Where do broken hearts go

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Prima di leggere questa brevissima os, dovete tener presente che si tratta di una one shot collegata ad 'EIGHTEEN', l'Os che ho pubblicato qualche mese fa.

Considerate questa, quindi, una sorta di sequel.

Pertanto, qualora voi non l'aveste fatto, v'invito a leggere prima quella, e poi questa.

Buona lettura.



'WHERE DO BROKEN HEARTS GO'


Avrei voluto cancellarlo.

Dai miei pensieri, dai miei ricordi, dalla mia pelle.

Perché la voglia di vivere una vita semplice ed un amore normale aveva superato la tenacia del voler continuare a lottare.

A volte davvero mi sembrava possibile poter incontrare qualcuno che potesse prendere il suo posto, ritrovandomi ad immaginare labbra nuove da mordere, mani diverse da stringere, magari alla luce del sole, o più semplicemente alla luce dei flash.

Di sera in sera, di pub in pub a sciogliere alcool nel sangue, era così che m'illudevo di poterlo trovare...


Un altro lui.


L'avevo chiuso fuori dalla mia vita perché insostenibilmente stanco di essere lasciato solo per giorni interi, quei pochi che ci concedevano da vivere lontani dal palco.

Come il più vile dei ciechi innamorati riuscivo a sorvolare sulle ombre che velavano il suo sguardo ad ogni scatto che doveva passare come rubato e non architettato a dovere, concentrandomi solo sul mio bisogno di lui.

Che debole io.

Ed ora,

involucro d'uomo svuotato d'anima perché senza coraggio, di tentare e riprenderlo con me.


Ero riuscito a spegnere i pensieri per un po', qualche settimana o mese, non lo so, il tempo aveva perso senso; fino a quella sera...

Ero immobile e fissavo il soffitto della mia camera da letto, quando hanno suonato quella canzone in radio.

Quella che avevamo ascoltato fino alla nausea nei mesi più semplici.

Quella che...


"Come away with me in the night"


"Oh andiamo Harry, è davvero da picco glicemico"


"Come away with me

And I will write you a song"


"e smettila di cantarla così, con quella voce"


"così come, Lou?

Questa è la mia voce...

I want to walk with you

On a cloudy day..."


E poi finivo col cantargliela con un filo di respiro tra i suoi capelli, mentre lo sentivo muoversi su di me.

Dio solo sa quanto ho pianto quella sera, da quei scarsi tre minuti di incanto.

Ho pianto e mi sono vergognato, non per il respiro mozzato come quello di un bambino, non per le lacrime che mi stavano bruciando la pelle, nemmeno per aver vomitato anche l'anima ai piedi del letto....

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 16, 2016 ⏰

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