Jolan toccò letteralmente il fondo.
Si immerse nell'acqua calda e sentì la ceramica premerle fastidiosamente sulla colonna vertebrale; ma lei si spinse ancora più forte contro quel materiale, reprimendo le bolle che i suoi respiri fermati cercavano di formare.
La musica in superficie divenne un eco indistinto, fino a sfumare del tutto in un silenzio che spaccava i timpani di Jolan, facendole desiderare che tutto finisse il più in fretta possibile.
E tutto finì, anche se dolorosamente.
Jolan stava fuggendo dal dolore...
Quando riaprì gli occhi, vide lingue di fuoco dai colori abbaglianti danzarle davanti al viso.
Un essere con gli occhi eccessivamente grandi e chiari le diede uno sguardo come per valutarla, poi si arricciò sulle dita una delle piume che aveva per capelli e tirò fuori la lingua serpentina.
Jolan vedeva, ma non aveva coscienza degli altri quattro sensi.
L'essere sibilò qualcosa, la ragazza vide le sue labbra bianche muoversi ma non comprese una parola.
Alle spalle della creatura spuntò quella che sembrava una sirena.
Jolan potè soltanto vedere.
Pregò che quel momento non finisse mai, e nutrì gli occhi di quella figura.
Osservò le forme sinuose della coda brillante, che terminava con quelli che sembravano fili di fumo.
Questo materiale sfuggente costituiva anche le braccia dell'essere, che sembravano potersi estendere all'infinito, come per poter controllare il mondo intero.
La sirena aveva due occhi grandi e verdi, senza ciglia, che prima guardarono timorosamente l'essere che l'aveva chiamata, poi si posarono su Jolan, sprigionando un fascio di luce bruciante.
Jolan fu colpita da quel fuoco in mezzo al petto, e improvvisamente fu in grado di ascoltare.
- Perché sei qui- disse chiaramente e senza intonazione una voce grave e graffiante.
La ragazza schiuse le labbra per rispondere, ma le sentì sigillate.
Così pensò, pensò con tutta la forza che aveva: "perché lì c'è troppo dolore".
- Stai mentendo. Il dolore è solo nella tua testa, Jolan- disse quella voce, scavando l'anima della ragazza alla ricerca di frammenti perduti, bruciati dal tempo.
"Non è vero. Le persone. Le persone mi fanno male".
- Tu sei una persona, Jolan. Tu ti fai del male. Tu per prima.
"Io non so smettere".
- Tu puoi fare tutto quello che vuoi fare, e questo ti spaventa.
"Basta, ti prego. Voglio morire".
- Perché? Sei un'anima giovane, devi soffrire ancora.
"Vaffanculo".
- Sentiti, Jolan. Senti il tuo corpo? Vi abita un'anima. È alla tua anima che fai del male, e non la metterai a tacere uccidendo il tuo corpo- sibilò la voce sfumando.
Jolan sentì le mani bruciare e le portò all'altezza del petto, riacquistando il tatto.
Sfiorò con i polpastrelli il proprio collo, il seno, la pancia. Si solleticò i fianchi e scosse i capelli scuri.
- Ora mi capisci?- le chiese la voce, ora dietro di lei.
Francesca reclinò il viso all'indietro e si sentì gelare in quelle iridi verdi e severe; annuì.
"Credo di sì", pensò.
La sirena girò intorno al suo corpo, con i capelli di fumo bianco che si dissolvevano e si riformavano a ogni passo.
Si fermò a sinistra del suo corpo e chinò il viso sul suo, soffiandole aria fredda e piacevole sulle labbra.
- Descrivimi- ordinò come se fosse impossibile disubbidire.
Jolan potè parlare, sentire la lingua collaborare perfettamente con le labbra.
- Splendi- disse portandosi le mani alla testa ed emettendo un lamento per il forte dolore che provava.
La sirena incurvò le labbra sottili in un sorriso irreale, e sbattè gli occhi, cambiandone la tonalità fino a farli tornare verdi.
Si chinò una seconda volta sul viso di Francesca e le accarezzò le labbra con le proprie, permettendole di sentire profumo di acqua dolce e salata.
- Sparisci. E non ritornare. Tu hai bisogno di vivere, e lo sai- disse allontanandosi con un unico movimento fluido.
- Aspetta!
La sirena si voltò, mentre i fili che componevano il suo corpo si dissolvevano nell'aria circostante; fece un cenno del capo.
- Chi sei?
La sirena rise con voce nuova, cristallina.
- Io sono te. Trovami.Jolan emerse dall'acqua schizzando il pavimento e respirando disperatamente.
Si guardò intorno con gli occhi ancora appannati, poi uscì velocemente dalla vasca e si guardò allo specchio.
Sotto gli occhi scuri e profondi, scorse le iridi verdi, e sorrise alla sua anima.
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Mal d'anima
Fantasy"La musica in superficie divenne un eco indistinto, fino a sfumare del tutto in un silenzio che spaccava i timpani di Jolan, facendole desiderare che tutto finisse il più in fretta possibile. E tutto finì, anche se dolorosamente. Jolan stava fuggend...