L'amore ha il tuo nome. Capitolo 5

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Emily.

Siamo nella suite dell'hotel, anche se penso sia stato scortese svignarcela in quel modo, mentalmente lo ringrazio perché anch'io non vedevo l'ora di stare soli. Mi volto verso di lui, si è tolto la giacca, tiene il gilet sbottonato e sta poggiando i gemelli della camicia sul tavolo poi infila le mani nelle tasche e mi dice <<non ricordo se te l'ho già detto, sei bellissima>> <<anche tu>> <<mi hai fatto un complimento?>> <<Sì e se ti togli la camicia, ti salto pure addosso dalla contentezza>>. Mi si avvicina con calma dicendomi <<non vedo l'ora che tu lo faccia>>. Di slancio mi butto su di lui intrecciandogli le braccia al collo e incollando le labbra alle sue. Eric, mi bacia assaporando le mie labbra e armeggiando con la mia acconciatura. Mi toglie la tiara e la lancia sulla poltrona, poi mi sfila le forcine e infila le dita nei miei capelli dicendomi a fior di labbra <<li adoro sciolti>> e approfondisce il bacio. Sento il sangue formicolarmi nelle vene e il desiderio mi annebbia la mente. Percepisco qualcosa di fresco sotto la mia schiena e aprendo gli occhi lo vedo adagiarmi sulle lenzuola e siamo nudi. Incapace di resistere oltre ai suoi baci lungo il mio corpo, lo tiro verso di me dicendogli <<le tenerezze dopo, adesso fammi tua>>. Lo accarezzo un fianco e affondo il viso nel suo petto. Desidero il mio Eric amante, che ritornasse a guardarmi con quella scintilla selvaggia negli occhi e che il mio odore fosse un tunnel di sensazioni senza ritorno come lo è il suo per me. Lui tenendomi il viso tra le mani <<Emily, non sei pronta lasciati preparare>> <<lo sono invece. Ti prego>>. Lui si posiziona e da una vigorosa spinta tra le mie gambe, urlo di dolore sentendo qualcosa dentro di me che si lacera. Eric si blocca e sgranando gli occhi <<sento odore di sangue, cos'è successo>>. Lo sposto e sussulto facendolo uscire dal mio corpo, poi mi tocco e incredula guardo le mie dita insanguinate: non è possibile. <<Non volevo farti male>> mi dice in panico ed io sorridendo gli mostro un dito sporco dicendo <<vuoi assaggiare è il sangue di una vergine>>. Lui mi trattiene il polso e con occhi spalancati <<il tuo odore! Tu sei rinata vergine>> <<sembra così>> glielo passo sulle labbra <<è buono?>> gli domando vedendo la sete nel suo sguardo. Si lecca le labbra <<è molto buono>> e accarezzandomi la guancia <<davvero, non volevo farti male>> <<lo so, ma verrei che adesso tu continuassi>>. Piegandomi una gamba, mi penetra dolcemente <<fa ancora male>> <<solo un po', ma adesso passa>> lo rassicuro e lui mi bacia il collo iniziando a darmi piacere. Eric fa all'amore con una dolcezza reverenziale, venerando il mio corpo e sconvolgendomi. Inarco la schiena per sentirlo tutto e gli mordicchio la spalla facendolo fremere, poi catturo il suo sguardo e il suo pensiero mi è chiaro: desidero il suo sangue! E sta combattendo con tutte le sue forze per non cedere. Sono stata io a scatenare questo desiderio facendoglielo assaggiare e non so se è colpa del legame di sangue che abbiamo o perché, per me la parola amore, debba essere estesa in tutto il suo significato, senza restrizioni e per questo motivo senza alcun timore gli dico <<voglio anche l'unione del sangue. Voglio fare l'amore con il mio Vampiro>> <<no, Emily! Perderò il controllo e>> gli poggio un dito sulle labbra <<schhh! Io non ho paura. Mi fido di te. Ti prego>> lui poggia la fronte sulla mia <<mi stai offrendo il sogno di ogni Vampiro: sangue e sesso>> <<sì! Non voglio perdermi nulla di te e poi mi stai annoiando con tutta questa delicatezza mi piaci di più quando fai il pazzo a letto>>. Cede sedotto dalle mie parole. Mi è ovunque, ogni carezza o gesto è carnale carico di passione e questo è l'uomo che riconosco, che mi fa perdere la ragione nelle sue mani. Mi bacia e sento il sapore del suo sangue sulla lingua, un'onda in piena di alchimia mi si riverbera nelle vene accrescendo ancora di più il mio desiderio, lui lo capisce e mi porta le labbra al suo collo. Succhio dalla sua ferita inebriandomi del suo sangue e ogni sensazione si amplifica, ma c'è né una che prevale sulle altre, sono le mie vene. Pulsano in modo piacevole ma sento un peso dentro che mi spinge a offrirmi. Gli porgo il mio collo, ma lui mi afferra il polso <<voglio che tu veda>> mi dice con voce roca. Fisso i suoi occhi e il suo bellissimo volto che resta umano mentre affonda i canini nella mia carne. Non provo dolore, anzi i fori sono liberatori e quando lui succhia continuando a spingersi in me, lo sento arrivare, insieme al suo, l'orgasmo più potente che abbia mai provato: esplode nel mio ventre come una tempesta, poi si calma lasciandomi leggera. Stordita, mi ritrovo con la schiena stretta al suo torace e mormoro <<voglio farlo sempre così>> e lui con la guancia accostata alla mia con tono divertito <<ho creato un mostro>>.

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