Tre anni dopo...
Mi metto davanti allo specchio antico della mia camera per decidere cosa indossare. Strano! Passo davanti allo specchio svariate volte in una giornata ma raramente mi guardo davvero. Stranamente sono in anticipo, ancora una decina di minuti prima di partire, quindi inizio a fissare la mia immagine riflessa. Il mio corpo è alto e snello, il seno è leggermente piccolo per una ragazza di diciotto anni ma è proporzionato al resto del corpo. La vita, da cui partono le mie gambe storte, è abbastanza piccola e le spalle sono più o meno della stessa misura. I miei capelli sono un chioma di ricci rossi, sotto i quali si intravedono due occhi verdi. Devo ammettere che nel complesso non mi ritengo brutta (tiro un sospiro di sollievo) ma l'armonia del mio viso è brutalmente spezzata da una cicatrice che mi taglia le labbra. Porto la mano alla ferita. Ogni volta che la guardo rivedo il viso del ragazzo che mi ha salvata: chissà chi è? Chissà dov'è? Cosa starà facendo?
Ancora non capisco perché se ne sia andato così senza neppure dirmi il nome o ascoltare quanto io gli fossi grata...
Il trillo del campanello mi riscuote dai miei pensieri: Achille è passato a prendermi. Afferro la valigia e la trascino bene o male per le tre rampe di scale, fino ad arrivare alla porta di ingresso.
"Allora strega! Pronta per Vienna?" Mi da un bacio sulla guancia, prende la valigia e la carica nel bagagliaio della sua macchina.
"Scherzi?! È da inizio anno che sto aspettando queste vacanze pasquali!" Gli rispondo.
Mi sorride.
È il 25 di Marzo e Achille, Allegra, altri amici ed io stiamo partendo per un viaggetto in Austria.
Non sono mai stata a Vienna e sono molto curiosa: sarà come tutti dicono? Sarà una città fredda e rigida o sarà la calda città del cioccolato? Sarà moderna? Antica? Affollata? Rumorosa? Sarà all'altezza delle mie aspettative?
Mentre siamo in treno, dato che quei terribili strumenti di tortura chiamati "cuccette" mi impediscono di dormire, decido di sedermi nel vagone comune con una tazza di caffè caldo in mano, a pensare. Io penso e il treno viaggia veloce. Attraversiamo campi verdi, cittadine colorate, brutte periferie, boschi innevati e pascoli finché, finalmente, dopo chilometri e chilometri, ci fermiamo nella bella stazione di Vienna.
STAI LEGGENDO
Wanderlust: Storia di un'aspirante viaggiatrice
AdventureWANDERLUST. C'è chi dice che sia un modo di sprecare tempo, chi un'ossessione e chi la definisce una vera e propria sindrome. Per me? Per me non è nulla di tutto ció, ma un modo di vivere, di vedere e di capire. Viaggiare è da sempre parte di me e...