Il giorno dopo
Ore 3.00, non ho voglia di andare al lavoro.
Ore 3.15, voglio tornare a letto.
Ore 3.20, non ho voglia di andare in bici, sembra che si prospetti essere una bella giornata estiva, andiamo in rollerblade!
Ore 3.30, dove sono i rollerblade?
Ore 3.45 trovati!
Ore 3.56 perché non si vogliono infilare?
Ore 4.23 pronta per partire!
Ore 4.40 inizia ad albeggiare, sono decisamente in ritardo!
È stata una grande idea quella di andare al lavoro in rollerblade, è bellissimo quando i primi raggi del sole iniziano a far capolino sulla città. Tutto si fa più chiaro e le luci iniziano a spegnersi. La città dorme ancora ma la vita torna a svegliarsi. Gli uccellini escono dal nido e fischiettano felici, le rane si nascondono e i piccoli insetti iniziano la loro frenetica giornata.
Il camion del netturbino inizia il suo giro ed i giornali sono pronti.
Sta per iniziare un nuovo giorno ed io posso assistere al suo esordio. Sto pattinando lungo il marciapiede, me la prendo comoda, anche se sono in ritardo di quasi due ore. Sarà una bella giornata, me lo sento.
Un passo alla volta, chiudo gli occhi, alzo la testa al cielo, sento l'aria fresca sul mio viso ed una goccia. Apro gli occhi, piccole gocce stanno iniziando a cadere leggiadre a terra, sul mio viso, sui miei capelli, sulle foglie.
La bella mattinata se ne stava andando via, nuvole scure oscuravano il cielo facendo ricadere tutto tra le tenebre. Gli uccellini tornavano al nido, le rane riuscirono felici, gli insetti fuggivano.
La pioggia aveva iniziato a cadere fitta, mi stavo bagnando e iniziai a pattinare più velocemente che potevo. Decisamente era la giornata ideale per fare una corsa in rollerblade!
La pioggia non cessava ed io ero completamente bagnata, i rollerblade iniziavano a scivolare sull'asfalto bagnato ma decisi di continuare lo stesso a pattinare veloce per raggiungere in fretta il negozio quando, d'improvviso, inciampai in una buca e senza rendermene conto, mi ritrovai per terra.
Che dolore alla caviglia! Faceva malissimo! La pioggia continuava a cadere incurante. Non riuscivo ad alzarmi, la caviglia non mi reggeva. Tolsi i rollerblade ma quello di sinistra proprio non usciva, la caviglia mi faceva così male!
Presi il cellulare e chiamai Lakisha. Segreteria telefonica, e quando mai lei lo teneva acceso!
Stavo andando nel panico non sapevo più cosa fare.
Ormai ero completamente bagnata! Non avevo più niente di asciutto, nemmeno le mutande!
Faceva freddo e la caviglia si stava gonfiando. Dovevo fare qualcosa, dovevo chiamare qualcuno.
Denny!
- Denny! – gridai forte, quando lo vidi correre dall'altra parte della strada con un ombrello blu in mano.
- Denny! Aiutami! Sono qui! – urlai più forte, per farmi sentire.
- Denny! Denny! Sono qua! Aiutami! – gridai ancora, facendogli cenno con la mano di avvicinarsi.
Denny, sentendomi gridare, si girò e vedendomi a terra, attraverserò velocemente la strada per correre in mio aiuto.
Giuro che gli darò muffin gratis per mesi! Anzi per anni!
- Cassy che fai qua? – disse Denny raggiungendomi e coprendomi con l'ombrello.
- Tu non ci crederai ma oggi avevo voglia di andare al lavoro in rollerblade e ho l'impressione di essermi rotta la caviglia. Mi aiuteresti a raggiungere l'ospedale? – dissi, sollevata dalla presenza di Denny.
- Sì certo, ti porto subito, ho l'auto qua vicino. Ma perché sei venuta in rollerblade!? – chiese Denny a metà tra il confuso e lo scioccato.
- Credevo fosse una bella giornata. – dissi in mia difesa.
- Ma non hai sentito Tom ieri? Diceva a tutti che oggi sarebbe piovuto, ho visto che lo diceva anche a Lakisha, non te l'ha detto? – chiese lui mentre mi aiutava a rialzarmi.
Ma quando mai Lakisha si ricordava di dirmi qualcosa!
- Considerando che sono in rollerblade, no, non me l'ha detto. – risposi un po' scocciata.
- Dai tieni l'ombrello, vado a prendere l'auto. Non muoverti, aspettami! – disse Denny allontanandosi.
Voleva fare la battuta per caso? Perché non era divertente!
Denny arrivò poco dopo con l'auto, mi aiutò a salire dietro e mi portò dritta all'ospedale.
Dopo 46 minuti, mi ritrovai su un lettino dell'ospedale con la caviglia dolorante ancora dentro al rollerblade.
- Senti vado a chiamare Lakisha. – disse Denny, dopo avermi accompagnata nell'ambulatorio per la visita.
- Se riesci a svegliarla fai pure! – ribattei.
- A che ora si sveglia di solito? –
- Alle 8.00. –
- Sono le 6.10, provo a suonare il campanello, se non mi risponde butto giù la porta. –
- Tieni, usa piuttosto le chiavi. – dissi, tirando fuori dalle tasche dei pantaloni le chiavi di casa e allungandogliele.
- E dì a Lakisha di andare in negozio ad appendere alla porta un cartello con su scritto che ci scusiamo ma che per oggi rimaniamo chiusi, causa incidente alla caviglia o roba simile. – continuai io.
- Tranquilla Cassy ci pensiamo noi. –
- Grazie Denny, mi hai salvata, muffin gratis per due mesi!-
- Davvero? Grande! Sono a tua completa disposizione! – disse Denny entusiasta.
Dopo avermi dato un bacio sulla guancia, Denny prese la giacca e andò da Lakisha.
Ero rimasta sola, con un piede dolorante incastrato nel rollerblade e lo sguardo rivolto alla pioggia che batteva contro la finestra.
Dopo qualche minuto, l'infermiera entrò nell'ambulatorio, dove solo poco tempo prima mi aveva condotta. Era una donna sui cinquant'anni, con il viso segnato dalle rughe. Aveva i capelli raccolti sulla nuca, erano biondi ma avevano già iniziato a tingersi di bianco.
Con passi leggeri si accostò a me e gentilmente disse: - Il dottore sta arrivando, vuole che tiri le tende alla finestra? –
- Sì grazie, ne ho avuta abbastanza di pioggia per oggi! -
l'infermiera sorrise cortese e chiuse le tende.
Ero fradicia, i miei capelli gocciolavano sul letto, la mia canotta bianca faceva intravedere il reggiseno nero e avevo i pantaloni incollati alla pelle.
La caviglia mi faceva sempre più male.
Ma quando arrivava il dottore? Potevano togliermi almeno il rollerblade? Chiesi all'infermiera gentile.
- No, mi dispiace. È il dottore che deve farlo dopo aver valutato i danni da lei riportati. Mi dispiace. – disse l'infermiera.
- Non si preoccupi, resisterò. – dissi, con un accenno di sorriso.
- Menomale che sono arrivato allora, così almeno posso darti qualcosa per il dolore. – disse una voce alle mie spalle.
Girai la testa, per vedere chi aveva appena parlato e vidi: - L'uomo perfetto! – o mio Dio! Il mio "uomo perfetto"
era un dottore! Il mio dottore!
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Un istante di noi
RomansCassandra è proprietaria di un negozio di pasticceria, nel quale lavora anche la sorella Lakisha, esuberante ragazza che non si può non amare. Tra pasticcini, clienti singolari e battibecchi bislacchi, le giornate in pasticceria passano lietament...