Aria di libertà

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- Ispirato ad Ocarina of Time-

Era un tiepido pomeriggio primaverile, ma da sette lunghi anni al Lon Lon Ranch era molto difficile vedere il sole: le nuvole grigie occupavano il cielo malinconico senza lasciar filtrare nemmeno un raggio di luce. In questa cupa atmosfera tutti i cavalli nel recinto brucavano tristi, sottomessi agli ordini crudeli di Ingo. Tutti tranne uno.

Un cavallo, anzi, una cavalla dal pelo castano chiaro con la criniera e la coda bianche non aveva mai accettato di prendere ordini da quell'impostore. Ascoltava solo Malon, la sua unica amica, che tutte le sere nella stalla le cantava la sua canzone. Le note dolci di quella melodia danzavano per ore nell'aria circostante, spargendosi anche fuori dal confine della fattoria, invadendo la silenziosa piana di Hyrule, finché la stanchezza non prendeva il sopravvento facendo addormentare insieme le due amiche.

Ma ora Malon non era più la stessa, doveva piegarsi al volere di Ingo e lavorava come una schiava. Più di una volta aveva pensato di andarsene, ma non voleva abbandonare la sua casa. Non dedicava più molte attenzioni ad Epona, non cantava più con lei, non ci riusciva, era troppo stanca. Per di più Ingo era crudele, la trattava malissimo, voleva che diventasse il destriero di Ganondorf, ma lei non si sarebbe mai piegata al suo volere. Un animale nobile e dal cuore puro come Epona non avrebbe mai potuto farsi cavalcare dall'essere più malvagio e spregevole che esistesse.

Quel giorno, tuttavia, c'era qualcosa di diverso, un'atmosfera carica di promesse e di speranza, attesa davvero da troppo tempo. All'ingresso del ranch era apparso un ragazzo. Era vestito di verde, aveva i capelli biondo lucente e gli occhi color del mare. Epona lo osservò camminare di fianco alla stalla e attraverso il prato verde, fino ad arrivare al recinto, dove Ingo lo "accolse". Si dissero qualcosa, il ragazzo venuto dalla foresta estrasse qualche rupia dalla bisaccia ed entrò.

Succedeva abbastanza spesso, il nuovo proprietario concedeva alle persone comuni di fare un giro a cavallo a pagamento, era diventata una grossa fonte di guadagno. Aveva messo a disposizione un destriero dal pelo scuro già sellato che, esausto, aveva il compito di farsi cavalcare da tutti quelli che arrivavano. Quella volta, tuttavia, accadde qualcosa di diverso.

Il ragazzo appena entrato lo aveva accarezzato sul muso, cercando di consolarlo per le sue grandi fatiche, ma non aveva la benché minima intenzione di montarlo. Aveva tirato fuori un'ocarina azzurro cobalto e aveva iniziato a suonare una dolce melodia. Quella melodia.

Epona si avvicinò a lui. Non era più il bambino a cui Malon aveva deciso di insegnare quella canzone, ma del resto anche lei non era la puledrina di sette anni prima. Erano cresciuti entrambi ma si riconobbero subito. Nitrì e si fece accarezzare da quelle mani gentili, che la coccolarono come mai era accaduto prima. Link le sussurrò qualcosa all'orecchio, poi salì in sella e la cavalla fu felice di lasciarglielo fare sotto lo sguardo incredulo di Ingo, che aveva assistito a tutta la scena.

Il malvagio proprietario gli propose di fare una gara con scommessa, tanto per guadagnare qualche altra rupia, che consisteva in un giro attorno al recinto dei cavalli, su un tracciato ovale lungo circa cinquecento metri. Link accettò e non fu per nulla difficile vincere. L'impostore era disperato:

«Com'è possibile che un cavallo selvaggio come quello si lasci montare da un ragazzino qualunque e vinca contro di me in una gara? Non può essere! Voglio la rivincita! Se vinco io te ne torni a casa e non ti fai mai più rivedere da queste parti. Se vinci tu... Ti regalerò il cavallo!»

Detto fatto, i due furono di nuovo sulla linea di partenza e questa volta Ingo era più agguerrito che mai. Accortosi degli errori precedenti cercò di ostacolare il suo avversario, ma Epona era di gran lunga più veloce e con uno scatto si portò in testa, facendo mangiare la polvere al suo avversario.

Avevano vinto ancora! Il loro legame era troppo forte per essere battuto da Ingo, che fu costretto a mantenere la parola data. Si precipitò a chiudere il cancello del Lon Lon Ranch e, furioso, disse:

«Ho detto che ti avrei regalato il cavallo, ma non riuscirai mai a lasciare questo ranch!»

I due amici non si scoraggiarono ed Epona partì di nuovo al galoppo, puntando al cancello. Ingo si scansò e la cavalla lo saltò. Erano liberi!

In quel momento un raggio di sole squarciò le nubi e lentamente il cielo ritornò sereno. La maledizione era appena stata rotta e le cose erano destinate a cambiare. Malon e suo padre forse un giorno sarebbero riusciti a riprendersi la loro casa, due amici si erano appena ricongiunti e non si sarebbero mai più lasciati.

Una foresta piena di mostri, un fiume ghiacciato, una montagna circondata da nubi di fuoco, un borgo distrutto, un deserto arido e maledetto, un lago quasi completamente prosciugato. I guai di quei tempi non mancavano, ma Hyrule non era morta, poteva ancora risollevarsi ed essere riportata all'antico splendore, bisognava solamente crederci e volerlo davvero.

Link accarezzò la sua amica, ascoltò il battito del suo cuore, il suo respiro regolare per nulla affaticato dalla lunga corsa. Aveva tanto da dare e quello era solo l'inizio. La criniera e la coda candide come la neve svolazzavano nella corsa come stendardi portatori di speranza.

Avrebbero lottato contro tutto e contro tutti e lo avrebbero fatto insieme.

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