Capitolo dieci

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"Se continui a mangiare così diventerai un bue"mi dice maligna mia sorella.
"Mh si okay"mugugno con la bocca piena di biscotti al cioccolato.
"Hai una dipendenza con questi cosi"esclama mio padre schifato osservando la magica confezione .
Mio padre è un tipo tutto biologico , della serie "le verdure fanno bene" e "se mangi troppa nutella muori".

"Giulia , Lisa , e' tardi!"urla mia mare dalle scale .
"Mamma sono le sette e quaranta"sbuffa mia sorella mentre e intenta a intrecciare i suoi lunghi capelli biondi in una treccia .

"Sbrigatevi! E tu smettila con questi biscotti"mi indica"e tu smetti di leggere questo benedetto giornale"sbraita contro il povero uomo che gli è toccato come marito"e tu sbrigati con questa treccia"continua rivolgendosi a mia sorella.

"Fammela te la treccia"mugugna Giulia .
"Io non ho tempo da perdere"
"Io sto leggendo notizie importanti!" Esclama mio padre sventolando in aria il suo giornale .
"Lisa devo accompagnarti a scuola?"mi domanda mia madre fregandosene del commento di suo marito.

"No grazie farò una passeggiata"
"Va bene "dice.

Salgo su per le scale e mi dirigo in camera per indossare le scarpe.
Ho i calzini tutti sdoppiati e non mi va di cercarli.
Ora ne metto uno nero e uno blu, non se ne accorgerà nessuno.

Dopo i miei marchingegni afferro una felpa e mi dirigo all'ingresso .

Sto cercando di salutare la mia famiglia ma non ci riesco .
Sto ridendo troppo per la scena che mi trovo davanti.
Mia sorella sta preparando lo zaino mentre mia madre cerca disperatamente di fargli una treccia decente mentre tra le labbra tiene un elastico con una rosa gigante .
È buffa perché con quell'aggeggio tra le labbra sta urlando contro mio padre su quanto lui sia maschilista.

"Non sono maschilista , ho semplicemente detto che non è normale che io debba preparare un panino , sei tu la donna !" Blatera lui mentre è intento ad affettare il pane.
"È' un semplice panino"ribatte mia madre.
"Sono un semplice marito costretto a sopportare tre donne impossibili "esclama frustrato.
"Hey!"lo rimproveriamo all'unisono .

Ridacchio e finalmente li saluto.
Esco fuori e mi imbatto nella normalità .
Si la mia famiglia e' proprio strana ma a me piacciono le cose diverse .
Quelle cose che non incontri mai, che le guardi e pensi "ma davvero?".

Cammino veloce per non arrivare tardi e nel frattempo ripenso a ieri sera .
Nicolas sembrava così , dolce ?
Ed è strano da dire perché lui di solito è un acido di prima categoria e le parole Nicolas e dolce non posso stare nella stessa frase.

Eppure ieri sembrava così indifeso , sembrava un bimbo a cui si spiega per la prima volta qualcosa.
Nicolas non ha mai provato qualcosa come l'amore .
Io non so se sia meglio o peggio.
Forse, io vorrei non averlo provato , vorrei , vorrei.

Mi siedo su una panchina vicino la fermata dell'autobus e aspetto impaziente che arrivi.

Arriva pochi minuti dopo e corro a sedermi sul sedile vicino il finestrino .
Infilo gli auricolari nelle orecchie e appoggio la testa al vetro osservando la vita che mi scorre davanti .
Gente , gente e ancora gente .

Chissà cosa stanno provando in quel momento quelle persone ?
Perché quel signore con la camicia bianca seduto su una panchina sembra così frustato?
Perché quel bambino sta piangendo mentre stringe sua madre?
Perche quella ragazza dai capelli corvini sembra così pensierosa e sofferente?

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