sette anni prima

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COMETA

Su Sirio 

ci sono bambini

-Federico Garcia Lorca



Sirio è la nostra casa. È un posto strano. La luce batte su tutto, non c'è un angolo buio o in ombra, ma Sirio brucia. All'inizio, quando ti ritrovi a trascorrere i primi giorni della tua vita sulla stella più luminosa dell'universo,passi giorni di sofferenza. Il calore ti arde nel corpo, e l'organismo si abitua all'afa. Passi le ore a piangere, gli occhi che bruciano per il bagliore, ma poi un giorno ti svegli, e non vedi più fiamme che bruciano la terra, ma terra che splende di luce propria. E la luce è buona. Ce lo insegnano fin da subito, ce lo imprimono nella mente e sul corpo. Io ce l'ho scritto sul braccio, il nero del tatuaggio che contrasta con la mia pelle abbronzata.

Il più vecchio su Sirio è James. James ha diciassette anni e si fa chiamare "il saggio", nonostante alla fine non dica niente di saggio. Ma tutti continuiamo a chiamarlo così, perché è come un angelo custode per noi: aiuta i più piccoli ad ambientarsi, cerca di ridurre il loro dolore al minimo, e ci distribuisce il cibo e l'acqua. Le provviste arrivano ogni quattro giorni, alle otto. C'è una buca, al centro di Sirio, profonda e bianca, dove le troviamo dentro tante buste: qui non siamo in moltissimi, credo più o meno un centinaio, quindi il cibo e l'acqua che ci mandano ci bastano. Almeno per quattro giorni.Poi quattro giorni dopo ne abbiamo dell'altro, e non ci sono più problemi. Ogni tanto, nella buca compaiono anche bambini. Piccoli neonati, dalla pelle chiara e delicata. E noi ce ne prendiamo cura.

La nostra pelle brilla, ma dopo qualche hanno smette. Di solito verso i quindici anni. Quella di James brilla ancora, ma non è abbagliante come la mia, è più fievole, più debole. Quando poi le persone smettono di brillare del tutto,scompaiono. Non le vediamo più, e quando chiediamo a James che fine fanno, lui ,con un sorriso triste, ci dice che vanno da un'altra parte, su un'altra stella più lontana dal sole. Ho conosciuto tante persone che se ne sono andate, e so che tra poco succederà anche a James. Lui è fin troppo vecchio per questa stella, dice sempre. Ma quando lo dice, nei suoi occhi c'è tristezza, e so che sa più di quello che dice. Forse le altre stelle sono più brutte? Forse. Io ho solo otto anni e la mie pelle brilla ancora, ma bambini della mia età già se ne sono andati. Spero di rimanere qui quanto ci è rimato James, perché Sirio mi piace. Qui posso passare l'intero giorno coni miei amici e non ci sono molte regole da rispettare. Non c'è nemmeno un coprifuoco, ma ci conviene andare a letto presto perché alle otto, quando compaiono le provviste, ci alziamo tutti per portarle in città. Io vivo un un piccolo paese, vicino a Demank, ma lì vivono altri ragazzi, e condividiamo il cibo e l'acqua con loro.Dopotutto, non sono nostri di diritto: non abbiamo fatto niente per guadagnarcele. La gente di Demank è poca più di noi,ed è strana.Lì sono più grandi di noi, spesso arrivano ai sedici anni, ma sono quasi tutti pazzi. A Demank fa ancora più caldo di qui, e James dice che sono impazziti per quello, per l'afa. Abbiamo provato a farli venire con noi, ma non hanno voluto muoversi da casa loro. Dicono che preferiscono vivere a Demank, perché lì si muore più tardi. Sinceramente non capisco, ma James dice che sono matti, e che le parole dei matti non contano. Quindi tutto sommato non c'è molto da capire.

Credo che un tempo su Sirio si vivesse più a lungo: un po' di giorni fa, circa una settimana, mi sono allontanato dal confine del mio paese e da quello di Demank, mentre facevo un giro in bici, e ho visto qualcosa di strano sotto il terreno sabbioso. Era uno scheletro, ma più grande di quello che potrebbe essere il mio o quello di un qualunque quindicenne. Forse grande come quello di James, ma lui è un eccezione. E accanto a quello scheletro altri tre. Poi, poco più lontani e sotterrati dalla sabbia, un'altra dozzina. L'ho detto a James, ma solo a lui. Ha detto che era il Nostro Segreto, e che non avrei dovuto dirlo a nessun altro. Sembrava spaventato, ma non sorpreso, come se l'avessi messo a conoscenza di qualcosa che sapeva già. Quindi non mi è sembrato un vero e proprio segreto, ma l'ho mantenuto lo stesso. Lo mantengo ancora adesso.

"Adam!" mi chiama Dafne, correndo allegramente verso di me e distogliendomi dai miei pensieri.

"Si?" chiedo, curioso. Di solito non succede niente di che da queste parti, e per me, che vorrei tanto partire per un'avventura, è deprimente.

Lei, che è poco più piccola di me, si arrotola una ciocca di capelli intorno al dito e mi sorride,affermando: "James dice che sta per fare un lungo viaggio, e che voleva salutarti prima di partire."

Al contrario di Dafne, riesco a leggere tra le righe, e capisco che James ha smesso di brillare. Tra pochi minuti andrà via. Corro più veloce che posso, affondando i piedi nella sabbia scottante, e raggiungo la capanna di James. Di solito tutti quelli che raggiungono la maggiore età, quando smettono di brillare, si chiudono nelle loro capanne, e noi li raggiungiamo lì per salutarli. Busso alla porta di quella di James e lui mi apre immediatamente la porta, chiudendola non appena entro nell'edificio.

"Accomodati pure" mi dice dolcemente, ma senza il solito sorriso gioioso stampato in faccia.Faccio come mi dice e mi siedo sul letto, che occupa quasi metà stanza. Mi accorgo che lui si tiene in piedi a fatica e che ha una mano premuta sulla pancia, come se gli facesse male. Mi fissa per un secondo, poi gli angoli della sua bocca si sollevano in un sorriso malinconico. "So che quello che dirò potrà sembrare insensato, ma devi ascoltarmi." Mi scruta, incrociando il suo sguardo con il mio, ed io annuisco. "Fino ad ora ho mentito, ma adesso devo dirlo a qualcuno, in modo che non rimanga un segreto. Adam, mi dispiace tanto, ma non esiste nessun viaggio verso altre stelle. Alla fine moriremo tutti.Ed io sto per morire." Tossisce,avvicinandosi un fazzoletto alla bocca, e quando lo solleva vedo che è macchiato di sangue. Distolgo lo sguardo, cercando di ricacciare le lacrime indietro. Tutto quello in cui ho creduto fino ad ora non esiste, ed adesso sento il peso delle bugie di James sulle mie spalle.

"Ti ricordi quei grossi scheletri che avevi visto? Erano di persone più vecchie di quanto potremo mai essere noi, gli adulti. Una cinquantina di anni fa i Terrestri hanno mandato circa cento persone, bambini e adulti, del loro pineta su Sirio : tutti i pianeti erano ormai inabitabili e il loro sole ormai si era quasi spento. Proprio come fa la nostra pelle. Così li hanno spediti qui, senza buoni risultati però: tutti gli adulti morirono, e soltanto una ventina di bambini resistettero. I Terrestri riprovarono ancora, mandando altri adulti ed altri bambini. E successe la stessa identica cosa: gli adulti morirono, i bambini no. Da quel momento in poi su Sirio arrivarono solo i neonati, perché erano quelli che si adattavano meglio. I Terrestri continuano a mandare bambini, ma moriamo tutti da adolescenti, e nessuno ha ancora capito perché. Gli scienziati cercano di salvarci, infatti l'acqua che ci arriva non è semplice acqua ma contiene un siero che dovrebbe permetterci di vivere più a lungo, ma non sembra abbia effetto." Tossisce di nuovo, e stavolta il sangue sporca direttamente la sua maglietta. Lo guardo con rabbia: mi ha illuso, facendomi sperare in un mondo migliore, ed adesso mi ha mostrato la vita che siamo obbligati a condurre, nettamente peggiore.

"Perché?" chiedo "perché adesso mi stai rivelando la verità? Che cosa centro io in tutto questo?"

"Non capisci, vero? Io ero l'unico ha conoscenza di quello che ti ho appena svelato, facevo in modo di non farlo scoprire a nessuno e di far mantenere le regole, ma adesso che morirò ho bisogno di un mio successore. E tu sei l'unico di cui mi fido ciecamente, il più in gamba."

"Allora voglie sapere tutto. Perché prima di morire tutti si chiudono nelle capanne?"
"è un ordine che ho dato io, in modo che nessuno li veda perdere vita. La mattina dopo poi mi sveglio presto, raccolgo i loro corpi e li sotterro, lontano da ...." non fa in tempo a finire la frase che si accascia a terra,emettendo un rumore strozzato. Non riesco più a fermare le lacrime, che scorrono interrottamente sulle mie guance . James non c'è più, mi ripeto. Quindi mi asciugo il viso con la manica della maglia ed esco dalla capanna. Fuori ci sono parecchi ragazzi, che aspettano di sapere di James.

"Allora?" chiede Dafne. Le sorrido,sapendo che è il sorriso più falso che abbia mai fato, ed annuncio : "è partito!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 20, 2016 ⏰

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