Vi prego di leggere questa one shot ascoltando La neve se ne frega di Ligabue, a ogni parte indicata stoppate, poi ripartite alla seguente.
Tu che allarghi le braccia, vuoi sentirla cadere e le porgi la faccia, ti sembra cotone, ti sembrano piume
I miei stivali si bagnano di quel ghiaccio, di quella neve vellutata che tinge Roma di bianco, il mondo scorre dinanzi ai miei occhi mentre quel cotone mi precipita addosso, depositandosi sui miei capelli ormai lunghi, sul mio giubbotto, sulla mia vita. Allargo le braccia, godendomi il momento di pace. La neve continua a depositarsi su di me, indifferente, tingendomi del suo candido bianco, rendendomi parte di lei. Alzo il mio viso struccato, pallido come la neve che piano piano cade anche su di esso, bagnandolo, provocandomi brividi di freddo. Quel cotone mi divora, quelle piume di gabbiano mi guardano indifferenti.
Nessun tipo di sforzo, non fa neanche una piega, c'è chi ne ha già abbastanza ma tanto la neve, lei se ne frega
Cammino cospargendomi di quel bianco che lava le mie paure, i miei mali, mentre la neve continua il suo flusso fregandosene, forse più forte. Una vecchietta impreca ma la neve non l'ascolta bagnando i suoi capelli bianchi, bianchi come essa, come la neve.
Copre i coppi e le piazze, le altalene e i bidoni, i sorrisi dei pazzi e le bestemmie di qualche barbone. Tutti quanti costretti a un tempo diverso
Arrivo in quella piazza, quella piazza che ricordavo illuminata dal sole cocente e adesso completamente bianca, le altalene rosse divenute bianche, solitarie, i bidoni cosparsi di neve, quasi inaccessibili a causa della gelida neve, qualche persona pazza come me gioca con la neve, guardandola con gli occhi lucidi, come se fosse l'amore della loro vita, intanto la neve guarda indifferente quello spettacolo che ha causato, quei sorrisi che ha trasmesso a quei ragazzi nonostante il gelo e anche a me che, ormai sola, guardo il tutto con meraviglia, come se volessi diventare quel manto bianco per essere amata così tanto. Un barbone impreca, tira giù tutto il calendario, mentre sistema meglio il suo cartone fradicio sulla panchina per difendersi dal cotone bianco, mentre spera in giorni migliori. Quel paesaggio così diverso, quelle persone così differenti, ma con un comune denominatore: quel manto bianco.
Io ti guardo negli occhi e vedo lontano il tempo che ho perso
Poi tra quella gente ce ne sta una particolare che inquina l'aria pura della neve con il suo fumo, che macchia la neve con l'inchiostro della sua sigaretta. Il fisico scolpito, gli occhi spenti e la sigaretta accesa. Si guarda intorno, forse più indifferente dell'amata neve fin quando i nostri occhi non si incontrano e subito ritorno al passato, il nostro mondo, abbasso la testa e penso a quel che eravamo e il mio cuore non vuole più saperne, le lacrime salate che scendono dai miei occhi bagnano la neve silenziosamente.
Parlami davvero, dentro questo gelo, sentimi davvero che non fa più buio, baciami davvero, che non casca mica tutto il cielo, che ci stiamo ancora sotto insieme
Vorrei solo una sua inutile parola, un"ciao" con quel suo accento che tanto mi faceva stare bene, che scioglieva il ghiaccio dentro me. Vorrei che quel gelo si spaccasse nuovamente, che diventasse calore, come 4 anni fa. Senza di lui, è come se tutto fosse buio e la mia testa continua a sbattere contro i miei errori sempre perché non c'è più lui che mi guida, che mi sostiene, che mi aiuta. Vorrei solo un suo bacio per scacciare le mie paure, per rivivere di nuovo. La mia rinascita. La mia rivincita.
Sembra tutto pulito, sembra tutto più chiaro, tutto quanto più morbido senza più spigoli da arrotondare
Rialzo il capo, scontrandomi con la realtà, tutto lucido, bianco, chiaro, l'erbetta al lato della piazza bianca e morbida, i tetti delle case senza spigoli, tutto così formoso, rotondo.
I progetti divini, il destino e la sfiga,fatti solo vicina che tanto la neve lei se ne frega.
Inevitabilmente ritornano i ricordi:
FLASHBACK
-Ste-
-Dimmi Emmì-
-Non manca nulla, vero?-dico agitata
-Ti rilassi? È tutto okay. Andrà benissimo come ogni serata che organizzi.-pronuncia avvicinandosi e tirandomi a lui delicatamente, senza malizia, lasciandomi umidi e innocenti baci sul collo e sulla guancia mentre piano piano finisce per abbracciarmi, stringermi forte, infilando la sua testa nell'incavo del mio collo teneramente. Sorrido accarezzando le sue braccia forti, lasciandomi andare.
-Voglio stare tutta la vita con te-sussurra sul mio collo-voglio sposarti, voglio vederti con quell'abito bianco che ti fermi sempre a guardare nella vetrina qui di fronte- afferma lasciandomi un bacio sul collo libero-poi voglio una bimba, femminuccia, bella come te e un maschietto buzzurro come me- sorrido mentre sento che mi stringe a lui, quasi volendomi rendere parte di se -e quando saremo vecchi, non so quanto arriverò ad amarti, perché ogni giorno ti amo sempre più. Amo i tuoi capelli, il tuo sorriso, il tuo nasino, il tuo corpo, il tuo carattere meraviglioso, il..-
- E se dovesse finire?Se un giorno ti dovessi stancare di me- dico di punto in bianco
Si stacca, passandomi davanti e afferrandomi il viso dolcemente.
-Questo con noi non esiste-...
Dovevamo amarci tutta la vita e poi è finita così, un po' di merda. Torno a guardare verso di lui. Un colpo al cuore. È completamente rivolto verso di me, le ginocchia al petto sulla panchina, mentre mi sorride e mi fa un cenno con la mano, mi invita a sedermi con lui mentre la neve continua a cadere e noi siamo fradici, forse anche di paure.
I segreti più son vecchi e più saran pesanti, puoi tirarli fuori tanto qui saran coperti. La manna forse aveva questa forma e allora puoi fidarti
Lo fisso ma non mi muovo, forse sto sbagliando, forse non chiama me. Mi guardo le spalle e vedo solo il manto bianco. Un urlo si espande, facendo eco.
-Ja Emma, no t muov- sorrido lievemente ma con le gambe che mi tremano mi trascino verso l'unico uomo che io abbia mai amato.
Mi siedo, mettendomi di fronte, facendo scontrare il mio petto con le mie ginocchia.
-A cosa pensi?-chiede fissandomi mentre io guardo altrove, non sostenendo il suo sguardo.
-A nulla, mi piace la neve-
-Rispondi guardandomi negli occhi-
-Stefano, questo non puoi chiedermelo-
Ma cedo, non appena la sua mano forte non tocca il mio mento gelido, spostando il mio volto, creando un contatto visivo.
-Pensavo a quello che eravamo 4 anni fa-Parlami davvero, sciogli questo gelo, sentimi davvero che spegniamo il buio, baciami davvero che non casca mica tutto il cielo, che ci stiamo ancora sotto insieme. Parlami davvero, non lasciare niente, scaldati davvero sotto questa coltre, baciami davvero che possiamo stare ancora fuori, che la neve qui fa il suo lavoro
-Penso a noi ogni fottuto giorno-sospira -che hai fatto ai capelli?-dice sporgendosi per accarezzarli
-Li ho fatti crescere un po'-
-Sei diventata bellissima, un giorno qualcuno ti porterà via-
-Io non voglio-
-Nemmeno se quel 'qualcuno' sono io?-
-Stefano, smettila-dico lasciando le ginocchia per terra e vivendomi la neve.
-Sono sempre stato un coglione- dice mentre non lo guardo, ma sento il suo sguardo addosso -ho sempre fatto un mare di cazzate però tra tutte le cazzate c'era qualcosa di bello, tu. E dato che sono un buzzurro coglione non ho saputo tenere per me l'amore della mia vita, però adesso l'unica cosa che desidero è poter veder quel sorriso che mi hai donato 4 anni fa-
Rimango in silenzio, cercando di trattenere il più possibile le lacrime. Sento che si avvicina a me, posa i piedi per terra mentre mi accarezza la guancia destra poi passa al mento, obbligandomi a scontrarmi con le sue iridi. Piano piano si avvicina mentre la neve aumenta e tutti scappano via, ma a noi non importa, le nostre labbra si incontrano dopo 4 anni di agonie e lacrime versate, dettando il loro movimento preferito, un movimento solo loro. La neve se ne frega e anche noi.Copre antenne e furgoni, gli ospedali e gli incroci, desideri e intenzioni e fanali che fanno già meno luce. Io ti guardo negli occhi, hai le ciglia bagnate, e prometti di tutto e nevica ancora da togliere il fiato
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La neve se ne frega
Short Story// Io ti guardo negli occhi e vedo lontano il tempo che ho perso //