Di notte

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È di notte che ti ritrovi a pensare a lui.

Non quando l'hai visto cadere oltre il velo, mentre eri troppo impegnato a trattenere Harry.

Non dopo, mentre tutto il mondo intorno a te andava in frantumi.

No.

Ti accorgi che ti manca qualcosa quando, la notte, ti infili a letto e trovi l'altro lato vuoto, freddo.

Ed è qui che realizzi che d'ora in poi sarà sempre così.

Perché lui non tornerà più.

Mai più.

Se n'è andato, lasciandoti solo.

E ti rigiri nel tuo letto, nel vostro letto.

Lui non c'è.

E non tornerà.

Fatichi ancora ad accettarlo, eviti il pensiero come se fingere che niente sia accaduto possa cambiare le cose.

Ma non è così, prima o poi dovrai fare i conti con il tuo dolore.

Come se tu non avessi già sofferto abbastanza, in passato.

Come se tu non avessi dovuto affrontare l'infanzia con la convinzione di essere un mostro.

Come se le uniche persone che non lo pensassero non se ne fossero andate tutte, una alla volta.

La notte, ormai tua vecchia amica, è sempre stata sinonimo di solitudine, quando eri trasformato, quando tornavi a casa per le vacanze da scuola, quando metà dei tuoi amici erano morti e lui era in prigione.

Il periodo più buio della tua vita, forse.

Ma lui era riuscito a scappare, a tornare da te.

Sono stati due anni stupendi, era quasi come essere tornati ai vecchi tempi.

Ma da sempre, nella tua vita, le cose belle non sono destinate a durare.

E anche lui se n'è andato, lasciandoti di nuovo da solo.

Questa notte non riesci a dormire.

Appena chiudi gli occhi, rivedi il suo volto, bellissimo nonostante quei dodici anni ad Azkaban.

La prima lacrima cade, lasciando una macchia umida sul cuscino.

Quand'è stata l'ultima volta che hai pianto, Remus?

Forse al funerale di James e Lily.

O forse durante quella dozzina di anni tormentati da incubi?

O forse quando lo avevi appena ritrovato, ma durante la tua trasformazione era stato costretto a scappare di nuovo?

È di notte che sono morti i Potter.

È di notte che lui è stato arrestato.

È di notte che Peter vi ha traditi tutti.

È di notte che lui è evaso.

È di notte che l'hai rivisto.

È di notte che l'hai perso la seconda volta.

È di notte che l'hai trovato alla porta di casa tua, con quel sorriso che ti era mancato così tanto.

È di notte che sgattaiolava dalla sua stanza per infilarsi accanto a te sotto le coperte.

È di notte che, ora, ti manca.

Non è giusto, avete avuto così poco tempo insieme.

Ti è stato portato via tre volte, come se fosse stato scritto nelle stelle che voi due doveste stare separati.

E ora, stanotte, te la prendi con loro.

Con le stelle, con la luna che ti rende un mostro, con il cielo dove si trova ora lui, e con qualsiasi altra entità dimori là sopra.

Non avevate fatto mai niente di male.

Allora perché siete stati ricompensati così, costretti a vivere lontani?

Non è giusto.

La vita non è giusta.

Puoi lamentarti quanto ti pare, ma non ti farà tornare indietro nel tempo, non farà scaldare quel letto freddo, non asciugherà il lenzuolo impregnato di lacrime, non lo farà uscire da quell'arco maledetto.

Non serve a nulla, assolutamente a nulla.

Allora perché ne hai così bisogno?

Per quanto tempo dovrai ostentare tranquillità di giorno, per poi disperarti nel cuore della notte?

Per quanto tempo potrai fingere che non sia successo nulla?

Per quanto tempo dovrai sforzarti di nascondere il tuo dolore dagli altri?

Per quanto tempo penserai a tutti i modi in cui avresti potuto salvarlo?

Per quanto tempo ti sentirai come se ti avessero strappato il cuore direttamente dal petto?

Per quanto ancora?

Forse per sempre.

Perché è chiaro, questa notte non basterà a risolvere tutto, a riempire il vuoto che ti porti dentro.

No.

Ma è chiaro che stare sul vostro letto non aiuterà a calmarti, seppur momentaneamente.

Quindi ti asciughi gli occhi con una manica del pigiami, infili le pantofole ed esci, sperando di lasciare in quella stanza anche un pò di malumore.

Cammini senza una meta nella casa in cui ogni cosa ti ricorda lui, vagabondando nei corridoi, lasciandoti semplicemente trasportare dai piedi.

Fare qualcosa, tenerti occupato, in qualche modo ti aiuta.

Fin quando non giungi ad una porta.

Entri nella stanza del giovane Sirius, tappezzata di foto e sciarpe rosso-oro.

Ne individui una tra le tante, l'unica che ti interessava vedere.

I quattro Malandrini da giovani, allegri e sorridenti, prima che iniziassero le vostre disgrazie, una dopo l'altra.

Ti gira la testa, le emozioni stanno prendendo il sopravvento sulla tua mente.

Cadi indietro sul letto, non usato da anni.

Respiri, ha un odore particolare.

Ti ricordi di averlo già sentito da qualche parte, forse in una pozione, anni e anni prima.

Poi ti accorgi di un dettaglio.

Su uno dei pilastri che reggono l'imponente baldacchino, quello più vicino al guanciale, ci sono dei segni, a differenza del resto del legno perfettamente intatto.

Due lettere, una S e una R.

Ti ritrovi a sorridere tra le lacrime, quella scoperta non ha prezzo.

Lui non te ne aveva mai parlato.

Cambi posizione per poter ammirare meglio l'incisione, e poggi la testa sul cuscino che un tempo era stato suo.

E all'improvviso, senza quasi accorgertene, ti addormenti.






Di Notte ~ WolfstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora