Scrissi a katia che dovevano partire ma che le saremmo andati incontro,sulla strada di casa sua,e feci cenno a mamma che ero pronto.Non appena il portone comincio a sollevarsi,li vedemmo.Ne riconobbi due.Pietro,lo conoscevo da sempre,avevamo imparato assieme ad andare in bici
Senza le rotelle,anche la prima sbronza l'avevamo presa assieme,e assieme l'avevamo vomitata.Era lì,era lui,ma quello sguardo vacuo e colmo di selvaggia bramosia insieme,no,quello non glielo avevo mai visto.Suo padre era con lui,lo stesso furore avido negli occhi.Avevano delle piaghe aperte,l'uno sulla spalla,l'altro nel avambraccio
<Dei morsi,cristo!dei morsi!>,ho pensato, ma scacciai immediatamente il pensiero.Gli altri non li avevano mai visti,ma avevano tuttologi stesso sguardo.Volti e abiti erano macchiati di sangue e di altre sostanze organiche he mi rifiutavo di analizzare.
<Vai,mamma,vai >.Accese il motore e parti decisa.
Il Suv,se penso quante gliene avevano dette quando se l'era comprato
<mamma,ma dai, il suv.Ma se non esco mai dai confini della pianura padana,lunghi rettilinei,lande piatte come tavole;che te ne fai?>
Adesso ero davvero grato di trovarmi in quel l'auto e non nella vecchia panda.
Il botto non fu nemmeno troppo forte,caddero come birilli di carne,uno finì sotto le ruote,mamma non esitò e tirò dritto.Fu come quando si investe un ratto o un grosso riccio, ma infinitamente più grosso.La macchina sobbalzo un po poi continuò la sua strada.Mamma guidava come un pilota di rally,curve ad angolo retto,sgommate:un film.Ma fu più un cortometraggio.A un paio di isolanti da casa di katia le quattro gomme esplosero,la macchina parti in testa-coda e si fermò schiantandosi di muso contro il platano........