Passione Maledetta

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Ragazze prima di iniziare ritengo opportuno riferirvi alcune cose.
Prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo e poi voglio avvisarvi che sarò un po' più lenta negli aggiornamenti perché, purtroppo, nella vita capita che ci si ritrova di fronte ad imprevisti accidentali. Non voglio entrare nei particolari ma io posso solo dire che nella sfortuna so di essere stata davvero molto fortunata.
Ho deciso di pubblicare lo stesso perché questo capitolo era già scritto per metà e poi scrivere aiuta a distrarsi. Detto questo vi auguro una buona lettura e ci risentiamo al più presto.
                                              Bacioni

"Si avverte ai signori viaggiatori che la partenza del volo Capodichino-Malpensa, avverrà con dieci minuti di ritardo. Ci scusiamo per l'attesa e vi ringraziamo per aver scelto la nostra linea. Buon viaggio!"
Diceva la voce meccanica dell'altoparlante.
Quella mattina dovevo prendere il mio primo aereo.
Milano.
Non la conoscevo e mi sentivo felice.
Il mio primo volo fra una manciata di sogni e di nuvole.
Tirava vento ma c'era il sole e l'aeroporto pullulava di bagagli e brusii confusi.
Mi ero da poco confidata con Giorgia al telefono.
La nostra complicità era l'unica cosa che veramente mi mancava di quella vita lasciata alle spalle.
Lei credeva di non aver compreso bene la notizia o che io mi fossi spiegata male.
Aveva impiegato mezzo pomeriggio a prendere coscienza di quale Ignazio Boschetto io stessi parlando.

"Marta non so che dirti.... mi aspettavo di tutto tranne che ti frequentassi con un cantante famoso. Io sinceramente non credo che sia possibile avere una storia seria con un ragazzo come lui" mi aveva detto lei.
"Gio infatti non è una storia seria. Stiamo solo insieme quando ci va e se ci va"
"Mmm....non mi convince.... tu stai attenta mi raccomando. Non voglio che tu soffra per uno che chissà quante altre ragazze avrà ad aspettarlo sparse nel mondo. Non lo conosco personalmente ma non voglio che ti illuda! Ti voglio bene lo sai"
"Anch'io te ne voglio, ma non preoccuparti. Lui è stato chiarissimo ed io proprio come lui  voglio solo divertirmi"

A volte, parole dettate da un'apparente convinzione sono capaci di convincerci per davvero.
A volte, frasi suggerite da un eccesso di ingenuità, sono il biglietto di andata verso un viaggio chiamato illusione.
E sarebbe bello riuscire ad avere il pieno controllo di se stessi.
Sarebbe magnifico scegliere la persona di cui innamorarsi e quella con cui ingannare soltanto la noia e le circostanze.
Sarebbe bello avere tutto sotto controllo, ma questo è impossibile ed io a vent'anni, non lo capivo che sotto sotto, il cuore è un essere debole e curioso che inaspettatamente può appoggiarsi ovunque.
È un parassita dolce ma morboso.

Quella era una situazione più grande di me, ma in pari con la mia voglia di intrufolarmi in circostanze difficili.
L'immancabile e saccente oroscopo però, prevedeva emozioni ben più importanti con un Venere in transito e una predisposizione maggiore in faccende di cuore.
"Prima o poi tutti si sbagliano. Anche le stelle!" avevo detto sottovoce fra me e me aspettando sul sedile, con le cinture già allacciate e la vista dall'oblò ancora immobile.
Il Volo quella sera si esibiva al Forum Assago di Milano ed Ignazio, mi aveva preparato la partenza e regalato un biglietto con il pass nel backstage.
Erano trascorse due settimane da quella notte all'Hotel Paradiso.
Ci eravamo visti altre quattro volte.
Altre quattro notti rubate al sonno.
Notti in cui alla fine, cedevamo stanchi e sazi, il posto alle risate spensierate.
Le ore divenivano minuti con lui, le lancette correvano, l'orologio scandiva più veloce il tempo ed ogni volta era diverso.
Ogni volta una confessione in più, una parola in più, una sintonia maggiore, un particolare da custodire.
Avevamo imparato a conoscerci in un incastro naturale.
Lui mi insegnava a stuzzicarlo ed io a non pensare, a distrarsi.
Ci viziavamo la pelle e poi iniziavamo quei nostri discorsi sempre strani per saperci di più.
"Quindi tu non sei mai stata innamorata sul serio?" mi aveva chiesto lui una sera mentre io facevo la doccia.
"No"
"E ci credi all'amore?"
Mi compiacevo fra la schiuma e le sue parole arrivate in sordina sotto il getto dell'acqua fumante, illudendomi che lui non me lo stesse chiedendo per una semplice curiosità.
"Certo che ci credo!"
Ed io senza rendermi conto lo facevo entrare dentro di me, in quegli angoli scomposti pronti a colmarsi di fasulle sensazioni.
Aldilà dell'odore della pelle, del consumarci, dei momenti di carne e di denti, io mi stavo esponendo oltre quel confine prestabilito, rischiando di valicare quel fatidico punto di non ritorno.
Mi sentivo un po come ci si sente di fronte alle sabbie mobili: senza rendertene conto ci cammini dentro e poi sei fregata, sei in trappola. Resti impigliata in quella melma così densa e morbida.
Credevo di avere il cuore così freddo da non bruciarmi e non bagnarmi di fronte ad una pioggia rovente di baci e carezze languide.
E con le mie stesse mani, ero divenuta preda del mio sentirmi vulnerabile di fronte a lui.
Perché noi donne, diciamoci la verità, quante volte possiamo far sesso senza lasciarci coinvolgere emotivamente nemmeno un istante?
Forse la prima volta.
Forse anche la seconda, ma se alla terza ci ritroviamo sempre lì, sempre con lo stesso uomo, ma con il sorriso e la voglia ancora più grande, vuol dire che si è graffiata la corazza, si sta logorando piano quello scudo di fortezza.
C'è una crepa sopra al vaso.
Si sta rompendo quel guscio che nasconde quel rocchetto di sentimenti sempre aggrovigliato e indistinguibile.
Quel filo di cotone invogliante che connette menti lontane e trascina in un oltre estraneo al tatto, che però sembra essere più ricettivo nelle donne.
E gli uomini invece?
Gli uomini hanno lo stesso modo di reagire? O un corpo appagante può bastare a farli ritornare, a farli richiamare allo stesso numero?
Io non mi ero accorta di aver lasciato la porta aperta ed il libero accesso ad una strada sbarrata, così, senza chiarire, continuavo a prendere ciò che mi dava e a sentire tutto ciò che aveva da dirmi.
Le sue avventure americane, le gaffe, le sue bravate con Gianluca e Piero dietro le quinte mai dette a nessuno e persino le storie con le sue ex.
Io ero la sua confidente ormai, la spalla a cui appoggiarsi in momenti di stanchezza, ma stupida ero stata io ad avergli dato modo di pensarlo.

La Storia In Una Fotografia (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora