Jessica
Avrei scommesso tutti i miei beni più cari che Justin mi stava per considerare una pazza! Mi guardava con un viso allibito. Forse stavo esagerando, però ero sincera, almeno. Troppo. Avevo ammesso i miei sentimenti anche di fronte a lui, e non sarebbero stati mai ricambiati. Ne ero consapevole, e non avrei permesso la rottura del mio cuore a causa sua. Però era talmente bello e dolce, che mi lasciai trascinare. Non mi importava se faceva male, tanto mi ci ero abituata.
Era un mercoledì pomeriggio. Quel giorno avrei dovuto lavorare la sera, così optammo per una passeggiata al parco. Ormai eravamo a metà aprile, e l'estate era alle porte, finalmente.
<<Salve, due gelati. A me lo faccia alla fragola, lampone e metta della panna, per favore. Tu Jess, quale vuoi?>>
<<Ne vorrei uno al limone e vaniglia>>, dissi per poi cercare il portafogli nella tasca.
<<Ferma. Offro io, dolcezza>>, mi fermò facendomi un occhiolino. Ah, maledetta abitudine! <<Ecco a lei. Grazie, e arrivederci>> com'è gentile con le persone... e pensare che mi fece quel torto assurdo. Senza una ragione apparentemente valida! Chissà, forse è anche un altro il motivo di avermi fatto quello, ma quale poteva essere?
Dopo esserci seduti su una panchina di fronte ad un piccolo parco giochi, ci gustiamo i nostri rispettivi gelati <<ehi, me ne fai provare un po'?>>, mi chiese con un sorriso sghembo <<ricambio!>> esclamò porgendomi il suo.
<<Ahah okay, okay>> risposi facendo a cambio. <<Buono! Si sposano bene questi gusti>>, pensai a voce alta.
<<Ho buon gusto, modestamente. Anche il tuo non è male, sai?>>. Arrossì, e sorrisi. Lo fece anche lui, poi i nostri occhi caddero sulle bocche di entrambi. Era palese che volevamo avvicinarci ed assaporarci, ma non lo facemmo. Restammo a guardarci per qualche secondo, e dopo un po' finimmo di mangiare il resto dei cibi che avevamo in mano da minuti.
Passeggiavamo tra gli immensi edifici di Manhattan, entrando di tanto in tanto in qualche negozio sulla strada. Voleva comprarmi un sacco di cose, dai vestiti agli aggeggi elettrici, ma alla fine non scelsi ne l'uno, ne l'altro. Presi un libro d'amore, che parlava di una ragazza malata di cancro.
<<Beh, piuttosto deprimente... non credi?>>, mi chiese Justin. Forse per via della perdita dei miei genitori.
<<Sai, non credo che sarà così male leggerlo. 'Colpa delle stelle'... chissà cosa c'entrano quelle là?>>, mi chiesi dubbiosa.
<<Al Destino. Hai presente i detti 'sono nato sotto una cattiva stella', oppure 'è tornata la mia buona stella'? Ecco. Riguardano la stessa identica cosa, ovvero l'avvenire della vita di ogni individuo su questa Terra>>. Certo che la sua era una descrizione piuttosto dettagliata e profonda.
Annuì assente, e decisa, andai verso la cassa in modo da pagare il libro. E dovevo farlo in prima persona! Avevo già una banconota da venti dollari in mano, nell'attesa solo di essere spesi, ma prima di poter cantar vittoria, il ragazzo che era in mia compagnia mi aveva già preceduto mettendo dei soldi di fronte al giovane cassiere. Quel ragazzo guardò prima me, poi Justin. Sembrava riconoscerlo dalla sua espressione: era sbiancato di colpo! Manco fosse stato un fantasma! Eppure non è così spaventoso, anzi... prese i soldi da parte della persona che era accanto a me, e ci salutò con un sorriso, sospirando per aver passato il peggio. Beh, era quello che intravedevo io, ma perché era terrorizzato da Juss? Forse, aveva fatto altro, oltre al traffico illegale di droga? In ogni caso, lo avrei scoperto. Sono una che non molla tanto facilmente la presa...
Dopo avermi riaccompagnata a casa, mancava ancora qualche ora prima di iniziare a lavorare, così avrei deciso di accendere il mio amato portatile. La zia era sicuramente a lavoro e come al solito, aveva lasciato il bigliettino del pollo nel forno a microonde attaccato con una calamita a forma di ippopotamo. Era buffa quell'animale, con una bocca talmente grande che sarebbe stata capace di mangiare qualsiasi cosa. Qualsiasi. Tant'è vero, che sono animali onnivori e notevolmente pesanti! Ma perché ragiono tra me e me di ippopotami? Sarà la fame... avrei comunque mangiato a lavoro, e non sapevo perché mia zia si ostinasse così tanto da prepararmi da mangiare. Forse perché cucina divinamente. Anzi, ne ero certa al cento percento! Cedetti alla tentazione, e mangiai il pollo preparato con aromi e spezie. Adoro il curry!
Presi in mano il cellulare, ed iniziai a cercare qualche frase da rebloggare su Tumblr. Scrissi 'Colpa delle stelle', e numerose frasi e foto apparirono l'una dopo l'altra. Avevano anche girato un film in proposito, e mi sarebbe piaciuto, però ho sempre creduto che il libro sia migliore del cinema. C'era una frase in particolare, che mi colpì. Era una dichiarazione, ed era così bella...
Mi lasciava senza fiato, lo giuro. Anche se era una semplice frase. O per meglio dire, un' insieme di frasi che stanno perfettamente bene l'una dopo l'altra. Mi si illuminarono gli occhi, e poi iniziai a rifletterci su... Justin. Prova lo stesso che provo io per lui? Gli stessi sentimenti? Le stesse scosse elettriche? Mentre scendevo più giù, trovai una frase adatta a quel momento, e decisi di rebloggarla.
"A quanto pare il mondo non é un ufficio esaudimento desideri ".
Dopo aver finito di mangiare, il cellulare mi squillò. Era Jenny, come al solito.
<<Ehi, ho appena finito di mangiare, sto venendo>>, dissi quasi annoiata.
<<Dolcezza, non c'è alcun problema! Prima è venuto quel fustacchione di Justin, e mi ha spiegato che tu lo desideri. Forse anche troppo. Ah, sai che sei proprio una birbante? Non mi hai mai accennato nulla!>>, certo che quando ci si metteva, era peggio di una giornalista di gossip.
<<Faceva parte del piano. Arriva al sodo, piuttosto>>, dissi in preda all'ansia. Riguardava la frase che avevo condiviso poco prima?!
<<Okay, pitbull. Ha chiesto di darti un giorno di riposo, perché deve fare una cosa abbastanza importante con te. Vi sposate al comune?>> che ironia...
<<Cosa? Sposarmi io?! Ma ti sei bev->>, non riuscì a terminare la frase, che il campanello suonò. Oh, porca miseria, adesso chi sarà mai! <<Okay. Smettila di bere il tuo cervello come uno zombie>>, dissi ironica prima di attaccare. Lo feci anche per non pensare alla persona che era lì fuori.
Avanzai verso la porta e la aprì. Paul mi guardava con un sorrisetto per nulla confortante. Dov'era Justin?
<<Oh, sei qui. Vieni, devo portarti da qualche parte>>, disse quasi con prepotenza. E pensare che mi era passato casualmente per la testa che mi sarebbe piaciuto baciarlo! La pizza che gli avevo lanciato in faccia era troppo poco per uno come lui.
<<Non vado da nessuna parte. Justin dov'è?>>
<<Nel posto in cui ti porterò. Ora vieni e basta, non fare la difficile per l'amor del cielo!>> esclamò esasperato. Quella vicina all'esasperazione ero io, mica lui!
<<Non mi fido, e non ho la minima intenzione di muovermi da qui>>, dissi sulla difensiva. Non sapevo perché, ma c'era poco da fidarsi con questo tizio. E poi, che diamine voleva?!
<<D'accordo, fa niente. Allora, entrerò io>> mi accennò con un tono sensuale. Avanzò verso di me chiudendosi la porta alle spalle. E per questa persona nutrivo paura, terrore e tanto schifo.
Dov'era quel damerino quando serviva?!
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Tumblr |Justin Bieber|
FanficJessica Albert, o meglio conosciuta come JessieLove, è una giovane diciottenne con una perversa passione per il sesso e le sue foto esplicite che pubblica scrupolosamente su il famoso social network Tumblr. Un giorno, Justin Bieber, deciderà di cont...