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Waiting For You — IX

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Waiting For You — IX

05 Marzo 2014.

Baek Hyun sentì una forte e pungente fitta al petto, all'altezza del cuore. Era così dolorosa da fargli mancare il fiato per qualche secondo e quasi si sentì svenire. Si colpì il torace più volte, con quella poca forza che aveva, per calmare il fuoco che ardeva dentro di lui bruciando tutto quello che trovava davanti al suo passaggio. Stava peggiorando di giorno in giorno e ne era pienamente consapevole. Ma cosa poteva fare per poter fermare tutto quel dolore?

Il suo dottore non ne capiva la causa e Baek Hyun non sapeva come poterla definire a parole. Così, semplicemente, gli aveva prescritto degli antidolorifici che sembravano avere effetto, ma solo temporaneo. Una volta aveva descritto, al suo psichiatra, quel malessere come una serie continua di aghi appuntiti che gli venivano confiscati nella pelle fino a farlo urlare, tant'era insopportabile. Un'altra volta ancora, l'aveva definito come un martello che lo colpiva con violenza, ripetutamente. E ancora, come tanti pugni scagliati senza precisione, ma con forza.

Non sapeva come spiegarlo e il tutto rimaneva avvolto in una nuvola di mistero, quasi fino a far credere al suo psichiatra che quel tanto chiacchierato dolore non esistesse per niente e che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Probabile, aveva pensato Baek Hyun, senza giustificarsi.

Infilò la piccola mano tremolante nell'enorme tasca del suo giubbotto nero ed afferrò con forza, tant'era la paura di fare cadere a terra, l'oggetto della sua ricerca. Aprì il piccolo barattolo trasparente di plastica, su cui era attaccata l'etichetta del nome del farmaco, che conteneva le sue familiari pillole per il dolore. Subito ne ingoiò due, in un colpo, tutto d'un fiato, vorace, per poi rimettere al suo posto la custodia al sicuro da occhi indiscreti e curiosi. Sospirò, sentendo il bruciante dolore che fino a poco prima gli attanagliava il petto svanire lentamente, lasciando il posto al sollievo. Si sentiva decisamente meglio. Chiuse gli occhi, inspirando profondamente e si fece cullare dal quel momento di serenità, di leggerezza e di pace come se fosse una dolce melodia.

Nonostante tutta la sua attenzione nel cercare di nascondere quelle pillole, non poté immaginare che proprio in quel momento, Chan Yeol arrivò con qualche minuto di anticipo. La sua giornata universitaria si era accorciata all'improvviso per la mancanza di numerosi professori.

Chan Yeol aveva pensato di fargli una grande - per così dire - sorpresa, ossia di portarlo da qualche parte a pranzare, ma quando l'aveva visto ingerire quelle piccole pillole, tutto il suo entusiasmo era svanito come polvere nel vento e il suo cuore si era fermato per un millesimo di secondo nel petto, stretto nella gabbia toracica.

In quel momento, osservò attentamente il maggiore con gli occhi vigili. Per la prima volta, notò alcuni piccoli dettagli che prima gli erano sfuggiti o che, invece, aveva deliberatamente ignorato. Baek Hyun non indossava scarpe, ai suoi piedi portava un semplice paio di ciabatte color blu e malmesse. Chan Yeol si chiese se li avesse sempre portati e come aveva fatto a non accorgersene. Il polso destro era avvolto da un braccialetto color giallo ocre, sul quale era inciso un numero di serie, probabilmente, il suo. Riuscì anche a distinguere il leggero tic, quasi impercettibilmente, che faceva con la spalla destra: la sollevava di scatto senza rendersene conto - così pensava - per più di tre volte almeno in un'ora.

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