C'era un tempo, dove la mia vita non era così male.
Nonostante tutti mi chiamassero faccia di cavallo, e nonostante io non ne abbia mai capito il perché, non era tutto così orribile, nonostante i giganti premessero contro le mura, io avevo un posto dove tornare, nonostante il mondo vorticasse più veloce dei miei pensieri, avevo sempre un punto di riferimento.
Ma quella stella guida si spense presto, troppo presto.
Quella dolce stella lentigginosa di nome Marco.
Dio, solo parlarne mi fa star male.
Ma se ripenso a tutto quello che abbiamo passato...
Nel nostro paesino di campagna, dove trovavamo sempre un posto dove nasconderci per tenerci la mano, per baciarci e guardarci negli occhi, senza paura degli sguardi duri come roccia e delle parole taglienti come coltelli
Dove potevamo sdraiarci sotto il sole e guardare le nuvole, con l'erba morbida sotto le dita e i soffioni che ci solleticavano il viso
Dove, dopo tutti quegli anni che abbiamo passato a mangiarci di sguardi... Ci siamo concessi per la prima volta, l'uno all'altro, l'uno per l'altro, sotto un tappeto di stelle... Fu la prima e ultima volta
Dopo tutto questo, decidemmo che era tempo di lasciare la calma della periferia e andare in città, di arruolarci, di prendere un piccolo appartamento per noi due soli...
Ma tutto si spezzò
La luce che aveva accompagnato costantemente le nostre vite si spense
Oscurata dalle disgrazie
Morte
Sangue
Dolore
Speranze svanite
Sogni infrantiquel giorno, quel maledettissimo giorno, ci fu una strage e con tutti i cadaveri che dovetti vedere quello di Marco mi si parò davanti con la forza di un treno in corsa
Ricordo che dopo aver lasciato il nostro paese non ci tornammo più
Non insieme almeno
Io dovetti tornare, avrei voluto essere vigliacco, avrei voluto essere uno schifoso codardo senza orgoglio per trovare una scusa convincente, almeno per me stesso, per non rimettere più piede in quel dannato posto
Ma non ce la feci
Tornai e bussai alla porta della madre di Marco
Santa donna, è stata una madre anche per me
Quando aprì mi trovò in lacrime, mentre facevo il saluto
Per fortuna, non ebbe bisogno di spiegazioni, capì da sola
Da quel giorno tutto è buio e spento
Tutto è coperto da un manto di tristezza
So che se Marco fosse qui mi direbbe di andare avanti, perché lui sta bene
Ma io non ce la faccio
Sono un orribile egoista
Perché lo vorrei riavere accanto
Anche se significasse guardarlo soffrire tutti i giorni
Ma potrei accarezzargli le guance
Prenderlo per le spalle e baciarlo come ho fatto innumerevoli volte
Assaporare quelle sue labbra morbide come velluto contro le mie, secche e screpolate dal vento
Sentire il ritmico battito del suo cuore contro il mio petto, come una ninna nanna mentre dormiamo abbracciati
C'è un solo modo per riavere almeno parte di questo
Ed è raggiungere Marco, ovunque lui sia
Ecco perché sono qui, nella nostra casa sull'albero
Guardo la fune appesa al soffitto
È giunto il momento di fare l'ultimo passo verso ciò che c'è oltre questa vita
Oltre ciò che mi separa dall'unico essere che io abbia mai amato
Mi infilo la corda attorno al collo quando mi accorgo di star piangendo
Piango di gioia
Perché presto non sarò più solo
Perché presto non sarà più buio
Arrivo Marco
E questa volta non dovremo più soffrire, non dovremo vergognarci, non dovremo temere più nulla
Arrivo Marco, arrivo.
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Quando Tutto Era Sole || Jean X Marco || O.S.
FanfictionC'era un tempo, dove nella mia, nella nostra strada, c'era solo Sole, Sole e Luce, Luce calda e genuina Ma un giorno, le nostre strade si divisero... Per sempre