PROLOGO

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Era solo una bambina di 4 anni quando dovette assistere a quella scena.
Erano in ospedale, cosa che succedeva ormai troppo frequentemente, stava seduta sulle ginocchia di sua zia Christine mentre si guardava intorno, non era cambiato niente dall'ultima volta che si era trovata in quella sala d'attesa e Megan lo sapeva.
Era piccola ma non stupida, comprendeva molto velocemente tutto ciò che le si presentava attorno, sapeva che la sua mamma stava male, che soffriva molto, ma solo ad una cosa non riusciva a dare una spiegazione... perché proprio la sua di mamma?

Le era stato spiegato che la mamma stava male e che doveva stare molto a riposo così da soffrire di meno... Non si poteva certamente spiegare ad una bambina che da lì a poco sua mamma non ci sarebbe più stata...
《I parenti della signora Miller?》. Chiese una dottoressa rivolta alle persone nella sala d'attesa.
《Siamo noi, sono la sorella》. Disse la zia alzandosi tenendo tra le sue braccia Megan.
《Seguitemi》. Disse cordialmente la dottoressa cercando di forzare un sorriso rassicurante comprendendo la difficile situazione.

Entrarono nella camera di Kylie, la madre di Megan, che stava sdraiata sul letto attaccata a vari macchinari cui Megan non capiva la funzione. Alla vista della figlia la donna fece un sorriso sincere e malinconico. Si spostò leggermente facendo spazio accanto a lei sul letto così che la bambina si potesse stendere.

《Andiamo a casa?》. Chiese la bambina alla mamma, mentre si accoccolava alla spalla di essa.

《Amore mio, sai che ti amo tanto vero? Per favore non dimenticarlo mai piccola》. La implorò la più grande mettendo la figlia a cavalcioni sulle sue gambe, così da poterla guardare per ancora pochi attimi per bene.

《Perché piangi?》. Chiese la più piccola con l'innocenza di una bambina notato le lacrime che rigavano il volto della madre.

《Non importa amore, non preoccuparti per me, solo... ricordati che ti amo e che sarò sempre con te, si forte piccola mia non permettere mai a nessuno di farti soffrire》. La madre prese la consapevolezza che sarebbero stati gli ultimi istanti con la sua bambina e la strinse in un abbraccio bisognoso di affetto che la piccola ricambió capendo la sofferenza della madre e sussurrando un "ti voglio bene" all'orecchio della più grande. Kylie però non cambiò idea e decise di andarsene...

Il giorno seguente la notizia attesa da tutti furche da Megan arrivó... Kylie non c'era più.
La piccola bambina soffriva molto per ma grandissima perdita della madre, pensò molto all'ultimo anno passato con essa e la consapevolezza che gli ultimi ricordi che aveva di sua madre erano tutti legati ad ospedali, visite e farmaci... è potrà sembrare un affermazione egoista, ma l'unico pensiero che le veniva in mente era:"perché proprio la sua di mamma?" Era sempre stato una brava bambina e non capiva il motivo per il quale proprio la sua di mamma doveva soffrire e non quella di altri bambini che invece si comportava male... allora penso anche che magari era lei che sbagliava e se si fosse comportata meglio ora avrebbe ancora la sua dolce mamma, questa la faceva sentire colpevole del dolore di Kylie... pensieri molto diversi dalla realtà. Ma che colpa si poteva dare ad una bambina la cui mamma la aveva "abbandonata"?

Dopo la morte dalla mamma, le difficoltà non diminuirono. I nonni erano ormai troppo vecchi per badare ad una bambina e la zia Christine era minorenne, così venne portata in un orfanotrofio dove cominciò una routine noiosa che si ripeteva ogni giorno per anni. Alzarsi, lavarsi, colazione, studio, pranzo, tempo per le visite e per il riposo,studio, cena, comunicazione avvisi per il giorno seguente, andare a letto. Ogni giorno sempre le stesse cose.
Passatono gli anni e quando Megan compì 13 anni venne informata di una cosa... dopo la morte della madre, gli avvocati si erano messi in contatto con il padre della bambina per l'affidamento, ma lui rifiutò spudoratamente di poter avere contatti con la figlia.
Megan ne rimase sorpresa, anche perché fino ad allora non sapeva nemmeno se suo padre - se si può chiamare così - fosse vivo, l'unica cosa che le dissero era che suo padre era Louis William Tomlinson.

SPAZIO AUTRICE
Hellooo!
Spero tanto che questa storia vi piaccia, ho molte idee per realizzarla e non vedo l'ora di poterle scrivere tutte...
È da molto tempo che progetto una storia di questo genere e ci sto mettendo anima e corpo per creare qualcosa di decente...

Serena♡

I WASN'T ENOUGH? {L.T.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora