"Out of body and out of mind
Kiss the demons out of my dreams
I get the funny feeling and that's alright".
Secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, ora dopo ora.
Distunguevo flebilmente il grande carattere giapponese che Liv aveva disegnato sul soffitto della sua camera, nero su bianco. Sbattei le palpebre, dato il leggero pizzichio che sentivo agli occhi, e per un secondo vidi di nuovo tutto nero. Poi, alcuni piccoli punti di luce mi fecero notare dei particolari della stanza: il disegno sul soffitto, i fogli sparsi sulla scrivania, una pila di piccoli quaderni accanto alla porta.
Liv stava sdraiata accanto a me, con la sua mano stretta nella mia, ma voltata di schiena. Osservavo la regolarità del suo petto alzarsi e abbassarsi, seguendo il respiro tranquillo. Di solito, era questo che mi faceva addormentare in questi momenti, quando lei già dormiva, mentre io non ci riuscivo.Chiusi gli occhi, provandoci ancora una volta, quando un leggero sussulto da parte di Liv mi fece voltare la testa di scatto verso di lei. Il respiro non era più regolare, lento, quieto. Adesso era accelerato, quasi stanco. Ogni tanto, muoveva qualche parte del corpo in uno spasmo involontario, dovuto alla natura del suo sogno.
Alzai il busto, sporgendomi verso di lei."Liv?". Le accarezzai un braccio con la punta delle dita, ma lei continuava in quella sua corsa immaginaria, senza riuscire a calmarmi. Quando gli scatti si fecero più frequenti, però, cominciai a preoccuparmi.
"Liv, svegliati. Ehi, Liv". Le scossi una spalla per qualche secondo, prima che lei si sveglio di soprassalto, boccheggiando spaventata. Tirò su il busto, a corto d'aria, mentre sussurrò un "Genn" che mi fece rabbrividire.
Si guardò intorno velocemente, prima che bloccasse i suoi occhi ai miei. Dopo qualche secondo, notai le sue guance imperlate di lacrime, e il suo corpo scosso da piccoli brividi."Genn" bisbigliò ancora, prima che la abbracciassi. Liv strinse le braccia intorno al mio petto e nascose il volto nell'incavo della mia spalla, con il naso che sfiorava la mia clavicola.
"Sono qua". Il suo corpo sussultava contro il mio, disperato. Decisi di stendermi, portando Liv a distendersi accanto a me, con il viso ancora premuto contro il mio collo. "Che succede, bimba?". Tirò su con il naso, spostando la faccia accanto alla mia, con le labbra vicine al mio orecchio. Sentivo il suo respiro caldo sulla guancia sinistra.
Girai la testa verso Liv, e vidi che mi stava guardando con occhi vuoti.
"Ehi""Ero in macchina. Io, guidavo troppo veloce, non volevo rallentare. Uno ha attraversato la strada, e o l'ho investito. Non mi sono fermata, sono andata avanti, guardando il corpo dal finestrino. Eri tu. Genn, eri tu, io ti avevo preso sotto e nemmeno mi sono fermata. Io...i-io, ho paura, Genn, cosa...". Lasciai cadere la mia testa sulla sua, appoggiando la fronte sulla sua tempia. Si bloccò, tremante, quando avevo i suoi occhi a poca distanza da me, dai miei.
"Ho paura" sussurrò ancora, con un sospiro spaventato."Era solo un sogno". Ricominciò a piangere, bagnandomi la spalla della maglietta.
"Genn, io ti uccidevo e nemmeno mi fermavo, come fai a-"
"Liv, tu mi uccidi ogni secondo anche con un semplice sguardo. Non sarà un sogno a portarmi lontano da te, se tu non lo vuoi". Le sorrisi rapidamente, prima di portare una mano sulla sua guancia, e portare via alcune di quelle lacrime troppo pesanti per lei.
"Non me ne andrò, a meno che non sarai tu a chiedermelo".
Mi baciò, con un movimento lento e programmato, pieno di dolcezza, amore e amarezza. Il sapore delle sue lacrime sulle labbra rendeva quel bacio più realistico."Non vorrò mai che tu te ne vada" sussurrò, con la bocca a pochissima distanza dalla mia.
"Allora sarò il tuo incubo ancora per molto". Scoppiò in una risata sommessa, mentre portava una mano intorno al mio collo.
"Ora dormiamo, che ne dici, piccolina?".
Incrociò una gamba alla mia, dopo essersi sistemata meglio sul suo letto, accanto a me."Give me long kiss goodnight, and everything will be alright.
Tell me I won't feel a thing, so give me Novacaine".
La sentii sorridere contro la mia guancia, quando riconobbe la canzone. Si chinò in seguito su di me, lasciandomi un lungo bacio della buonanotte.
__Cercai di non fare rumore, quando mi svegliai la mattina dopo. Era abbastanza presto, così mi alzai, convinto che non ci fosse nessun altro in casa. Almeno, Liv mi aveva detto così.
Salii le scale del seminterrato in silenzio, mentre mi passavo una mano tra i capelli, ancora assonnato. Quando arrivai in salotto, un odore di caffè mi attirò verso la cucina, dove trovai il padre di Liv con una tazzina in mano, intento a fissare il suo telefono. Mi bloccai dalla porta, indeciso se tornare giù, uscire in qualche modo o parlargli. Ad ogni modo, lui mi precedette."Entra pure, Gennaro, non ti mangio" mi disse, con tono estremamente gentile, rispetto a quello che imitava Liv.
Non sapevo cosa dire, così mi diressi solamente verso il bancone della cucina, verso la moka sul fornello.
"Vi ho visti, questa notte. Tu e Lavinia, in camera sua" aggiunse dopo un po', facendomi fermare il cuore nel petto. Non riuscivo a parlare, le parole erano congelate nel mio cervello, così lo feci continuare.
"Io sono convinto che tu sei senza dubbio il più adatto per lei". Rimasi paralizzato per qualche secondo, prima di girarmi verso il tavolo della cucina, dove stava seduto suo padre.
"Sei quello di cui lei ha bisogno, dopo Giacomo".
Deglutii, paicevolmente sorpeso da quelle parole così gentili che uscivano dalla sua bocca. Sembrava rilassato, sincero, così mi costrinsi a parlare."Cerco di fare il possibile" borbottai, con un tono troppo buffo.
"Io ora vado, Gennaro. Ci vediamo" annunciò dopo un minuto di silenzio, in cui io bevvi un caffè.
"Arrivederci, signor W-"
"Solo Jan" mi bloccò, mentre si infilava una giacca di pelle nera.
"Arrivederci, Solo-Jan" risposi quindi, facendolo ridere.
__
nota:
NON SAPETE LA FATICA PER SCRIVERE QUESTA ROBA. E NEMMENO è VENUTA BENE, CHE PENA.
CHE VITA DI MERDA.
CIAO,
RO.
(adoro la canzone citata, se qualcuno la conosce ha automaticamente tutto il mio amore. evaporo).
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Living. //butch
FanfictionTutto quello che volevano era la felicità provocata dalla loro continua ricerca per la libertà. Ma entrambi trovarono la felicità in qualcosa che non era la libertà.