Prologo

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"Dobbiamo proprio partire?" Chiese Melissa, ormai scocciata.
"Andiamo, Mel! Sarà una vacanza fantastica. E poi vedrai i tuoi cugini dopo tanto tempo, non sei contenta?" Rispose subito il padre.
"Ti sembra che io sia contenta?"
"Tesoro, almeno fallo per me e per tua madre." La supplicò lui.
"Nonché tua moglie, Bart." Aggiunse la madre, detestava non essere ricordata come la moglie del signor Dacre, il più stimato dentista della città.
"Su,vai a preparare le valigie." Disse Bart alla figlia.
Melissa sbuffò e se ne andò, aveva capito che era inutile opporsi ai suoi genitori, avrebbe ricevuto solo punizioni come il ritiro del telefono o del computer,  e in una vacanza come quella non conveniva restare senza di loro, a meno che non volesse giocare a fare castelli di sabbia in riva al mare.

Il viaggio durò un'eternità. Quando la famiglia si fermò ad un Autogrill per fare una sosta,  Melissa si sgranchì le gambe ed entrò nel piccolo supermercato per prendere dei biscotti e per andare in bagno. Su uno scaffale erano esposti dei libri e uno tra questi in particolare attirò l'attenzione della bionda che tanto amava leggere. S'intitolava l'orizzonte dietro di noi e Melissa,che adorava le storie  d'amore, lo prese subito in mano e ne lesse una pagina a caso. Sua nonna le aveva insegnato che per riconoscere un libro bello bisogna leggerne una pagina qualunque e poi decidere se comprarlo o meno, in base all'idea che ti eri  fatta su di essa.

Ti amo senza sapere come, né quando, né da dove, t'amo direttamente senza orgoglio : così ti amo perché non so amare altrimenti; così che la tua mano sul mio petto è mia,così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
"Papà, vado a pagare un libro che ho trovato interessante. " esclamò poi, meravigliata dallo stralcio di parole che aveva appena letto.
"E i soldi?" Chiese il padre.
Lui era un uomo troppo legato al denaro, agli occhi di Melissa non riusciva a godersi la vita, era estremamente dipendente da quei pezzi di carta.
La ragazza, come al solito, non rispose e estrasse dal portafogli un bigliettone da dieci dollari per pagare.
Almeno avrò qualcosa da fare durante questa vacanza,che non si può definire vacanza Pensò poi.  
A pochi chilometri da Miami si poteva già sentire l'odore della salsedine invadere le narici, il rumore dei pub già aperti alle sei e mezza di sera e i clacson del traffico di città in un giorno festivo.
"Comunque, per vostra informazione, Miami non è un posto per famiglie. È pieno di fighi assurdi in tavola da surf, gruppi di ragazzi con una vodka in mano e prostitute sul ciglio della strada." Sputò Melissa poco prima di arrivare a casa. Sua madre la richiamò per aver utilizzato un linguaggio inappropriato per una sedicenne, ma lei non ci fece nemmeno caso, tanto era abituata. Era sempre stata la primogenita ribelle della famiglia, una ragazza trasgressiva e originale, sempre in contrasto con i genitori troppo severi. Suo padre, Bart Dacre, era il dentista più famoso della città di San Francisco e aveva ricevuto degli insegnamenti molto rigidi dalla sua famiglia. Sua madre, Catherine Dacre, era la figlia del notaio e si occupava della casa e delle faccende economiche, essendosi laureata in economia e commercio. Entrambi erano benestanti e dedicavano la maggior parte dei loro beni ai figli, per garantirgli il meglio. Melissa, Aaron e Ethan avevano, infatti, praticato moltissimi sport, da equitazione a baseball e stavano frequentando le scuole più prestigiose di San Francisco, a loro non mancava proprio nulla.
La casa era circondata da un enorme giardino che aveva sul retro una splendida piscina di acqua salata. L'erba era stata tagliata accuratamente dal custode e alcune piante creavano delle aree ombreggiate. Dal cancello principale, una stradina ciottolata accompagnava alla porta di casa ed era costeggiata da tante rose rosse piantate artificialmente. La villa era bianco panna ed aveva tre piani. Il salotto, la cucina, il bagno principale e la sala giochi occupavano il piano terra, le quattro camere, che avevano un bagno e una cabina armadio per ognuna, si trovavano al secondo piano e la palestra e la mansarda al terzo. Tutte le pareti della villa erano in panna e i mobili in legno bianco, eccetto la cucina che era in acciaio. Era arredata magnificamente. Quella casa era stata un regalo da parte dei genitori di Bart per i vent'anni di matrimonio tra il figlio e Catherine.
La camera da letto di Melissa era molto grande. L'enorme letto matrimoniale dalle coperte color lavanda dominava la stanza e ai suoi piedi un tappeto di pelo bianco si stendeva occupando buona parte del pavimento. Alla sua sinistra aveva la scrivania bianca con i particolari violetto e poco dopo una libreria personale. Alla sua destra c'erano invece la cabina armadio e il bagno. Melissa notò pure un piccolo frigorifero accanto al comodino. Davanti al letto c'era una porta-finestra con le tende di pizzo bianco che dava sul balcone, il quale si affacciava sulla spiaggia. Iniziò a sistemare i propri vestiti e si fece una doccia.
Quella sera nessuno sarebbe uscito di casa perché pensavano di riposarsi dopo il lungo viaggio e Bart noleggiò un film. Melissa però si rifiutò di guardarlo perché diceva che prima di tutto il genere che piaceva a loro era pessimo e poi perché era troppo grande per passare la serata con la famiglia allegramente. Lei stette in camera a leggere fin quando sentì un rumore provenire dalla finestra. Si sporse dal letto abbastanza da poter notare un pallone sul suo balcone. Uscì e respirò a pieni polmoni l'odore della salsedine poi lo raccolse e si guardò intorno per cercare il suo proprietario. Un ragazzo la richiamò
"hey quello è mio!" Era un ragazzo sui diciott'anni, con i capelli biondi e la carnagione abbronzata.
"Oh sì, scendo a riportartelo, attento però che se mi rompi la finestra mia mamma mi ammazza" rispose Melissa un po' imbarazzata dalla situazione.
Quando gli fu vicino poté notare i suoi luminosi occhi verdi e il suo meraviglioso sorriso. Era un bel ragazzo.
"Tieni questo è tuo" affermò lei porgendogli il pallone.
"Grazie, in realtà non sapevo che qualcuno abitasse lì, altrimenti non avrei-"
"Non preoccuparti, non abito qui comunque. Sono qui in vacanza"
"Ah e quanto stai qui?"
"Credo un mese se non succede qualcosa"
"Sei con la tua famiglia?"
"Purtroppo si, sarà la vacanza più lunga della mia vita. Ah e io sono Melissa" si presentò sorridendogli.
"Austin" rispose il ragazzo ricambiando il sorriso.
"Ti va di fare un giro? Sarà la prima volta che vedi Miami" propose lui.
"Ehm, si certo!" Accettò subito lei.
Camminarono un po' in riva al mare e si conobbero. I momenti di allegria si alternavano a momenti di imbarazzo ma fu una serata molto piacevole.





Spazio autrice:
Ciao a tutti! Questo era il prologo della mia prima (tecnicamente seconda) storia di wattpad! In questo breve capitolo Austin e Melissa si conoscono, dal prossimo inizierò a scrivere dal punto di vista di Melissa, in modo da risultare una lettura più scorrevole. Spero che questo inizio vi sia piaciuto!
Votate con una stellina🌟

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 19, 2016 ⏰

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