Nella tana del lupo

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Mi sento persa, cosa fare? Devo usare il cervello, ma come? Mi lascio trasportare, mentre penso come scappare. Mi prende in braccio e mi blocca la testa, non riesco a vederlo. Mi arrendo. Usciamo dalla porta, stranamente non mi copre la testa per non farmi vedere dove stiamo andando. E' vero che quando sono grandi e grossi sono anche stupidi. Cerco di memorizzare la strada, sono una ladruncola non ho mai studiato veramente come fare un vero furto! Non mi viene molto bene. Comincio a sobbalzare.

"Che...?"

Ricevo uno schiaffo. Ha cominciato a correre. Ci dirigiamo verso una caverna. Ovviamente non mi porta dentro, mi lancia! Atterro su una specie di divano di pietra. Ahia, la schiena! Mi volto per guardare il mio aggressore, ma non c'è più.

"Fantastico, è velocissimo!"

Dico a me stessa. Arriva un'altra persona, enorme come la prima. La riconosco: un gigante. Ma perché i giganti mi dovrebbero rapire? Perché gli interesso? Come se mi avessero sentito rispondono alle mie domande mentali.

"Te lo diremo a tempo debito. Ora ho bisogno d'informazioni su di te."

Dice con un vocione che si addice alla sua stazza.

"Se mi hai rapito dovresti già sapere tutto su di me, sempre che non rapisci a caso la gente!"

"Ragazzina, non sei nella posizione per parlare se non interrogata. Sei nel mio covo e mi dirai solo ciò che ti chiedo. Chiaro?"

"Mai stato più chiaro di così."

Dico quasi delusa.

"Bene. Nome."

"Marysol Truscot."

"Razza."

"Non lo vedi?"

Urla e mi tira uno schiaffo. Poi continua.

"Non farmi perdere tempo! Razza."

"Ninfa. Dell'estate. Del sole."

"Provenienza."

"Da dove mi avete presa."

Mi sta per tirare uno schiaffo, quando si blocca e mi chiede:

"Tu abiti lì? Con gli umani?"

"Che cosa avete fatto a Jack e James?"

"Jack e James, umani. Hai rinnegato la tua casa e la tua specie?"

"Al contrario, loro hanno rinnegato me."

"Sei quella esiliata da Calenia, dunque?"

"S...sì."

Rispondo titubante.

"Perché ci sei tornata un mese fa?"

"Dovevo sistemare una faccenda."

Le idee nel mio cervello cominciano a schiarirsi.

"Che faccenda?"

Siccome non rispondo mi tira uno schiaffo, di nuovo.

"Ti ho chiesto che faccenda!"

"Ho fatto un discorso in piazza per far smettere la guerra. E' per questo che sono qui? Per il discorso?"

"Per fornirci informazioni sulla guerra che vuoi far finire...o per morire."

"State già vincendo la guerra, a cosa vi servo? Sapete che i vampiri bianchi si sono dichiarati imparziali e che dalla nostra parte abbiamo solo le fate."

"Per oggi basta, la conversazione è finita."

"Di cosa avete paura?"

Urlo mentre il mio rapitore esce. Mi sente, ma non mi risponde.

Mi guardo intorno per capire dove sono. La caverna è come un grande open space, c'è solo un ingresso e fuori di questo riesco a vedere una guardia. Maledizione, è controllato! La stanza ha una forma irregolare: è circolare, ma ad un certo punto ha una parte di circonferenza che è una linea retta. E' strano. Per il resto è arredata come un appartamento. C'è una piccola cucina, un bagnetto ed un salottino. L'arredamento però è quasi totalmente in pietra. Il divano, le sedie e le poltrone sono scomodissimi. Ma non ho tempo di fare l'arredatrice d'interni. Ricomincio a cercare un modo per scappare. Uscire dall'ingresso principale è fuori discussione, mi farei ammazzare. Ci deve essere una specie d'uscita d'emergenza, c'è sempre, e i giganti non fanno eccezione. Deve essere nascosta. Mi alzo attenta a non fare neanche il minimo rumore. Vado vicino alla parete dritta. Ci sono appesi un arazzo e una lampada. Davanti ad un pezzo del muro c'è una libreria. Devo sceglierne uno e provare e spostarlo? Ma quale? Sopra uno scaffale della libreria c'è un foglietto. Lo prendo e leggo.

"Se il passaggio vuoi aprire

la freccia nascosta devi seguire"

E' strano che i giganti aiutino i loro prigionieri a fuggire. Probabilmente è stato messo da un prigioniero che ha trovato una via di fuga e l'ha voluta condividere con gli altri .La freccia nascosta devi seguire. Guardo la parete. Il disegno sull'arazzo è particolare, ci sono delle stelle ed una porta. Lo guardo attentamente non so per quanto tempo.

"Ma certo! Le stelle formano una freccia che porta a...qui!"

Comincio a parlare. Appena me ne accorgo, smetto subito. La freccia indica il centro tra quattro piastrelle. Secondo me c'è un tunnel sotto. Alzo silenziosamente le quattro piastrelle e come sospettavo mi svelano una galleria. Comincio a scendere ma non per molto, il tunnel va subito dritto e poco dopo risale. Lo seguo tutto e capisco subito dove mi trovo. La grotta è un cerchio, quindi regolare. La parete diritta è finta ed ora sono dall'altra parte dove...c'è l'uscita. Mi precipito fuori e corro, corro a perdifiato. Non mi fermo finché non sono davanti alla porta di casa mia. Non è stato un grande piano, ma ha funzionato, in fondo sono salva. Non ho pensato molto al percorso da fare, ma si vede che me lo ricordavo. Busso. Da dentro si sentono molti giri di chiave, chissà perché si sono barricati dentro. James apre la porta. Mi vede, mi abbraccia e piange. Lo abbraccio, per sicurezza lo spingo dentro, in fondo sono appena scappata da alcuni strani giganti criminali. Quando si calma cominciamo a parlare.

"Che cosa è successo?"

Mi inginocchio per avere la sua faccia di fronte alla mia.

"Tu...Jack non ti trovava...per la festa, la casa era piena di gente. Mi ha fatto mandare tutti via. Così ho fatto, ma quando la casa si è svuotata ha detto che dovevo chiudermi in casa, non aprire a nessuno perché lui veniva a cercarti."

"Dov'è ora?"

"Doveva venire a cercarti, ma non so dov'è andato. Quando non l'ho visto con te ho pensato fosse morto. Non è morto, vero?"

Chiede abbassando gli occhi.

"No, no..."

Ma in realtà non lo so. E se fosse morto? No, non devo nemmeno pensarci, non ne sopporterei un altro.

"James."

Gli alzo il viso in modo che mi guardi negli occhi.

"James, io vado a cercarlo. Tu rimani qui. E ti prego non piangere. Non farmi venire i sensi di colpa. Non posso far diversamente."

Dico alzandomi.

"Mary..."

"Sì?"

"Non morire, Mary, e non far morire mio fratello."

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