Affondai la testa nel cuscino, cercando di elaborare la scelta presa. Avevo definitivamente abbandonato il passato.
Sarei restata lì, con Ael e gli altri, a combattere un nemico per me ancora incomprensibile.Mi girai su un fianco, sentendo un forte dolore alla schiena. E lì, un pensiero mi attraversò la mente, rapido come un lampo.
Le mie ali erano svanite.
Mi tirai a sedere, tastandomi la schiena come meglio potevo.
Nulla, il vuoto. Riuscivo a sentire solo due spesse cicatrici ai lati delle scapole.
In quel momento, la mia mente venne assalita da tutto il dolore che avevo provato in sedici anni di vita. Davanti ai miei occhi, passarono immagini fugaci e terribili. Vidi mia nonna, uccisa durante una rapina finita male, il corpo di mia sorella carbonizzato e quello di mio padre, steso a terra.
A ogni ricordo, una parte di me moriva.
Stavo lentamente cadendo in pezzi.
Ero scossa dai brividi.
Sbattei le palpebre più volte. Le mie gambe tremavano, al di là del controllo che cercavo di esercitare. Cominciai a sentire crepitii e vedere ombre nell'oscurità. Persino la pioggia, mia vecchia amica, sembrava un orribile mostro.
Strinsi le coperte con una forza tale da graffiarmi con le mie stesse unghie.La porta si aprì nel momento esatto in cui un'orribile sensazione di soffocamento mi percorse.
Avevo la vista annebbiata e la mente in preda al delirio, ma riconoscevo mia sorella corrermi incontro, preoccupata.
La ragazza mi strinse a sé, ignorando i miei movimenti incontrollati e la mancanza di ossigeno che mi assillava.
Mi era capitato, tante volte."Attacchi di panico", li chiama qualcuno.
"Morte lenta e dolorosa", li chiamo io.Ael era l'unica a sapere cosa fare, quando mi accadeva. Era l'unica che riusciva a calmarmi, probabilmente l'unica che voleva vedermi serena a tutti i costi. Dopo la sua "morte", ho sofferto molto spesso di questi attacchi, ma nessuno riusciva a calmarmi del tutto. Così, per tranquillizzarmi, chiudevo gli occhi e cercavo di convincermi che Alexandra fosse lì, in camera, ma che non potessi abbracciarla perché era malata e non voleva contagiarmi. Allora partivano conversazioni con il vuoto, un susseguirsi di domande e risposte pronunciate sempre dalla mia voce.
Serviva a qualcosa, tutto questo? Più o meno. Riuscivo a calmarmi, certo, ma seguiva sempre un senso di profonda depressione. Piangevo per ore, ininterrottamente, con le liti furibonde dei miei genitori come sottofondo. Fiumi di lacrime sgorgavano dai miei occhi, ormai perennemente gonfi, finché non mi addormentavo. Non importava dove fossi: fossi sul letto o in giardino, dopo aver pianto molto il sonno mi assaliva.
Solo in quel momento capii la vera origine di quel sonno. Era proprio vero: mia sorella non se ne era mai andata.La ragazza non mollava la presa.
Era sempre stata più forte di me, fin da quando eravamo piccole. Non era un problema, per lei, abbracciarmi fino a farmi male o lanciarmi per terra in un secondo.
Sentivo la sua voce che, da ovattata, era diventata nitida e vicina. Non stava parlando, né ordinando qualcosa. Stava cantando.
Inspirai ed espirai con calma, finalmente più rilassata. Tenevo la testa affondata nella spalla di mia sorella e le mani abbandonate sulle cosce.
Le mani affusolate e fredde di Alexandra scorrevano lungo le cicatrici che avevo sulla schiena.
Alzai la testa, tremante, e la abbracciai.-Scusami, Alexandra. Ti prego. Non dovevo neanche avvicinarmi a quella finestra.-
-Victoria...-
-No, per favore. Lasciami finire di parlare.- mi scostai, guardandola negli occhi. -Perdona questo mio codardo tentativo di fuggire, spinto da non so neanch'io quale ancestrale sentimento. Perdonami se non ti sto trattando come meriti, perdonami se ti sto facendo del male. Perdonami per questo e per tutto ciò che ho fatto, sorella.-
La ragazza sbatté le ciglia più volte: non se lo aspettava.
-E se prima non ero convinta al cento per cento di aver fatto la scelta giusta, ora ne ho la conferma.-
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Midnight: Death is coming. _Sospesa._
FantasíaLa mia vita venne stravolta, quella notte. Ero una ragazza, proprio come te... Proprio come voi. Dovete prepararvi! Dovete sapere! Ascoltate, tacete! Ignorate il resto, questo è molto più importante. Presto anche le vostre vite verranno distrutte...