Dear Diary...

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Caro diario,
Oggi è il 12 agosto 2015.

Circa una settimana fa, Jasmine mi invitò a uscire con lei e Giulia, aggiungendo che ci sarebbe stata una sorpresa. Io, non avendo nulla da fare e presa dalla curiosità, accettai.
Ci dammo appuntamento per le 16.30 davanti alla Villa del Comune.

Arrivate le 16.00 mi incamminai, dato che casa mia dista poco dalla Villa.
Una volta lì, esattamente mezz'ora dopo, aspettai le mie amiche che non erano ancora arrivate.
Durante l'attesa, mi sedetti su una panchina e presi cellulare e auricolari. Poco dopo, un ragazzo mi si avvicinò e mi si sedette accanto. Lui mi salutò e io ricambiai. Indossava dei jeans neri, una maglia grigia attillata e una camicia rossa a scacchi. Occhi chiari e capelli scuri, pelle quasi perfetta e -*Bea, non sbavare.*- occhiali con montatura rettangolare nera. Dall'aspetto capii che forse era leggermente più grande di me. Arrossii leggermente alla vista di quello spettacolo.
Restammo in silenzio per circa cinque minuti, fino a che non vidi Giulia e Jasmine da lontano. Stavano ridendo come due matte e notai che avevano due buste -probabilmente avevano comprato qualche vestito-.
Appena si accorsero della mia presenza, corsero verso la mia direzione. Una volta che ripresero fiato, Giulia disse: «Vedo che Marvin è già qui, perfetto!»
Marvin? Mi guardai intorno per cercare una presenza di cui non conoscevo l'identità, per poi posare lo sguardo sul ragazzo -ora in piedi- alle mie spalle.
Lanciai uno sguardo interrogativo alle due ragazze di fronte a me, una delle quali -Jasmine- mi disse: «È lui la sorpresa. L'abbiamo conosciuto l'altro giorno in un negozio. Ci ha detto i suoi gusti, passioni e hobby, che corrispondono ai tuoi, quindi abbiamo pensato che forse potreste diventare amici.»

Una persona con i tuoi stessi interessi? No, grazie! Sappiamo tutti che sono gli opposti ad attrarsi.

Non fui molto contenta della "sorpresa".
Andammo alle altalene ed iniziammo a presentarci. Dato che le mie amiche sanno bene che non sono per niente brava a presentarmi, ci pensarono loro.
«Marvin, lei è la ragazza di cui ti parlavamo: Beatrice. Non è molto brava a presentarsi, quindi lo facciamo noi. Ha 13 anni, i suoi interessi sono uguali ai tuoi e ai nostri, solo che i suoi gusti sono piuttosto diversi dai nostri. A lei piacc-» *Aah, mi secca ripetere le parole di quel discorso infinito... E poi io mi conosco già, lo so che i miei gusti sono strani*

Lo sguardo di Marvin era fisso su di me, provocandomi una sensazione di disagio, e sembrava molto interessato al discorso delle mie compagne.

Una volta venuto il turno del ragazzo, fece un sospiro e incominciò a parlare. «Mi chiamo Marvin, ho 14 anni e mezzo e sono al primo anno dell'artistico.»
Naturalmente il suo discorso fu abbastanza corto, dato che sapevamo già tutto di lui.

Il resto della giornata lo passammo tra chiacchiere e gioco. Jasmine a un certo punto mi prese da parte e mi chiese: «Bea, allora, Marvin ha catturato in tuo interesse?»
«Mmh...», mugolai, come per accennare un 'no' poco convinto. Lei mi rispose allo stesso modo, ma con un tono di delusione.

Due giorni fa mi è arrivato un messaggio, il cui testo era: "Ciao, sono Marvin. Ho avuto il tuo numero da Jasmine, spero non ti dispiaccia". Ci misi qualche secondo di troppo a realizzare che ora quel ragazzo aveva il mio numero e mi aveva mandato un messaggio. Quindi, un po' titubante, risposi: "Ciao Marvin". Una risposta fredda. Poco dopo mi scrisse: "Fredda la ragazza... Non sembravi così glaciale l'altro pomeriggio vicino a me sulla panchina."

Mi aveva vista?

«Io non... Ah, ma cosa vuoi?!»
«Nulla, tranquilla. Solo... vorresti uscire questo sabato?»
«Uscire? Io e te? Non farmi ridere!»
«E se ti dicessi che ceneremo in un ristorante giapponese?»
«... davvero?» Inutile, aveva colpito nel segno. Ho sempre adorato la cucina giapponese.
«Certo!»
«Allora... Accetto!»

Siamo rimasti d'accordo così, quindi oggi usciamo. È stato molto gentile a invitarmi anche dopo che l'ho trattato con indifferenza. Ok, ora sento che un'amicizia potrebbe nascere.

Ora devo andare, non voglio farlo aspettare.
Au revoir!

Il Mio Amico MarvinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora