Capitolo 3*

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Attraverso lentamente il corridoio della scuola, schiacciata dai tanti ragazzi che mi circondano.
Uno di loro ha addirittura sputato una gomma da masticare in aria, e se non mi fossi spostata mi sarebbe andata a finire dritta nei capelli.

Purtroppo ti si attaccano intorno solo rifiuti. Mai nulla di buono.

Eh!? Chi ha parlato?
Mi guardo intorno, per poi ridere profondamente quando mi rendo conto che nessuno sta facendo caso a me.

Nessuno fa MAI caso a te.

Sbuffo, schivando un ragazzo ciccione e sudato, che stringe tra le mani un pacco di patatine fritte.

"Vuoi una?"
Mi domanda, con un sorriso buffo sul viso paffuto.

"No, grazie..."
Credo che più di un sorriso ricambiato mi sia uscita una smorfia schifata, e penso se ne sia accorto, visto che aggrotta le sopracciglia.

"Oh, meglio così. Sai, dovresti dimagrire un po."
Il suo sguardo ritorna serio osservando la mia pancia, poi infila una mano nel sacchetto e tira fuori un paio di patatine, per poi portarle in bocca e masticarle come un cavernicolo.

"Come, scusa? Tu dai a me della grassa? Pensa prima ad uccidere  l'enorme animale preistorico sta vivendo nella tua pancia, poi ricarica il cocomero che hai al posto della testa e magari potrai offendermi dignitosamente."

Gli punto il dito contro, e per un attimo smette di masticare, rimanendo con la bocca aperta e il cibo che fuoriesce da essa.

Non gli lascio il tempo di ribattere, che riprendo a camminare.

"Puttana..."
Sussurra, e mi blocco di scatto.

"Sai, ci ho ripensato. Non cambiare il fantastico cocomero che hai come craneo, o finisce che mangerai anche quello."

Mi volto e continuo il percorso, sentendo risatine provenire intorno a me.

Quando finalmente arrivo all'uscita, mi si forma un nodo in gola. Inizio a respirare pesantemente, e cerco di trovare una scusa plausibile in un minuto per andare a casa da sola.

Non riesci a pronunciare nemmeno il tuo nome completo  in cinque minuti, ora cosa fai? Ti trasformi uno scienziato?

Ed ecco che la mia coscienza fa capolino di nuovo nella mia mente. Che frustrazione.

Mi volto a destra e a sinistra, e quando noto l'auto di Luke più avanti, mi assale il panico totale.

Mi avvicino all'auto, ma il posto del guidatore è vuoto.
Mi sporgo in avanti, Luke è appoggiato all'auto e ha il cellulare all'orecchio.
Non so se andarmene o ascoltare quello che stia dicendo, ma a giudicare dai suoi modi bruschi e dal nervosismo che emana, mi costringo a rimanere.

"Si, glielo chiederò oggi."
Sbotta, e sento il cuore aumentare di qualche battito.
Mi appoggio in modo parallelo allo sportello dell'auto, cercando di non farmi vedere.
Sta parlando di me?

"Si, guadagnerei parecchio."
Esclama, ridacchiando. Il suo umore è completamente cambiato.
Guadagnerebbe tanto? Come?
Cosa centro io?

Perché pensi che possa riguardarti? Mica sei al centro del mondo, tu.

"Oh..no..Baily non sa..e non deve saperlo, questo."

Balbetta, e mando al diavolo la mia coscienza.

"Quanti, se viene anche lei?"

Dove dovrei andare? La testa mi gira e prego che non mi veda, non penso che dovrei rimanere qui.

"Lo farò oggi stesso. Sarà una bella sorpresa p.."

Non finisco di ascoltare la frase completa che i miei piedi si muovono da soli, allontanandosi e vado ad istinto.
Probabilmente chi mi starà vedendo in questo momento mi prenderà per una pazza, ma non m'importa.
Il vento mi va dritto in faccia, colpendo le parti del mio corpo scoperto. Ben presto, sento una gocciolina d'acqua bagnarmi il viso. Poi un'altra, e un'altra ancora, fino a quando piove a dirotto. Non so per quanto tempo stia camminando, ma non mi dispiace. Mi è sempre piaciuto passeggiare, anche se questa è un'altra situazione.

Mi stringo nella felpa che indosso e alzo lo sguardo, per capire dove mi trovo.

Sono molto lontana da casa, mi trovo al confine della strada che separa la città da un piccolo 'boschetto' dietro di essa.
Mi domando che ore siano, e quanto tempo ci abbia messo per arrivare qui.

Mi volto a destra e a sinistra, non c'è nessuno. Il posto di fronte a me mi attira molto, mi trasmette molta curiosità, anche se una parte mi intimorisce.
C'è una piccola stradina fatta di ciottoli e terra, che scompare tra alti alberi scuri. Le poche foglie che sono su di esse brillano a contatto con la pioggia e il buio che emana è ricco di sensazioni.

Mi copro il capo con il cappuccio della felpa e lentamente mi costringo ad entrare in questo posto.."magico.", se si può definire così.

Presto attenzione ad ogni minimo particolare. Non ci sono animali, tranne qualche uccello che cinquetta nel suo nido.

Non ci sono altro che alberi.
Qualcuno potrebbe trovarlo noioso, ma non lo è. Non per me.
Mi piace pensare che ognuno di essi abbia una sua storia. Mi pongo una domanda su ogni cosa, forse perché vorrei sapere di più, o forse per vedere fino a che punto il mondo attorno a me possa stupirmi.
Non so darmi una risposta da sola, e forse proprio per questo che chiedo consiglio agli altri.

Prendo il cellulare e controllo l'ora. Sono quasi le quattro, forse i miei genitori saranno preoccupati.

Ma no, non si saranno minimamente accorti della tua assenza, sai? La scuola è terminata solo due ore fa.

Sbuffo, ignorando per la terza volta in una giornata la mia coscienza.

Provo a chiamare mia madre, ma non c'è linea. Mi guardo intorno, girando più volte su me stessa.
È tutto uguale, questa volta.
Inizia a girarmi tutto intorno mentre cerco una via da cui uscire.
Sorpasso gli stessi sentieri più volte, ho un grande senso di disorientamento.

Dal mio stomaco esce un leggero brontolio, ma non posso farci nulla. Sono consapevole di non aver pranzato.

Cammino un po' più velocemente, e sbuffo quando ritorno al punto di partenza.

Decido di prendere un altra direttiva, svoltando in una pista di pini che prima non avevo notato.

"Aaahhh"
Mi esce un gridolino di dolore quando inciampando, mi si straccia il jeans, graffiandomi la guancia e il ginocchio.

Stringo gli occhi, cercando di rimettermi in piedi, ma ho un forte dolore alla caviglia.
Un altro brivido di freddo mi soffia sulla pelle, facendomi tremare.

"Combino solo guai.."
Sussurro a me stessa, stringendo i pugni.

"Lo vedo."
Sussulto, quando un altra voce fa eco nell'aria. Il mio corpo si agghiaccia, e trattengo il respiro quando sento il rumore di qualche passo sempre più forte.
Sta venendo verso di me.

Alzo un po' la testa, cercando con lo sguardo lo sconosciuto che ha parlato, e per un attimo, mi pento di averlo fatto.

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