Capitolo 14.

114 10 0
                                    

Piccolo avviso prima di iniziare...avevo intenzione di cambiare il titolo e la copertina della storia, perchè bho...non mi convincono. Fatemi sapere se avete qualche idea per il titolo e buona lettura!

-Non dovresti essere qui- la voce di Nick risuona in tutta la stanza come una dolce melodia. Mi tiro su, cercando di dare una forma agli oggetti immersi nel buio che mi circondano.

È troppo buio e devo chiudere gli occhi almeno un paio di volte prima di riuscire ad abituarmi. Poi, distunguo la figura minuta di mio fratello infondo alla stanza.

-Hey- lo saluto con un lieve sorriso, anche se sono cosciente del fatto che non lo vedrà.

-Perchè mi fai questo?- chiede avvicinandosi. Lo guardo perplessa, non capendo cosa intende. Come se avesse capito, continua a parlare.

-Lo so che ora ti dimenticherai di me. Adesso che quel Bradley è entrato nella tua vita, io non ci saró piú. Piano piano svaniró nel nulla, come il battito del mio cuore qualche anno fa. Perchè mi fai questo? Perchè? Non voglio più vederti, mai più. Vattene via con quello li e non tornare mai più. Lo so che non mi vuoi, allora lasciami andare!- urla sempre più forte, così forte che l'aria nella stanza si fa sempre più pesante, e mi lascio cadere a terra.

Davvero mio fratello mi sta abbandonando? Davvero sta succedendo?

Lo vedo scomparire mentre le sue parole continuano a risuonare nella mia mente. Se era davvero un addio, preferisco seguirlo fino la su pur di non perderlo. Anche se ormai lo devo accettare, io l'ho perso già da tempo. L'ho perso già da quella sera, che il suo esile corpo è diventato sempre piú freddo fra le mie braccia.

Mi sveglio e mi metto subito a sedere.

-Era solo un sogno- sussurro, cercando di convincermi il piú possibile. Il cuore mi batte fortissimo e faccio fatica a respirare. Dopo un po' di tempo, riesco finalmente a tranquillizzarmi.

Mi alzo piano, nel silenzio rilassante della stanza. Prendo un respiro profondo e mi metto in piedi. Mi guardo intorno, cercando di distinguere le forme degli oggetti immersi nel buio. Rimango immobile, mi guardo intorno e sorrido. Forse un sorriso forzato, forse sincero, non saprei definirlo. Sono solo immersa nel buio anche io, come tutte le mie emozioni ed i miei pensieri. Mi sento come in un limbo, libera da tutto ma con un peso nel petto. Una sensazione secondo me indescrivibile, che non puó essere espressa in parole. Puó solo essere vissuta.
E chiudo gli occhi, continuando a dondolarmi impercettibilmente con i piedi piantati a terra. Questo buio mi fa sentire continuamente al sicuro. Perchè io lo so, che i mostri non si trovano nel buio. So perfettamente che i mostri ce li ho dentro, che devo imparare a conviverci. So anche che questo buio misterioso e silenzioso in cui tutto sembra scomparire, nonostante sia proprio qui intorno a me, è l'unico modo per scappare. Perchè sí, scappare è tutto quello che riesco a fare chiudendo gli occhi. Comincio ad immaginare i miei piedi scalzi che corrono sull'asfalto bagnato senza fermarsi, sempre piú veloce, come a voler scappare da tutto. Dal dolore fisico ed emotivo.
Ed è solo ora, che la strana sensazione di libertà colmata da un peso insopportabile diventa piú forte, ed è in questo stesso momento che mi lascio andare. Stringo gli occhi piú forte e lascio che il mio corpo cada all'indietro. E mentre perdo l'equilibrio, spero di cadere e cadere ancora. Spero di non arrivare mai ad una fine e di continuare a cadere per sempre. Spero perchè è l'unica cosa che mi rimane da fare.
Ma ad accogliere la mia improvvisa caduta è solo il morbido materasso del letto. Stringo il labbro inferiore fra i denti, e riapro gli occhi. Vedo solo buio, sento solo buio. Mi lascio andare nuovamente, facendo si che ogni pensiero ed emozione controlli il mio corpo, ritrovandomi così accovacciata su me stessa.
Delle piccole lacrime silenziose sono l'ultima cosa che sento, prima che tutto si fa sempre più piccolo fino a scomparire.

******

La sveglia suona, e:-Cazzo, c'è scuola-
Mi alzo contro voglia e vado verso l'armadio. Oggi ho solo voglia di rimanere a letto, ma purtroppo non è possibile.

Indosso dei jeans chiari strappati, un maglioncino grigio chiaro e le superstar bianche e nere. Metto un po' di matita e mascara ed esco di casa con lo zaino, il telefono e le cuffie.

Mentre vado verso la scuola faccio partire la riproduzione casuale, che sembra leggermi nella mente. Parte subito High Hopes di Kodaline, e giuro di rivedere tutto quello che è successo stanotte mentre ascolto la canzone in silenzio.

Arrivo a scuola verso la fine della canzone, e purtroppo non è stato facile trattenere qualche lacrima. Spero solo che non lo noti nessuno. Entro a testa bassa, cercando di non dare troppo nell'occhio, finchè delle possenti braccia mi abbracciano da dietro.

-Trovata- la voce calda di Brad arriva dritta nel mio orecchio, e finalmente riesco a far uscire un piccolo sorriso dalle mie labbra. Ora il problema è un altro; devo riuscire ad apparire il più normale possibile e non fargli sospettare nulla. Ma soprattutto devo riuscire a non scoppiare in un pianto isterico in questo momento.

-Pare proprio di si- dico girandomi verso di lui e cercando di fare un sorriso credibile. Mi guarda sorridendo anche lui, ma poi si spegne subito guardandomi preoccupato.

-Cos'è successo? Perchè hai pianto?- chiede subito, spostando delicatamente le mani sulle mie guance. Ops...

-Va tutto bene, tranquillo- rispondo velocemente, abbassando lo sguardo.

-No Alexandra, non va tutto bene. Tu adesso vieni con me e mi spieghi tutto- dice prendendomi una mano e portandomi verso il cortile. In quello stesso momento la campanella suona.

-Brad ma c'è lezione- urlo mentre lui continua a tirarmi.

-Che si fotta. Come se preferisco ascoltare quel cazzone del prof al posto tuo- risponde senza girarsi e continuando a camminare. Ora spiegatemi perchè non dovrei amarlo.

Una volta arrivati in cortile, ci sediamo sul muretto e mi incita a parlare. Prendo un grosso respiro, cercando di ricacciare dentro le lacrime e inizio a raccontargli tutto.

-Ho paura- è l'ultima cosa che riesco a dire, prima di scoppiare in un pianto liberatorio. Mi attira a se e mi fa poggiare la testa sul suo petto, iniziando ad accarezzarmi i capelli.

Nel cortile cade il silenzio più assoluto, interrotto solo dai miei singhiozzi. E a me va bene cosí, perchè non ho bisogno di parole quando è il cuore a parlare.

Alive.//B.W.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora