19 - In vino veritas.

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Ero tutto dolori quando aprii gli occhi. Avevo la testa pesantissima, lo stomaco in fiamme, tutti i muscoli indolenziti. Mi alzai dal letto di scatto e mi guardai intorno lamentandomi per il dolore alla testa. Ma come ero tornato in hotel? Dove mi trovavo? Non ero nemmeno nella mia stanza. Vuoto totale. Mentre cercavo di capire e ricordare sentii improvvisamente dei passi. Arianna uscì dal bagno in accappatoio e subito mi sentii più tranquillo.

<<Ti sei svegliato finalmente!>>, esclamò venendo verso di me. La guardai senza rispondere. Non riuscivo a ricordare niente e più mi sforzavo più la testa mi faceva male.
<<Come stai?>>, mi chiese lei premurosa, sedendosi accanto a me sul letto.
<<Sono a pezzi...ma che è successo?>>, chiesi io.
<<Sei crollato sul divanetto del privè come una pera cotta! Gianluca ti ha dovuto trascinare fino in hotel. Ma quando siamo arrivati la tua camera era stata occupata da Piero e Giulia così hai dormito qui. Ahahah non ti avevo mai visto così...è stato divertente!>>, mi raccontò la ragazza scoppiando a ridere.
<<Non c'è niente da ridere! Io mi vergogno tantissimo! Non mi sono reso conto di aver esagerato>>, dissi portandomi una mano alla testa per il dolore.
<<Ma daii il Capodanno è anche questo...Vuoi un aspirina?>>, mi chiese mentre con una mano si trofinava l'accappatoio a livello dei capelli per asciugarli.
<<Si grazie>>, le risposi con un mezzo sorriso.
Stamattina Arianna era così dolce e premurosa. Sicuramente stanotte si era divertita anche senza di me...e io che mi ero preoccupato così tanto per lei.
La ragazza andò a prendere l'aspirina dalla sua borsa e un bicchiere con dell'acqua. Poi tornò accanto a me, guardandomi prenderla.
I suoi occhi aspettavano che dicessi qualcosa. E quando me ne resi conto cominciai a pensare che doveva essere successo qualcosa. In un flash vidi noi due che ballavamo insieme, ridevamo ed eravamo vicini. Poi non ricordavo piu nulla.
<<Come ti è sembrato ieri sera?>>, mi chiese imbarazzata poi. Aveva un sorrisino strano.
<<Be...una bella serata no?>>, risposi vago.
<<Bellissima direi! Che pensi?>>, mi chiese sempre più imbarazzata. In quel momento ebbi paura di aver fatto qualcosa che non ricordavo. E se fosse successo qualcosa tra noi due?
<<Ari se devo essere sincero...non ricordo granchè di eri sera. Ma per quello che mi ricordo è stato bellissimo, siamo stati insieme, abbiamo ballato e ci siamo divertiti. È successo qualcos'altro?>>, chiesi sperando di no. Ma non perchè non volessi, perche non ricordavo niente e sarebbe stato orribile.
La sua espressione cambiò improvvisamente. Ci penso interminabili secondi prima di sorridere di nuovo.
<<No non è successo niente...sostanzialmente ricordi tutto...Abbiamo ballato, ci siamo divertiti e per una sera non ho pensato a niente...>>, rispose guardando in basso.
<<Menomalee>>, dissi tirando un sospiro di sollievo, <<È bruttissimo avere la sensazione di non ricordare niente...dovrei rassegnarmi al fatto che sono astemio>>.
<<Già... - mi rispose lei con lo sguardo nel vuoto - adesso vado ad asciugarmi i capelli prima che mi viene la febbre>>, disse poi alzandosi.
<<Io invece torno in camera a farmi una doccia. A più tardi.>>, dissi alzandomi con fatica e uscendo dalla stanza.

***

Mi asciugai i capelli con la testa totalmente altrove. Non riuscivo ancora a crederci che Ignazio non ricordava niente del nostro bacio. Anche se avevo cominciato ad ipotizzarlo quando si era addormentato sul divanetto del privè straparlando, non avevo voluto crederci. Ed ero stata quasi tutta la notte a guardarlo dormire nella speranza che si svegliasse per sapere cosa aveva provato, se mi amava come lo amavo io. E se avesse confermato quella frase detta in discoteca ci saremmo baciati di nuovo. Quando lo avevo trovato sveglio, mi era venuta l'ansia. Il cuore aveva ricominciato a battere. Era così bello anche appena sveglio, post sbronza, con i capelli arruffati e la voce roca.
Ora invece mi restava solo amarezza. Avrei potuto raccontargli del bacio, ma ho preferito di no. Non avrebbe avuto alcun senso. Forse quello era un segno. Forse mi dovevo rassegnare al fatto che il destino aveva scelto che noi due non saremmo mai stati una coppia, solo due genitori.

▪Suo Figlio dentro me▪ Ignazio Boschetto| Il VOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora