Napoli

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Sagittario: cinque stelle, oggi giornata importante per guardare da una nuova prospettiva e per fare nuovi incontri.
Se sei stanco dei soliti schemi, prendi una pausa per schiarirti le idee e vedrai che il tempo ti darà le risposte che cerchi.
Cerca di evitare tensioni con persone che non appoggiano le tue scelte e tieni d'occhio una Bilancia pronta ad occupare i tuoi pensieri.
Le buone opportunità potrebbero essere a portata di mano.

Scriveva quella volta l'oroscopo sulla pagina di una rivista settimanale infilata nel caos della mia tracolla, e come al solito una parte degli astri mi rispecchiava mentre l'altra era incomprensibile, strana, e poteva sembrare stupida, ma io mi divertivo a confrontarlo con i miei disegni di vita.
Avrei poi verificato se esisteva davvero quella Bilancia da tenere d'occhio....

E mentre dai finestrini scorreva veloce il cielo dietro alle montagne, casa mia si faceva sempre più distante, insieme a tutte le cose che fino ad allora mi avevano accompagnata.
Lì, da quei vetri, passava anche il film dei miei vent'anni.
Sprofondavo nella mia postazione scomoda, osservavo una vecchietta appisolata di fronte a me e aspettavo.
Mi sentivo un po come se fossi scappata di casa in una notte brava, e forse in parte era così.
Con mamma ci avevo litigato mentre facevo le valigie e a mio padre, lo aveva detto lei per telefono quando ormai era tutto deciso.
A Marco quando lo avevo lasciato non avevo accennato nulla.
Speravo che l'indomani mi avrebbe odiata così tanto da smettere di pensarmi e di amarmi all'istante, e questo mi avrebbe consolata.
Speravo che capisse che cosa era meglio per lui e speravo che la mia famiglia avesse compreso la mia voglia di varcare i confini.
Quel mio sentirmi spaesata, incompleta e la sensazione di cercare lontano quello che non mi aveva appagata vicino.
Il problema è che io non sono mai stata una che si è accontentata e ancora non so se questo è un difetto.
Sono sempre stata un tipo che ama stare da sola con le sue idee in mezzo a tanti.
Una combinazione complessa a rendermi un'equazione irrisolvibile agli occhi degli altri.
Infatti, si dice che chi sa stare solo è difficile da conoscere, perché ha imparato a fare la cosa che fa più paura.

Pensavo, ripensavo, ma disperdevo i dubbi nell'aria che sferzava rumorosa contro i finestroni chiusi.
Dopo due ore o poco più il treno aveva fischiato e aveva rallentato insieme al ritmo delle ruote.
La corsa si fermava mentre la mia cominciava soltanto in quell'istante.
Afferravo i bagagli e caricavo in spalle la mia fedele chitarra. Scendevo i gradini e il profumo partenopeo mi investiva come l'odore di un giardino che sta per germogliare a marzo.
"Napoli Centrale" leggeva una scritta verde sopra ad un cartellone alto.
Un benvenuto inespresso.
Una stazione diversa ma lo stesso trambusto, se non più accentuato.
Nuovi odori ad invadermi i sensi.
Nuovi stili.
Un accento marcato che orgoglioso si faceva sentire.
La folla che nella pochezza trovava la genuina felicità.
Nuova gente dalla mano calda ed accogliente.
Sorridevo di riflesso sui sorrisi degli altri.
Poi, mi fermavo un momento nella frenesia di quella nuova città.
Mi voltavo un misero secondo mentre tenevo ben salda la custodia in spalla.
Non trovavo nessuno in mezzo a tutti.
Non trovavo volti definiti su mille facce sconosciute.
Una leggera nostalgia si insinuava sotto la pelle, ma una carica di adrenalina aveva la giusta intensità per abbatterla.
Mi rendevo più forte del primo senso di disorientamento.

Cosa facevo adesso?
Adesso cercavo un bed&breakfast e poi, magari, trovavo un lavoro.
Avrei potuto prendere uno di quei giornali grandi dalla stampa scura, che tingeva le mani ed evidenziare con un pennarello rosso la proposta che più mi si addiceva.
Avrei potuto chiedere in qualche piccola attività o addirittura avrei potuto mettermi dirittamente a strimpellare qualcosa con il plettro e la chitarra su di un marciapiede, e come una gitana, esibirmi aspettando la mancia in un cappello.
No.
Mi sarebbe piaciuto provare, ma no.
Quell'oggi mi godevo Napoli, e se incontravo un'occasione la afferravo come se non fosse esistito un domani.

La Storia In Una Fotografia (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora