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Aspettare.
Aspettare era ormai diventata l'occupazione principale di Alessio da quando Gennaro era entrato nella sua vita.
Ed era esattamente quello che stava facendo da due giorni a questa parte, seduto sul quel fottuto divano che aveva cominciato ad odiare, fino a quando il telefono non squillò interrompendo l'angosciante silenzio che regnava in casa.
"Lo abbiamo trovato" disse solamente una voce fredda dall'altra parte della comunicazione "può venire alla stazione di polizia a riprenderselo" e senza che Alessio riuscisse a rispondere chiuse la comunicazione.
Un sospiro, non sapeva bene se di sollievo o di ansia, uscì dalle sottili labbra del moro.
Sì costrinse a recuperare le chiavi della macchina dallo svuota tasche sul tavolino dell'entrata e la giacca e si chiuse la porta alle spalle.
Rivedere Gennaro dopo interminabili ore passate ad osservare la porta d'entrata aspettando un suo ritorno scatenò in Alessio diverse emozioni contrastanti, ma la più forte sicuramente era la odio.
Un odio profondo stava attanagliando il suo cuore fino a renderlo un piccolo ammasso di carne.
"Ehi" salutò Genn con un cenno della testa e alzandosi in piedi sistemandosi i vestiti sporchi di fango e polvere.
Alessio guardò il proprio compagno di band, non che ragazzo, diverse volte prima di aprire bocca e rispondergli.
"Andiamo" e si incamminò.
Gennaro rimase confuso dalla freddezza del compagno, ma decise di non parlare, forse in fondo se l'aspettava una reazione del genere da parte di Alessio, era la terza volta in un mese che spariva per giorni.
Il viaggio in macchina fu silenzioso, ma non un silenzio rilassante come al solito, quello era un silenzio che preannunciava guai, carico di ansia e tensione.
Gennaro fu il primo a decidere di aprire bocca.
"Allora... "sì mordicchiò il labbro in attesa di una reazione da parte del compagno che, però, non mosse un muscolo e non tolse gli occhi dalla strada deserta.
"Alé "sbottò di colpo il biondo "mi puoi dire che cazzo hai? "
Lo sguardo glaciale del moro si spostò per qualche secondo sul ragazzo prima di tornare a guardare la strada.
"Davvero me lo stai chiedendo? "Domandò solamente, interrompendo il gioco del silenzio che aveva intrapreso.
Genn si passò una mano tra i capelli ansioso, non ricordava di aver mai sentito Alessio parlare con quel tono così distaccato e freddo.
"Io..."
"Io un cazzo Gennaro!" il momento che il biondo temeva era arrivato "tu non puoi semplicemente sparire per giorni! Non puoi sparire e finire in una stazione di polizia"
Alessio prese un respiro veloce.
"Si può sapere dove diavolo sei stato? Me con chi cazzo eri?"
Con un pugno fece suonare il clacson facendo trasalire il biondo.
"Perché mi odi eh?! "Il moro sospirò diverse volte prima di ricominciare a parlare "Gennaro... io...io non so più come fare, da quando hai incominciato a frequentare Giovanni è tutto così diverso, tu sei diverso " spostò gli occhi sul compagno che teneva la testa bassa e si torturava le mani trappando le pellicine "non so più come aiutarti, non torni a casa la notte senza lasciare nessun messaggio e tu non puoi neanche minimamente capire quanto questo faccia male, guardare la persona che ami distruggersi lentamente da dentro, e forse io... "
Gennaro sentì il sangue gelarsi nelle vene perché sapeva esattamente quello che stava per dire, sapeva che ormai era tutto finito ed era solo e soltanto colpa sua.
Sua e delle sue dipendenze, della voglia di sentirsi ancora giovane, sconsiderato e libero.
Con fatica ed un nodo allo stomaco Alessio riprese a parlare.
"Penso sia arrivato il momento di andare ognuno per la sua strada Genn "
"No" fu un sussurrò da parte del biondo "no Alessio no... non sono pronto a lasciarti andare a dirti addio, e forse non lo sarò mai "una lacrima scese sulla guancia scarna "perché ti amo, so che te lo dico poco, forse quasi mai, ma io ti amo Alessio Iodice e smetterò di fare stronzate lo giuro, ricomincerò a lottare per te e per noi, perché te lo meriti. Sei un ragazzo favoloso e io non so neanche perché tra tutti hai scelto me, ma non ti lascerò andare, anche se meriti di ricominciare, perché sono egoista e non sopravvivrei un giorno sapendoti tra le braccia di qualcuno che non sono io "
Alex fu stordito da quel mare di parole, poteva quasi giurare di non averlo mai sentito parlare così tanto in dieci anni di conoscenza.
"Quindi... "
"Non lo so Gennà... se non ti perdono so che sarà l'errore più grande della mia vita "si morse il labbro talmente tanto forte da sentire il gusto ferroso del sangue "ma se non ti lascio andare so che... che non sarò mai realmente felice come lo ero prima. Qualunque scelta faccia non sarà mai nulla come prima. In tutti questi anni ho messo te prima di me e... io non so come è amare se stessi "
La mano fredda e pallida di Genn raggiunse la sua sul manubrio del cambio e la strinse forte.
"Ci penserò io ad insegnartelo ed amarti per entrambi Alé "lo guardò intensamente negli occhi scuri prima di allungarsi dalla parte del guidatore e lasciargli un umido bacio a fior di labbra "e so che è scontato, ma ti amo "le guance pallide si tinsero di un leggero rossore "portami a casa Alé "
Il cuore di Alessio prese a battere all'impazzata, aveva deciso, Genn era tutto ciò che voleva e che bramava da sempre, si senti un perfetto idiota nell'averlo quasi lasciato andare.
Sperò con tutto se stesso che il ragazzo che sedeva accanto a lui fosse sincero, che non si sarebbe di nuovo ritrovato a piangere nel letto da solo maledicendo il giorno del loro incontro.
Si guardarono entrambi negli occhi.
Alessio aprì la bocca per rispondere, poi fu un attimo.
Il suono prolungato di un clacson li stordì.
Una luce abbagliante contro di loro.
Il suono delle lamiere e dei vetri rotti nel silenzio della notte.
Un urlo.
Poi nulla.
Gennaro non sapeva bene cosa fosse successo.
Con una fatica innaturale riuscì ad aprire gli occhi e a sbattere le palpebre un paio di volte prima di vedere il vetro della macchina rotto e di notare che la macchina era cappottata sul lato sinistro.
"Che cazzo... "un furgone di fronte a loro era in fiamme e a testa in giù ed una persona stava disperatamente chiamando aiuto al cellulare.
"Alé che succede? mi fa male tutto e non mi riesco a.... Alessio! "Urlò quando girando il collo vide il proprio ragazzo con gli occhi semi aperti, il collo in una posizione innaturale e dei fiotti di sangue uscire dalle sue labbra sottili.
Urlò.
Urlò come non aveva mai fatto prima.
Urlò così tanto che non riuscì a sentire l'arrivo dell'ambulanza, dei vigili del fuoco e della polizia.
Urlò mentre lo tirarono fuori dalle lamiere e lo misero sulla barella legandolo.
"Sta calmo andrà tutto bene "gli disse una paramedica mentre lo caricavano su un'ambulanza.
"Alessio! "Le disse mentre cercava di divincolarsi, ma il suo corpo non rispondeva "la dentro c'è il mio ragazzo! Fate qualcosa! "
La ragazza, forse troppo giovane e senza esperienza, distolse lo sguardo quando sentì la voce densa di dolore di Gennaro.
E fu in quel momento che Genn capì che Alessio non l'avrebbe mai più portato a casa.




Parto col dire che sto piangendo come una disperata e con il chiedere scusa per questa tristissima e orribile One shot.
Io non so proprio come mi sia venuta in mente, ma era in cantiere da un bel po' e oggi mi sentivo in vena di scrivere quindi... eccoci qua!
So che in fondo le aspettative erano quelle di un Happy ending, ma forse era giusto che finisse così mi sembrava troppo sforzato farla finire bene...
(Ammetto che l'idea iniziale era quella di farla finire con il 'e vissero per sempre felici e con tenti' e forse una scena di smut, ma questi sono dettagli)
Se siete arrivate fino a qua a leggere vi ringrazio tantissimo!
Spero di non essermi dilungata troppo e vi saluto!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Bacioni Nao😙

Take me homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora