangiamorte, neppure con banalità quali Pallottole Puzzole nella Sala Insegnati. Mi chiedo, perchè avrei dovuto? Nessuno, neppure una singola entità, neppure Lucy, si è mai degnato di domandarmi cosa ne pensassi io, delle azioni compiute dalla fazione per cui teneva mio padre. Probabilmente avrei risposto che a me non importava granchè, perchè, infondo, era una cosa passata, no? Riflettendoci oggi, alla veneranda età di diciannove anni, credo di essere davvero sollevata di non aver mai esposto questo mio pensiero. È passata, certo, ma quanta gente è passata con lei? Sarà che io, in quanto figlia di un membro del cosiddetto Lato Oscuro, pur avendo perso mio padre, sono portata a non rendere la cosa pubblica, per quanto fosse risaputa, tuttavia, i figli di coloro che, al contrario, facevano parte di...come possiamo chiamarlo? Il lato buono? Chi decide cosa è buono e cosa no? In ogni caso, i figli degli eroi di guerra non sarebbero stati troppo felici di sentirmi dire che a me non importava granchè della morte dei loro genitori. Seppure io non intendessi questo. Ma che importanza ha, ormai? Qualunque cosa dicessi o facessi, per loro, non era altro che un modo per infierire. A nessuno importava del fatto che anch'io avessi perso un genitore, del fatto che anch'io fossi nata in quel clima di tensione, che anch'io fossi rimasta orfana a causa di una guerra. Ma a loro cosa poteva importare? "È un bene che sia orfana" Solevano dire, con la convinzione del fatto che anche mia madre fosse stata una cattiva persona. Non che avrei potuto giustificarmi, sia chiaro, non l'ho mai conosciuta. Non ho neanche una vaga idea di chi fosse e la cosa mi mandava in bestia, perchè in nessun modo avrei potuto ribattere dicendo che lei era una brava persona. Sarebbe stato come mentire e se c'è una cosa che non ho mai potuto soffrire quella è proprio la menzogna. Menzongna. Perchè la mia vita, fino ad oggi, è sempre stata una menzogna. Dal male puó nascere solo male, come puó un assassino concepire qualcosa di buono? È innaturale. Loro avevano ragione, infondo, perchè per quanto mi sforzassi, non avrei mai potuto cambiare quello che è stato. Il passato è passato, è vero, e il bene ha vinto. Ma il futuro si puó riscrivere. Ma questa volta andrà diversamente, questa volta, la mia generazione avrà la sua vendetta. Avrà una possibilità per dimostrare che forse non avevano tutti i torti, nel dire che siamo il male fatto persona. Ma hanno fatto male ad etichettarci e lo capiranno, se ne renderanno conto ma, ahimè, a quel punto sarà tardi. Per giorni, ho rimuginato sulla mia scelta, di prendere parte a questo complotto, ma sai cosa ti dico, Teddy? Sei stato tu a convincermi. Con le occhiate gelide che sempre serbavi per me, con i commenti sprezzanti che sempre mi rivolgevi, ma mai ad alta voce, quasi sempre sussurrati, perchè le parole velenose vanno sempre sussurrate, in modo da far più male. Sai, ho sempre saputo cos'avesse fatto mio padre al tuo, ma la verità è che non me ne è mai importato nulla. Per me era solo uno sconosciuto. Avevano duellato, uno dei due ha perso, eppure chi hanno premiato? Il perdente o il vincitore? La risposta la sai bene, Teddy, perchè quell'Ordine di Merlino Prima Classe lo sfoggi sempre con così tanto orgoglio. E a mio padre, il vicincitore, cos'hanno dato, se non una morte tale e quale a quella del tuo e nulla di piú?
Ma da oggi le cose cambieranno e se cambieranno sará solo grazie a te. A te che non mi hai mai chiamata per nome, che ti rivolgevi a me solo apostrofandomi 'Dolohov', alle notti che ho passato in lacrime, nella speranza che ti rivolgessi a me con il mio nome.
Io non sono Dolohov, io sono Alex. Questa è la mia storia e me la riscrivo da me.

#W.G Io Sono AlexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora