"Buonanotte Mia".
Le luci si spensero. Ma non pensavo di dormire. Più che altro, non ci riuscivo. Mi tormentava quel pensiero, di dover rivedere tutti dopo due settimane di vacanza.
Due settimane. Eppure non mi sembrava fossero passate così in fretta. Tra meno di dieci ore sarei dovuta tornare in quell'edificio, ma non era questo il problema. Il problema erano le persone. Non mi andava di vedere Nate, il bulletto della scuola, il tanto voluto dalle ragazze,tanto temuto dai deboli, tanto odiato da me. Si, lo odiavo come non odiavo chiunque altro. Ottiene sempre quello che vuole, cocco di tutti i prof, e il viziato della famiglia Garner. Non ha mai lottato per ottenere qualcosa, ha sempre avuto tutto pronto. Ma non è per questo che lo odio.
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Era una normale serata di pieno Maggio, quando, come al solito, Nate si dirigeva verso un festa con i suoi amici. Viaggiava nella sua porche grigia, andando ben oltre il limite di velocità. In fondo, chi sei se non ignori le regole?
Lui e il suo stupido modo di pensare.
Il volume della musica alzato al massimo, il rumore del motore dell'auto, le notifiche dei messaggi arrivare continuamente e il chiacchierio formato in quell'auto bastavano a Nate per non accorgersi di quella ragazza passare per strada.Victoria.Mia sorella Victoria.
Era una normale serata anche per noi, avevamo invitato amici di famiglia a cena, ma ci eravamo dimenticati dei pasticcini. Mia sorella Victoria si era offerta di andare a comprarli nella pasticceria dietro l'angolo, e la mamma puntualmente le ha fatto la solita ramanzina.
"Stai ben attenta, é tardi e può essere che ci siano dei malintenzionati per strada. Guarda bene prima di attraversare la strada. Non pagare più di venti euro, e mi raccomando, non prendere troppi pasticcini per te!"
Si, nostra madre é iperprotettiva, ma dopo l'accaduto capisco tutti i suoi motivi. Certo, Vic ha solo tredici anni e non é abituata girare per il paese, ma lei si sente adulta.
Erano quasi le dieci e mezza, quando Vic sbatté il cancello per uscire di casa. Lei, tutta indaffarata a mettere apposto la giacca, andava avanti trascinandosi i piedi, a causa delle scarpe messe infilate appena in punta. Doveva girare l'angolo e attraversare la strada. Non sembrava un impresa difficile, no? Eppure lo era. Vic stava giusto attraversando la strada sulle strisce pedonali quando vide quella luce gialla venirle contro.
Nate.
Tre giorni dopo Vic aprì gli occhi, in ospedale.
Tre giorni di coma.
Fantastico.
L'unica cosa positiva però, é che l'ematoma si é riassorbito, dunque non ha subito alcun danno al cervello. Poteva morire, dissero i medici.