La svanita tristezza

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"Mary, proprio non riesci a riconoscermi? Eppure, ne abbiamo passate tante insieme. Sei davvero sicura di voler sapere chi sono?"

"Perché mi fai questa domanda?"

"Perché ti potrebbe far male la risposta..."

"Cosa ne sai?"

"E comunque...non mi hai ancora ringraziato."

"Per cosa?"

"Per averti salvato la vita all'ospedale."

"Eri tu?"

"Non hai riconosciuto la magia. Ti ho tolto la tristezza."

Nella mia mente si forma una persona.

- No, è impossibile. -

Penso. Si toglie lentamente il mantello ed il cappello. Non ci credo. Non posso credere a quello che vedo. La mia intuizione era giusta.

"Mike!"

Sussurro tristemente sorpresa.

Non credo a quello che ho appena visto. E' intollerabile. Se mi sta ingannando, me la pagherà. Ma se è davvero lui? Non so cosa sperare, lo avevo quasi cancellato dalla mia vita. Certo lo amo ancora, ma me ne ero fatta una ragione: ormai era morto e niente poteva riportarlo in vita. Non avevo previsto di rincontrarlo! Ed ora è qui, davanti ai miei occhi.

"Tu non puoi essere Mike, lui è morto."

"A quanto sembra no."

"Ma mi è arrivata la lettera del generale e poi sono a parlare con tuo padre. Tutti ti credono morto."

"Ma non significa che sia vero. Io sono qui, vivo, davanti a te."

Si avvicina per toccarmi, ma mi scanso.

"E' ancora troppo presto, eh?"

Non rispondo, non per fare la difficile ma perché non so cosa dire. Così riprende lui a parlare.

"Se ti stai chiedendo cosa mi è successo, bè te lo racconto. Durante una battaglia sono stato ferito molto gravemente. Tutti credevano che fossi morto così mi hanno buttato in una fossa comune, ecco i grandi onori per i soldati! Ero ancora vivo e così uscii dalla fossa. Ci ho messo molto tempo e fatica, ma sono uscito da quella profondissima fossa. Mi misi a spiare le mosse del nemico che mi credeva morto in modo da essere poi reintegrato nell'esercito. Tra i soldati nemici si diffuse presto la leggenda del fantasma di Mike Grace, che spiava chiunque e che nessuno poteva uccidere. In effetti in teoria ero già morto. Dopo aver capito quasi tutte le tattiche, decisi di spiare anche il mio esercito. Qui nessuno mi scoprì e questo fu già un punto svantaggioso per il nostro esercito. Dovrebbero accorgersi di una spia. Mettendo poi a confronto le diverse tattiche, ho capito che non avevamo la minima possibilità di vincere. Eravamo perduti, come l'esercito lo è adesso. Non possono vincere e se non sbaglio te lo ha detto anche il generale. Così decisi di schierarmi dalla parte del nemico. Ho fatto carriera da come puoi vedere. Ora ti ho chiamata qui perché ti voglio al mio fianco. Ti amo e ti voglio con me. Allora, mia regina, siediti sul tuo trono."

Dice indicando una sedia affianco alla sua.

"Mike, ci ho messo tanto a dimenticarti. Ti amavo, avevo più bisogno di te che dell'aria o dell'acqua. Sai, avevi prenotato il posticino nel mio cuore trasparente più dell'acqua e più dell'aria. Questo qui, vedi."

Dico indicandogli la collana che porto al collo, poi riprendo.

"Il generale Thompson, mi ha spedito la lettera in cui mi diceva della tua morte. Mi ha detto che dicevi spesso quanto mi amavi, che mi volevi sposare, che volevi me per l'eternità. E poi mi hai rimandato indietro questo. Come potevo sapere che eri vivo?"

Tiro fuori della tasca la catenina a forma di cuore con dentro una ciocca dei miei ed una dei suoi capelli.

"E poi dicevi che ero la tua musa. Se mi amavi così tanto, non dovevi fingerti morto, dovevi tornare da me."

"Non importa più Mary, ormai siamo di nuovo insieme, solo tu ed io, di nuovo!"

"No Mike, il tu ed io è finito quando ho ricevuto la lettera."

"So che mi ami ancora, lo sento... E' la nostra connessione speciale, Mary, sento che provi quello che provo io."

C'è Jack adesso nella mia vita.

"Promettimi che non dimenticherai...il nostro passato insieme e quello...che ci hai tolto..."

I suoi ed i miei occhi cominciano a luccicare nello stesso momento.

C'è una lunga pausa, che solo io ho il coraggio di rompere.

"Ora, con permesso, me ne vado."

"Non puoi andartene dal mio palazzo finché non te lo dico io."

Dice prendendomi per il polso.

"Posso fare tante cose, e questa è tra quelle."

Mi libero il polso, mi giro e m'incammino prendendo sottobraccio Jack.

"E' per lui?"

Mi chiede urlando. Siccome non risponde si rivolge a Jack.

"Sappi che ti ucciderò per questo. Guardie, prendeteli!"

Cominciamo a correre evitando tutte le guardie. Passiamo dai cunicoli più stretti e passiamo attraverso le porte più piccole. Scendiamo le scale, attraversiamo immensi saloni e camere private, passiamo il lungo corridoio davanti all'ingresso e siamo fuori. Corriamo ancora, fino ai campi, poi ci sdraiamo tra le spighe di grano. Il biondo dei miei capelli si mimetizza tra le spighe. Jack mi guarda. Anche con la pozione riesco ad intravedere il blu mare dei suoi occhi.

"Pensa che bello, mi ucciderà e non posso neanche averti!"

Mi dice. Gli sorrido.

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