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Waiting For You — X







10 Marzo 2014.






Chan Yeol lanciò uno sguardo di sfuggita verso la panchina, che a malapena si intravedeva da dov'era, per accertarsi che il maggiore non stesse guardando verso quella direzione. Poi, però, si chiese perché dovesse farlo e, ridendo di se stesso, scosse la testa in segno di rassegnazione. Quando fu certo, lo stesso, che il maggiore non stesse minimamente dando alcuna attenzione all'ospedale, chiuse gli occhi ermeticamente, immergendosi nel nero come la pece, nell'unico luogo che in quel momento trovavo sicuro e pacifico. Sospirò a pieni polmoni, con il cuore in gola, che batteva a mille a causa dell'ansia, il quale sembrava averlo circondato ovunque.

Fece quei pochi passi che lo separavano dalla porta automatica dell'edificio e si fermò davanti al sovrastante palazzo color grigio opaco di fronte a lui. Lo osservò, ammirando quanto fosse sobria, ma, al tempo stesso, appariscente la presentazione frontale - nonostante, non si poteva dire lo stesso del retro.

Con un piede in avanti esitante e gli occhi titubanti puntanti sulla porta d'ingresso, osservava uscire ed entrare freneticamente milioni di persone, a lui, tutte sconosciute e ignote; proprio non riusciva, non poteva immaginarsi, il minuto e fragile corpo di Baek Hyun, varcare quella soglia; nella sua mente, era un'immagine che non trovava spazio per la sua creazione, rimanendo semplicemente un'idea astratta. Ebbe paura per una frazione di tempo, che gli sembrò quasi infinito: le sue sicurezze lentamente stava vaccinando.

L'ospedale, che era stato costruito a più piani, probabilmente, per i numerosi pazienti, che risiedevano al suo interno, era immenso, imponente, lo sovrastava, lo intimoriva.

La verità su Baek Hyun era sempre più vicina e, questo, gli causava dei sensi di colpa poiché stava per richiedere informazioni riservate a insaputa del diretto interessato. Chan Yeol stava andando incontro a quella realtà senza protezioni, senza una sicurezza su cui aggrapparsi, ma doveva sapere, doveva liberarsi da quel peso che quasi lo stava uccidendo. Sentiva un enorme e pesante macigno opprimergli il torace, il cuore. Il fiato iniziò a mancargli, almeno così credeva. E a riportarlo all'agghiacciante realtà della sua vita, alla realtà di quel mondo, era il pensiero di poter scoprire di cosa soffrisse Baek Hyun, e, così, aiutarlo di conseguenza.

Aveva pensato a lungo e meticolosamente per tutte quelle notti passate insonnie; aveva meditato e riflettuto attentamente, ripercorrendo minuziosamente tutti i più piccoli particolari, o dettagli, che gli erano sfuggiti a prima vista, i quali erano impressi nella sua mente, che, però, aveva archiviato in una recondita parte del suo cervello e li aveva dichiarati futili, del tutto inutili, privi di senso. Alla fine, l'unica conclusione a cui riuscì ad arrivare, che sembrava aver senso, aver logica, era solo una, solo quella.

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