Di un gatto, quattro chiacchiere e mille pensieri.

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La natura di mezzo demone e le spalle larghe di un certo nephilim avevano impedito a Magnus di stramazzare al suolo dopo il salvataggio in extremis di Luke, salvataggio che aveva quasi del tutto prosciugato la sua energia magica e, per questo, ora il sommo stregone se ne stava rilassato e tranquillo, in piedi alla finestra a sorseggiare un drink, osservando Alec strofinare con meticolosa attenzione le macchie di sangue dal divano che aveva accolto, fino a pochi minuti prima, il nuovo alpha.

"Lo sai che se mi concedessi ancora qualche minuto per ricaricarmi, potrei occuparmene con la magia?"

"Ne hai usata già parecchia questa sera, mi pare" rispose Alec senza neppure alzare lo sguardo e anzi osservando disgustato la pezza di stoffa oramai intrisa di sangue di mannaro.

"Se non ricordo male, ho attinto parecchio anche alla tua energia, quindi che ne dici di farmi compagnia per un drink?"

Solo in quell'attimo il cacciatore alzò il capo, permettendo allo stregone di vedere ancora e di nuovo il suo bel viso.

"Forza Alexander, nessuno ti giudicherà se accetterai da bere da un nascosto"

"Non è quello che mi preoccupa, ma" si fermò un attimo guardandosi intorno addivenendo ad una lampante epifania fino a poco prima ignorata "Dove sono andati tutti?"

"Oh fiorellino, se ne sono andati da tempo e Luke sta riposando nella stanza degli ospiti" lo informò Magnus armeggiando sicuro tra le colorate bottiglie del mobile bar.

"Allora dovrei andare anche io, i miei genitori sono appena arrivati da Idris e potrebbero avere bisogno di me"

"Ritengo che Maryse possa fare a meno di te ancora per qualche ora. Forza, vieni qui e fammi compagnia"

Anche se non ancora completamente a proprio agio – completamente solo alla presenza dello stregone – Alec seguì tale invito e, girato attorno all'ingombrante divano scuro, giunse di fronte a Magnus accettando senza problemi il bicchiere dal gambo sottile che l'immortale gli stava porgendo, osservando con un pizzico di ansia il liquido lattiginoso al suo interno.

Le labbra del cacciatore si avvicinarono lente e timorose al bicchiere, sotto lo sguardo attento e interessato dello stregone che si godette anche la piccola e adorabile smorfia del suo ospite dovuta certamente alla poca dimestichezza di questo con l'alcool.

"È amaro"

"Preferisci qualcosa di più dolce?" e muovendo rapido ed elegante le dita di una mano, il colore del liquido contenuto nel bicchiere mutò, assumendo un leggero riflesso azzurro "Eccoti accontentato" ma prima che Alec potesse assaggiare nuovamente il proprio cocktail, il suono insistente del cellulare distrasse entrambi, irritando non poco il padrone di casa.

Alec si allontanò di un paio di passi per rispondere e quando tornò accanto a Magnus tentò di scusarsi perché avrebbe dovuto rientrare all'Istituto.

"Penso che tu possa ancora concederti e concedermi il tempo di un drink" e porgendogli nuovamente il bicchiere che il nephilim aveva abbandonato per poter parlare alla madre, riprese "Ora sono io però a doverti lasciare un attimo da solo. Preferisco inserire il mio personale antifurto magico, non vorrei avere sorprese durante la notte. Torno subito"

Sparendo lungo lo stretto corridoio, lasciò Alec ad osservare curioso il ricercato arredamento della stanza. Dopo aver posato sul piccolo ripiano il bicchiere oramai vuoto – il retrogusto fruttato che aveva scoperto dal secondo sorso in poi era stato qualcosa di celestiale, succoso e pieno come mai aveva provato – girò nuovamente attorno al divano, lasciandosi cadere sui cuscini che, con un piccolo sbuffo, accolsero il suo peso.

Come se i problemi, la stanchezza e mille altre questioni irrisolte disseminate lungo la sua vita si fossero riversate sulle spalle tutte in quel momento, Alec permise alla nuca di posarsi leggera sullo schienale del sofà distendendo per un attimo i muscoli contratti del collo.

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