the beginning

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Qui è tutto diverso; la gente, il tempo, è tutto più incasinato qui in America. Passeggio tranquillamente per le strade di New Orleans mentre mi guardo attorno analizzando lo spazio che mi circonda, mi ritrovo a vivere in un altro paese e con un altro nome per colpa dei miei errori passati, a volte certi sbagli possono cambiare per sempre la tua vita.

Mi sono trasferito qui dopo essere scappato da una vita insana e vuota, abbandonando mia madre e mia sorella. Io non volevo, non ho mai voluto far parte di quella vita. Ci sono caduto e non mi sono più rialzato.

**

"Signor Cox, giusto?"

Mi chiede l'anziana signora seduta dall'altra parte della scrivania con il mio curriculum falso in mano e ovviamente falso era pure il nome. Mi ritrovo a fare domanda per un fottuto posto come barista in un college nel bel centro di New Orleans. Se mi vedesse mio nonno mi prenderebbe a bastonate con la sua fottutissima stampella, è sempre stato ossessionato all'idea che dovessi prendere il posto di mio padre nella sua azienda. In tal caso, anche se fossi rimasto in Inghilterra non sarei di certo diventato come quell' uomo che dice di essere mio padre, pensa solo a guadagnare soldi e negli ultimi anni si è completamente scordato dell'esistenza della sua famiglia, mi viene l'angoscia al solo pensiero di aver lasciato mia sorella e mia madre da sole con lui, ma infondo non avevo altra scelta.

"E' ufficialmente assunto, se vuole può cominciare anche ora"

Mi dice la signora di fronte a me, annuisco leggermente ringraziandola e strigendo la sua mano raggrinzita prima di varcare la soglia della porta.

Mi reco al bar del college, è un posto carino, si affaccia al giardino dell' edificio ed è anche abbastanza accogliente. La campanella suona, segno che è terminata l'ora di lezione e vedo numerosi studenti avvicinarsi al bancone.

Dopo aver servito numerosi fottuti individui, prendo posto anche io in uno dei tavolini, la ricreazione è finita quindi posso godermi qualche minuto di pausa bevendo un caffè nero, prendo il telefono dalla mia tasca dei jeans e noto che ho ricevuto un messaggio da Niall.

"Ehi amico, come vanno le cose lì? Tua madre e tua sorella sono disperate e la polizia ti cerca ancora. Spero che tua stia bene."

Vorrei tanto chiamare mia madre e dirle che sto bene e che non deve preoccuparsi per me, vorrei anche dirle che le voglio bene ma non posso, mi potrebbero rintracciare e sono sicuro che abbiano riempito di domande tutti i miei amci e i miei familiari, posso solo sentirmi con Niall grazie a un telefono vecchio e una sim usa e getta.

"sto bene, ho trovato un lavoro infame in un bar ma almeno è qualcosa, finchè sono dall'altra parte del mondo e con un' altra identità dubito che riescano a rintracciarmi quindi non c'è pericolo, almeno spero"

***

Sono tornato a casa, se proprio voglio definire casa un piccolo appartamento al quinto piano con muri bianchi e sporchi ma con i soldi che avevo non potevo permettermi altro. Mi siedo sul divano con la mia cena a base di pollo e insalata. C'è anche fin troppo silezio, l'unico rumore che si sente è il tintinnio della mia forchetta, rivoglio la mia vecchia vita, i mie amici, non ci posso credere che mi ritrovo qui per una colpa non mia, tutto questo per un fottuto debito.

Decido di andare a dormire, sono troppo esausto. Spero solo che con il passare del tempo tutto si risolva.

Mi sveglio a causa della pioggia e della grandine che battono sul suolo, perfetto. Una nuova giornata di merda e con un tempo di merda ma devo alzarmi per andare a lavorare.

Dopo essermi vestito e lavato esco di casa con la mia giacca di jeans, non ho neanche un ombrello, ho dovuto fare la valigia di fretta e portare un fottuto ombrello non poteva nemmeno essere classificato l' ultimo dei miei problemi. Almeno ha smesso di grandinare, ma piove comunque tanto. Dopo quindici minuti di camminata sotto la pioggia sono finalmente arrivato al college, dopo aver appeso la mia giacca fradicia nell'appendi abiti posso cominciare a lavorare.

Inizio ad asciugare le tazzine prese dalla lavastoviglie, ancora umide a causa del vapore, quando vedo una ragazza avvicinarsi.

" Potresti farmi un caffè per favore?"

Annuisco e faccio quello che mi ha chiesto, intanto la osservo; prende posto tranquillamente e tira fuori un diario ricoperto di pelle nera e comincia a scrivere, ha i capelli mori e gli occhi chiari, a primo impatto sembra una di quelle ragazze a cui piace stare per le sue, continuo ad osservarla scrivere, sembra quasi che in quella carta scriva tutto quello che a parole non dice.

***

Credo di non aver mai lavorato così tanto in vita mia, si è fatto tardi ed ho appena finito di pulire il pavimento e finalmente ho terminato il mio lavoro di oggi, fuori il cielo è buio e nuvoloso, l'acqua continua a cadere dal cielo senza sosta e l'idea di tornare a casa a piedi dopo una giornata come questa e senza un ombrello mi fa imprecare. Prendo la mia giacca e mi avvio all'uscita del college salutando una bidella che puliva con aria sfinita.

Come immaginavo, appena ho varcato la soglia della porta l'acqua inzuppò subito i miei vestiti rendendoli fradici, domani la prima cosa che farò sarà comprarmi un fottuto ombrello. Le strade sono buie e deserte e l'unica cosa che rende il mio percorso illuminato sono i lampioni. Continuo a camminare sperando di tornare il prima possibile a casa quando vedo una figura che cammina con le braccia incrociate, è una ragazza questo senza dubbio e se c'è un'altra cosa di cui sono certo è che ha freddo, ha solo una maglioncino leggero e la vedo tremare da qui. E' dall'altra parte della strada, sta per attravversare ma non fa nemmeno attenzione alla strada e continua a rivolgere lo sguardo verso il basso. Una luce improvvisa infastidisce i miei occhi e realizzo che un'auto che si stava dirigendo verso la ragazza. Senza neanche pensarci cominciai a correre per cercare di raggiungerla ma lei non sembra accorgersi di niente, ma che cazzo di problemi ha? Non feci in tempo, ma per fortuna l'autista dopo essersi accorto della ragazza fermò il mezzo. Dopo essersi accorta di quello che stava succedendo alzò lo sguardo con aria impaurita, decisi di prenderla per un braccio e di portarla fuori dalla strada.

"Non ti hanno insegnato che bisogna guardare prima di attraversare?"


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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 28, 2016 ⏰

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