Heart

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Non avevo uno degli aspetti migliori. Insomma, era praticamente finita la serata! Era ovvio che il mio aspetto fosse a dir poco... orripilante! Avanzai lentamente verso il suo tavolo. Lui era fantastico con i capelli ben pettinati, una maglia nera semplice con sopra una giacca di jeans, e dei pantaloni del medesimo tessuto. Mi morsi le labbra, chiedendo con gentilezza cosa volesse mangiare.

<<Vorrei una pizza hawaiana>>, mi rispose con un caldo sorriso leccandosi il labbro inferiore. Deglutì, ripensando che appena la notte prima, l'aveva passata lungo tutto il mio corpo.

<<Okay. Da bere?>> chiesi cercando di non far trasparire l'insicurezza.

<<Una Pepsi Cola, per favore>>.

<<Basta così?>>

<<Sì, Jess>>. Il suo tono era così seducente che sentivo le gambe mollicce. Avrei voluto sedermi accanto a lui e stringerlo tra le mie braccia, riempiendolo di baci e carezze, ma non potevo. Almeno, non in quel momento.

Andai nell'office, e le ragazze esultarono emendo gridolini e commenti sconci sul fisico palestrato di Justin.

<<Sai, è proprio un bel bocconcino>>, disse con un sorrisetto malizioso Alexa giocando con i suoi capelli biondo platino.

<<Sì, molto buono>> commentò Ashlie sistemandosi la frangetta biondina come il grano.

<<Ehi, lui è occupato. Non avvicinatevi a lui, o dovrete passare sul mio cadavere!>> mi difese Jennifer, mettendosi davanti a me.

<<Ah, sì? E chi è la fortunata?>> Suze era curiosissima di saperlo. Jenny mi indicò con il capo spostandosi da me, rendendomi vulnerabile alle doppia A. <<Sono così contenta per te, Jessie!>> esclamò la mora dai capelli corti venendomi incontro con un grosso abbraccio. Alexa e Ashlie mi fulminarono con lo sguardo, ed io sorrisi debolmente.

<<Il prossimo ordine?>> Chiede Kelly accanto al bancone. Mi staccai dal gruppo, e le diedi il foglio <<wow, va sul pesante il giovanotto!>> esclamò la signora leggendo il foglio. <<Attenta ragazzina, lui è troppo spensierato per te>>, mi mise in allerta. E' stata sempre così saggia e attenta verso chiunque, ed ha nutrito una certa antipatia per le due cameriere bionde da sempre, perché secondo lei sono troppo sicure di loro e credono che il mondo giri solo intorno a loro. Beh, non ha tutti i torti...

<<Noi torniamo a casa. Non volgiamo assistere al vomitevole spettacolo>>, annunciò Ashlie prendendo il cappotto insieme a sua sorella.

<<Okay, ci vedremo martedì al solito orario>>, annunciò Cassie salutandole. <<Vado anch'io. Jennifer, vuoi un passaggio?>>

<<No. Voglio vedere Jessy come se la cava! Suze, se vuoi va tu. Io resto con lei>>. Era scontato che Jenny rispondesse in questo modo. E' più pazza di me, e odia tralasciare anche un minimo pettegolezzo! E poi, se succedesse qualcosa di negativo, lei è sempre pronta a mettere in ridicolo il ragazzo che stavo frequentando quel momento.

<<Va bene. Sono piuttosto stanca, e questo pancione mi sta facendo impazzire!>> esclamò accarezzandosi il ventre gonfio per il sesto mese di gravidanza. <<Buona notte a tutte, ci vedremo tra un paio di giorni>>, disse prima di superare la soglia della porta con Cassie.

<<Ehi, non ti secca se gliela porto io la coca, vero?>>.

<<No>>.

<<Bene, allora vado!>> era proprio entusiasta per una semplice bibita. Magari avessi un terzo del suo entusiasmo...

<<Kelly, ti do una mano. Cosa serve?>> cercai di rendermi utile, almeno per non pensare al commento velenoso della bionda.

<<Oh, cara non mi serve nulla. Però mi piace la tua compagnia, Jessica. Come si sente tuo padre?>>

<<In coma>>, tagliai corto.

<<Mi dispiace, gioia... ma non abbatterti, non sei sola. Ci sono tante persone che ti amano>>. In fondo cercava solo di tirarmi su il morale, e non feci a meno di sorridere al suo commento così spontaneo. Però volevo mio padre. Che stesse bene, almeno. Ma evidentemente chiedevo troppo.

Jennifer tornò dalla sala, e mi sorrise a trentadue denti, ripetendo che era un gran figo, e che dovrei frequentarlo. La pizza era pronta, ed io con l'ansia a mille, presi il piatto in mano per poi avanzare verso Justin. Il mio cuore batteva a mille ad ogni passo che facevo. Kelly e Jenny se ne erano andate dandomi le chiavi del locale, visto che non c'era molto da fare. Ero sola in quel momento,  ma non avevo paura. Appoggiai il piatto davanti a lui, e la guarda compiaciuto. Poi prese la mia mano, accarezzandola. Mi provocò tanti di quei brividi che mi pareva di esser stata colpita in pieno da un fulmine in una tempesta.

<<Sei così deliziosa, Jess>> quel sussurro era come un martello in testa.

<<Ti ringrazio>>, bofonchiai lasciando la sua.

<<Siediti qui. C'è qualcun'altro?>> cosa rispondere? Sì? No? Ero bloccata come un salame! Non sapevo neanche spostare un dito, figuriamoci muovere la bocca per rispondergli! Tutto il coraggio che avevo poco fa se ne andò in fumo, ed io ero tornata la sedicenne timida e goffa di un tempo. <<Vuoi che vada a controllare?>> mi chiese con un sorriso.

<<No. Non c'è nessuno, non preoccuparti. Okay, se vuoi ti faccio compagnia>>, risposi sbrigativa evitando ulteriori figuracce. 

<<Mi fa piacere. Vuoi favorire?>> mi propose, donandomi una fetta di pizza.

<<Sì, grazie>>, risposi cordialmente prendendola in mano. 

<<Di nulla, Jess. Stai benissimo stasera, sai?>>. Gli sorrisi ringraziandolo con lo sguardo, e poi spostarlo sul cibo che avevo in mano. Lo addentai. <<Posso tenerti la mano?>>

<<Certo>>. Rimanemmo così. In silenzio, a studiarci con lo sguardo. Io ero timidissima, ed ogni volta che posava gli occhi su di me, arrossivo come un peperone.

<<Sembri una dea del sesso, ma quando arrossisci mi ricordi una ragazza innocente e spensierata>>.

<<Grazie. Sei molto dolce a dirmi questo, Juss>>. Perché era così premuroso nei miei confronti? Per la prima volta avevo fatto prima la frittata. Ed ora volevo fare l'uovo, dannazione!

<<E' la verità, Jessica. Se vuoi, dopo ti riaccompagno a casa. E' abbastanza tardi per andare in giro di notte, e non posso lasciarti da sola>>.

Questa storia non mi tornava... perché si comportava così, mentre il giorno precedente mi aveva scopata come se fossi su una sedia elettrica? Ci alzammo, io misi a posto tutto, e chiusi il locale. Entrai nella macchina di Justin. Era una di quelle lussuose che ti costano un'occhio della testa! Durante il viaggio, mise musica rilassante e particolarmente intima. Stringeva la mia mano portandola sulla sua coscia, e di tanto in tanto si girava sorridendo sghembo. Era delizioso anche lui. Mi sentivo protetta, ma al tempo stesso in grande pericolo. Chissà, forse nasconde qualcosa, ma cosa? Dovrei indagare a fondo sulla cosa, e per farlo dovrò aprirmi, per poi far aprire lui a me, ed aiutarlo a non cadere nell'abisso profondo. Sempre ammesso che non ci sia già.

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