First Kiss

2.7K 130 22
                                    


Alec camminava avanti e indietro per la sala, prendendosela con rabbia eccessiva con i polsini inamidati della camicia bianca che indossava e odiando senza posa quel dannato papillon che gli toglieva il respiro.

Lo aveva fatto per davvero.

Aveva baciato lo stregone davanti alla sua famiglia, aveva baciato un nascosto davanti ai membri più illustri del Conclave e, fattore non secondario, aveva baciato Magnus davanti a Jace senza che ciò gli importasse minimamente.

Ora, ripensandoci, stava nuovamente sentendo il fiato fuggire dalla sua gola. Volendo essere del tutto sincero, doveva ammettere che, per un istante, dopo aver guardato Magnus negli occhi e aver rivolto gli stessi subito dopo verso Lydia, aveva pensato di essere in procinto di svenire.

Era quasi certo che avrebbe perso i sensi togliendosi, almeno per il momento e in modo assai scenico, dall'impiccio ma così non era stato.

E lei, quella giovane donna sbucata dal nulla una manciata di giorni prima e di cui molti diffidavano, lo aveva liberato pronunciando poche parole.

Liberato da un impegno senza senso, liberato da una maschera che si era cucito rigidamente addosso anni prima, liberato da un assoluto e ingombrante senso dell'onore che non gli aveva procurato altro che costrizioni su costrizioni da quando ne aveva memoria.

Lydia gli aveva detto con semplicità disarmante che meritava di essere felice ed era vero.

Entrambi lo meritavano.

La giovane cacciatrice avrebbe trovato ancora l'amore – Alec lo sperava profondamente – e lui doveva avere il coraggio di vivere quello che aveva in quell'esatto istante tra le mani.

A tutto questo e a molto altro riuscì a pensare il primogenito dei Ligthwood mentre lo stregone mostrava sul tavolo nella stanza accanto al quartier generale gli oggetti magici più potenti che aveva trovato a casa di Ragnor Fell e che avrebbero potuto condurli al Libro Bianco.

Solo quando Jace e Clary se ne andarono, l'immortale si avvicinò, silenzioso come un gatto, permettendo al cacciatore di avvertire la propria presenza al suo fianco.

Alec si voltò e quasi annegò nel sorriso aperto e innegabilmente felice del nascosto.

Magnus aveva appena iniziato a parlare, ancora piacevolmente frastornato dalla scena madre che avevano interpretato lungo la navata che conduceva all'altare, quando a passo marziale Maryse fece la sua comparsa, seguita da un quanto mai dimesso Robert.

Lo scontro tra madre e figlio fu meno aspro di quanto tutti i presenti si sarebbero aspettati. La donna sibilò, a un passo dall'esplodere, ogni sillaba pronunciata, come se stesse con estrema difficoltà trattenendo la rabbia che sentiva nel petto, per salvaguardare i brandelli di quella dannata apparenza che aveva contraddistinto l'intera sua esistenza, apparenza che il figlio aveva bellamente mandato in frantumi con un unico gesto genuino.

Stupendo se stesso, Alec riuscì a tenerle testa.

Da quando aveva scoperto il sordido segreto dei suoi genitori – erano stati entrambi membri del Circolo – essi avevano smesso di incutergli timore o di generare in lui quell'immane rispetto che lo aveva spinto a cercare di somigliare loro in tutto e per tutto, ponendoli entrambi su un piedistallo che per anni era parso irraggiungibile.

Ciò che però più di tutto ferì Alec fu il disgusto, più che palese, con cui la madre aveva sputato fuori la sua ultima parola "Nascosto" e infatti il mancato sposo si era trovato a stringere i pugni con forza per evitare di parlare ancora e peggiorare ulteriormente i rapporti.

First Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora