i conti non tornano.

37 2 0
                                    

Cerco di pensare a cosa c'entri Mark con Luke. Perché non vuole? Sarà successo qualcosa?

"Mamma per caso sai se é successo qualcosa tra Mark e Luke per caso?"
"Non penso, Mark ha sempre avuto tanta stima per quel ragazzo e per quella famiglia, perché?"
"No così, volevo solo sapere"
"Sei strana cosa succede?"
"Niente, niente sto bene" dico e vado in camera senza darle il tempo di rispondere. Cerco il cellulare ma non lo trovo. Dove l'ho messo, l'avevo lasciato sul letto.

vado a cercare in soggiorno, non c'é. Vado a cercare in cucina e non c'é. Ma dove l'ho lasciato? Vedo Stesi che va dalla parte della mia stanza. La seguo in silenzio senza farmi sentire né vedere. Sta sfogliando una rivista. La mia rivista. Allora entro. *tossisce, tossisce* "ehm..ehm.. cosa stai facendo qui?"
"Ciao, niente volevo vedere questa rivista mi incuriosiva troppo, é bella"

Vedo il mio cellulare sul letto dietro di lei.
"Avevi tu il mio cellulare?"
"No ma che dici, non so neanche il codice"
Codice? Che codice.

"Ma il mio cellulare non ha il codice, senti dimmi la verità" dico mentre riprendo il cellulare, sono abbastanza nervosa.

Controllo i messaggi. Un nuovo messaggio da Luke.

Perfetto dopo questo non ti disturberó più.

Le parole del messaggio. Che significa? Cos'ha fatto col mio cellulare.

"Cos'hai fatto? Che messaggio hai inviato a Luke a mia insaputa?" Sono nera.
"A ma quello é il tuo cellulare? Pensavo che era il mio" dice sarcastica fingendo una risata.

Io a questa la prendo a capelli.

"senti signorina so tutto io, anche se sfortunatamente sei mia cugina questo non ti dà il diritto di intrometterti nella mia vita privata ok?! Mi sono spiegata?"
"Ahaha non mi fai paura, e poi niente di che ho detto solo che ti sei stancata di lui, che non lo volevi più bla bla bla e cose del genere, tanto ora stai con Michele giusto?" disse con faccia da schiaffi.

La prendo per i capelli lei ricambia. le tiro un calcio nella pancia e le lascio un graffio in faccia. con i capelli arruffati mi spintona e vado a sbattere contro il muro.
ricambio lo spintone e lei cade a terra. Mi butto su di lei prendendole per il colletto di quell'orrenda camicietta rosa. Bleah mi da il disgusto.
"NON SEI NESSUNO, NON HAI IL DIRITTO DI ROMPERMI IL CAZZO COSÌ HAI CAPITO" dico urlando sono su tutte le furie. Lei urla.

Mamma e zia Mary salgono in camera di corsa vedendo la scena ci separano. Ho gli occhi pieni di odio nei suoi confronti.

Lei finge di piangere. Si vede che finge mi avvento di nuovo contro di lei per la troppa rabbia e le lascio un altro graffio in faccia. Lei urla ancora di più, mia madre mi prende per la vita con la forza e mi tira via dall'altra parte della stanza.

"MA CHE SIETE IMPAZZITE? COSA VI SALTA IN MENTE?" sbraita mia madre.

"É... é.. stata.. lei.. io .. non ho fatto.. niente" dice Stesi singhiozzando.

NON É POSSIBILEE. IO LA AMMAZZOO.

"GGGRRRRR AHHHHHH.... NON É POSSIBILEEE" urlo quasi piangendo per la rabbia. Mia madre mi tira uno schiaffo. Ma io la spintono divincolandomi dalle sue braccia che mi tenevano ferma. Dopo questa non mi vedranno più. Prendo il cellulare, la giacca qualche soldo ed esco di casa quasi piangendo. Sono spettinata tutta rossa in faccia. Ho maledettamente caldo. ma fuori fa freddo.

Da dietro sento la lontana voce di mia madre che mi dice di tornare in dietro ma io la ignoro. mi sono rotta.

Voglio tornare a londra dai miei amici, dalle persone che veramente mi capiscono. Non voglio stare in questa merda.

Le lacrime mi rigano il viso. Il cielo é nero. Sta per piovere.

corro sul prato di un giardino in periferia mi fermo, alzo il viso al cielo.

Il cielo piange con me. Quella pioggia fredda mi bagna tutti i vestiti e mi fa passare tutta la caloria di rabbia che avevo addosso. Ora sono fradicia.

Le lacrime si mischiano con la pioggia. Cado sulle ginocchia. Ma ho sempre il viso rivolto verso il cielo. Lancio un urlo di liberazione.

"Perché...papà..perché te ne sei andato, mi hai lasciata da sola in questo schifo.. perché" urlo singhiozzando.

Voglio morire. Nel vero senso della parola.

All'improvviso mi sento qualcosa sulle spalle come una coperta. Ha quasi smesso di piovere.

Sento un respiro caldo dietro il mio orecchio.

"calma..ora ci sono io."
Mi giro. É Michele. Mi copro le mani con il viso e scoppio a piangere forte. Lui mi abbraccia e piano piano mi fa alzare. Mi toglie le mani dalla faccia.

"Sei più bella quando ridi che quando piangi" mi dice tendo i suoi occhi puntati sui miei.

"Perché?"
"cosa?"
"Perché... sei venuto qui? come mi hai trovato"
"Mi trovavo da queste parti fin quando ti ho visto e ti ho seguita"
Quelle parole mi calmano un po.

"Cosa te ne importa? Perché mi hai seguita e perché mi hai coperta? Mica sono la tua ragazza!"
"No, infatti non lo sei.. ma il fatto é che quando ti vedo non riesco a inquadrarti, di solito ogni ragazza ha un modo diverso di fare ma tu, non riesco a capirti, voglio provare a capirti, prima fai la dura, poi fai l'amica poi la fragile, chi sei?"

"L'amica?"
"Si, l'amica ti ho visto come tratti Abby, nessuna le era mai diventata amica a parte te, non riesco a capire che persona sei!"
"Non c'é bisogno sempre avere la situazione sotto controllo, a volte le cose inaspettate sono le più belle" mi asciuga le lacrime..

Si avvicina a me. Sento il sapore delle sue labbra, menta fresca mischiate al sapore della pioggia. Sento un calore che mi avvolge e vibrazioni in tutto il corpo.

Non so che mi sta succedendo.
Non so che ci sta succedendo.

"consideralo un segno d'amicizia.. questo"
"Amicizia? AMICIZIA? Ma dici seriamente?" Mi separo da lui mi tolgo la coperta. Prendo la borsa e scappo via.

Ora viene il bello. dove vado?

Vado nella casetta che sta affianco alla palestra della mia nuova scuola mi sdraio per terra. Anche se ho freddo ed é scomodo. Mi sento bene. Lontana da tutti.

Forse é proprio questa la risposta LONTANA DA TUTTI.

L'amore Non Ha Un SensoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora