Capitolo 7: Un sentiero...

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Lenx non aveva tutti i torti ad essere restio ad intraprendere quel sentiero alternativo. Ben presto sfociò sul bordo di un profondo precipizio, probabilmente il letto di un antico fiume. Il sentiero era stretto, spesso inclinato verso il baratro e talvolta ostruito da rocce franate, e sembrava procedere all'infinito lungo il ciglio del burrone. Tuttavia, era l'unica via che poteva portarli alla salvezza.

Ad ogni buca in cui inciampava, Lenx continuava a protestare sottovoce contro quelli che avevano costruito una strada così pericolosa invece che spostare le rocce dal vecchio sentiero. Nolan non diceva nulla, ma osservava con attenzione costante e preoccupazione crescente quel posto così pericoloso.

Ad un certo punto, scorse un lupo muoversi dall'altra parte del burrone, illuminato dai vividi bagliori del sole pomeridiano. L'animale li osservava in silenzio, con occhi minacciosi e scintillanti in quel posto così tetro e solitario. Il ragazzo lo indicò a Lenx, che commentò bisbigliando: - Speriamo solo che non ci raggiunga, e che questo burrone continui a proteggerci da quel lato delle montagne per tutto il tempo. –

L'aria ben presto cominciò a raffreddarsi, le ombre ad allungarsi, e il freddo ad aumentare. Il ragazzo combatteva i brividi di freddo stringendosi il più possibile nel mantello e pensando costantemente di essere vittima di un fato avverso non da solo, ma al fianco di Lenx. Quel pensiero lo rassicurava continuamente, impedendogli di arrendersi e di lasciarsi andare in quel luogo di eterno silenzio e di continua tensione.

Poco prima del tramonto incontrarono di nuovo dei lupi, stavolta una decina, che li seguivano dall'altra parte del burrone. Tesper nitriva innervosito dalla loro presenza, e Nolan non poteva dargli torto. Avevano un atteggiamento aggressivo e feroce, ma anche un aspetto miserabile; alcuni erano sporchi e spelacchiati, alcuni zoppicanti, ma tutti erano accomunati da una cosa: anche da lontano, Nolan poteva vedere le loro costole sporgenti ed i loro ventri quasi inesistenti. Lenx appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, incantato a fissare quelle orride bestie, poi lo distolse dalla sua osservazione mormorando: - Riforniamoci di acqua e poi troviamo un riparo. –

Si accamparono in una grotta simile a quella della sera precedente, solo un po' più alta e leggermente distante dal sentiero. Lenx era sempre più restio ad accendere un fuoco, ma il fatto che lì ci fossero tanti lupi poteva significare che ci fossero pochi gnomi. Nessuno avrebbe potuto vivere a lungo circondato da così tante bestie feroci, era chiaro persino a Nolan. Inoltre, non accendere il fuoco avrebbe significato morire congelati nella notte, e questa eventualità bastò a convincere il contadino.

Cenarono con un pasto freddo, costituito prevalentemente di acqua, formaggio, pane e frutta. La carne avrebbe solo attirato più lupi. Nolan ebbe pietà del povero Tesper, dall'aspetto malandato e stanco, così gli diede un paio di mele, che lui accettò con gratitudine.

Anche quella sera, Lenx espose a Nolan tutto ciò che sapeva sul combattimento e sulle posizioni di attacco e di difesa con il bastone. Concentrò in particolare la lezione sul pericolo dei lupi, spiegando al ragazzo i loro metodi di caccia, mostrandogli dove ripararsi e come attaccare.

- Nella lotta con un lupo, devi sempre tenere d'occhio tutte le direzioni. - concluse Lenx, seduto al fianco di Nolan accanto al fuoco. – I lupi tendono a cacciare in branco, e spesso attaccano da più direzioni contemporaneamente, per coglierti impreparato mentre sei voltato. In ogni caso, devi proteggerti il collo: i lupi colpiscono lì, dritto alla gola, per ucciderti in modo rapido. Bastoni, lance o tizzoni ardenti sono le armi per combatterli. –

Nolan annuì, soddisfatto delle cose che Lenx gli insegnava ma troppo stanco per poterci riflettere troppo a fondo. Dopo aver cenato, sebbene entrambi fossero esausti, si esercitarono per poco più di un'ora con i bastoni e nella lotta. Nolan scoprì che Lenx non era così sprovveduto come aveva creduto, e che il bastone non era un'arma così ripugnante ed inutile ma maneggevole e potente. Lottare con Lenx non era affatto facile: il contadino sfruttava la forza di tutto il suo peso per battere l'avversario, mentre Nolan si serviva della propria agilità per evitare o provocare da lontano il nemico piuttosto che affrontarlo direttamente.

Atlas - Libro primo del ciclo degli eroi - Leggenda delle cronache di KyiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora