escape darling.

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Scavalcai la recinzione senza pensarci un solo istante, potevo percepire il sangue pulsarmi nelle vene e l'adrenalina consumarmi. Non avevo mai corso tanto, perché mai prima d'ora ne avevo avuta una così reale necessità. Era sempre un passo avanti a me, sempre più vicina, tanto che potevo sentirla urlare a squarciagola il mio nome, ma non potevo fermarmi: mi avrebbe presa.

Ero ad un passo dalla libertà che da anni bramavo, mi sentivo di nuovo padrona di me stessa.
Vi fu un breve attimo in cui realmente mi sentii libera, ma quella sensazione mi abbandonò tanto in fretta quanto velocemente mi aveva sfiorato.
Mi arrestai di colpo. Perdendo così forse l'unica possibilità che ancora mi restava di fuggire. Realizzai.

Liam era ancora dentro, intrappolato. Non lo avrei mai abbandonato, anche se questo comportava dover subire tutte le atrocità che quella lurida latrina a me solo riservava.

Non ebbi neppure il tempo di voltarmi. Arleen mi aveva raggiunta.

Sei mesi dopo..

Mi alzai avvolta da un'irrazionale felicità e, come ogni mattina, preparai la colazione anche per Liam ed Arleen. In realtà, la mia felicità non era del tutto ingiustificata, infatti, oggi finalmente sarei tornata a scuola, ed è folle per me dirlo con tutta questa allegria, dato che, la scuola è sempre stato tutto tranne che allegria.. ma quando passi mesi e mesi a casa, tratta come una serva, la scuola sembra quasi il paradiso a confronto.

Raccolsi in un profondo respiro ogni singola fibra del mio corpo che mi implorava di fare un passo indietro, di tornare in quella casa, diventata ormai una certezza per me ed espirai, liberandomi da ogni paura, timore e paranoia. Dovevo essere coraggiosa.

Ero tesa, persino spaventata, non che fosse una sensazione a me sconosciuta, ma era strano sentirsi così anche attorno a qualcuno che fino a pochi mesi prima neanche degnavo di uno sguardo. Non ho mai dato realmente la possibilità a nessuno di capirmi, ritenevo sempre tutti fin troppo infantili o diversi, anche solo per condividere con questi qualcosa di me. Mi ero sempre limitata a sedermi, studiare, rispondere quando ero interpellata e tornare a casa. L'unica persona con cui avevo stretto un legame immaginava che io fossi sparita senza neppure salutare. Dopo che Arleen mi aveva severamente proibito di frequentare la scuola, non avevo modo di tenermi in contatto con lei o con nessun'altro.. Senza legami, senza amici, nessuno si sarebbe accorto della mia assenza. Non avrei dato nell'occhio. Questa volta però, sarebbe stato diverso.

Conoscevo Amelia fin troppo bene per dimenticarmi di un dettaglio così importante: sapevo che adorava arrivare a lezione sempre prima degli altri per aggiudicarsi il posto migliore, soprattutto se si trattava di psicologia. Dovevo scusarmi con lei e sapevo che non sarebbe stato facile ottenere di nuovo la sua fiducia, tanto meno la sua amicizia, ma dovevo pur tentare.

Come immaginavo la vidi, purtroppo però, non vidi solo lei. Mi ero svegliata così presto per avere l'opportunità di parlarci, da sola, e ora dovevo fare i conti con un'estranea? pensai. Mi avvicinai lentamente, anche perché prese dal loro discorso non avevano ancor fatto caso a me.

«Amelia sei tu?» chiesi quando finalmente la raggiunsi.

«Come si dice, chi non muore si rivede, vero Ju?» rispose saccentemente, anche se dal suo viso si percepiva l'immensa sorpresa che la turbava; non che mi aspettassi niente di diverso stando a com' era finita..

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 04, 2017 ⏰

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