«Sei pronta?» domandò Stephen Colbert, mentre riordinava dei fogli di cartone tra le mani.
«No» rispose lei, facendo ridere il pubblico. Stephen la guardò sorridente, e cominciò con le domande.
«Dai, devi solo rispondere sinceramente alle domande. Nome?»
«Veronica»
«Cognome?»
«Leto»
«Data di nascita?»
«12 marzo 1991»
«Quindi, età?»
«Venticinque anni»
«Luogo di nascita?»
«Chicago, Illinois»
«Nomi dei genitori?»
«Shannon Leto» il pubblico applaudì al nome del padre di Veronica, e lei fece l'occhiolino alla prima persona che vide esultare «e Ester Zara»
«Percorso di studi?»
«Ho finito il liceo linguistico, e ho fatto i primi due anni di Filosofia all'Univerista di Firenze»
«Perché hai smesso?»
«Perché quello non era quello che volevo veramente. Non mi portava felicità, come pensavo»
«Cosa ti porta felicità?»
«Il viaggio»
«Parlaci di questo viaggio»
«È un viaggio che ho organizzato in sei mesi, e tocca venti paesi diversi. Una visita ai posti più spettacolari della Terra, per trovare quello che la felicità è seriamente»
«Perché fai il viaggio?»
«Perché è sempre stato il mio sogno. L'altro giorno zio Jared mi ha fatto vedere una cassetta che teneva a casa sua, dove lui riprendeva me e papà. Io avevo tipo...7 anni, okay? Roba del 1998. Stavo seduta in braccio a papà, e parlavamo, fino a che io non urlo —al mio solito, sono i geni italiani—» Stephen e il pubblico risero ancora, mentre lei parlava, «che quando sarò grande voglio fare un giro attarverso i posti più incredibili della Terra». Il pubblico si commosse in un "aww" che fece sorridere Veronica. «Okay, sono cose sparate da una bambina innocua e innocente in una calda giornata d'estate. Ogni genitore normale avrebbe detto "Ma sei pazza? Non abbiamo i soldi, devi lavorare, crearti una famiglia". Avrebbero sommerso quella bambina di aspettative e obblighi. Mio papà, invece, è un artista. Loro vedono il mondo diversamente, e lui, al posto di sommergermi, ha detto che lo renderà possibile»
«Chi non vorrebbe Shannon Leto come padre?»
«Ti giuro, Steph, io lo amo». Stephen scoppiò a ridere all'affermazione di Veronica, che si portò una tazza di caffè alle labbra.
«E dicci, com'è finita con Dylan?». Veronica spalancò gli occhi, mentre beveva un sorso di caffè americano.
«Penso ci abbia rinunciato dopo la quinta uscita» rispose lei, con un tono che fece ridere tutti. Anche lei non riuscì a non ridere. «Sai com'è, qualcuno voleva un'immensa voglia di una cosa che non avrebbe avuto facilmente, quindi se n'è lavato le mani, e mai più visto»
«Altri flirt di cui non sappiamo niente?»
«La mia vita amorosa è una linea piatta» aggiunse lei, sorridente.
«E perché? Insomma, sei forse una delle ragazze migliori in tutta America»
«Più che altro, Steph, sono io che respingo la maggior parte dei ragazzi»
«Non avevamo dubbi, Ronnie». Veronica scoppiò a ridere, portandosi le mani davanti alla bocca. «Ma perché?»
«Perché prima trovo me, poi mi faccio trovare dagli altri» rispose lei, con semplicità, come se fosse la cosa più normale da dire.
Stephen la guardò per qualche secondo sorpreso, prima di «Ora capisci perché ti conoscono?». Veronica e il pubblico risero, prima di continuare con le domande.
«Bene, passiamo alla domanda che tutti aspettano». Veronica sollevò un sopracciglio, incuriosita dalla domanda. «I nomi delle band che ascolti».
Veronica guardò prima Stephen, poi il pubblico, e strofinò le mani con un'espressione di sfida in volto. Risero tutti, prima che cominciasse a parlare.
«Allora, di sicuro Green Day, Linkin Park, Pink Floyd, The 1975 e Arctic Monkeys. Poi, dipende dai periodi. Per esempio, adesso ascolto ripetutamente Fall Out Boy, Queen, Circa Waves, Nirvana e Simon and Garfunkel». Il pubblico applaudì, con tanto di fischi. Veronica si portò le mani a contornare il viso, con un'espressione adorabile in faccia. Stephen la guardava soddisfatta.
«E che mi dici dei 30 Seconds To Mars?». Veronica lo guardò confusa, fingendosi in difficoltà.
«30 Seconds to-che?». Stephen rise, mentre Veronica continuava. «Mai sentiti, a dirla tutta». Stephen le schiacciò il cinque, incitando il pubblico ad applaudire. «No, seriamente. Non ascolto la band di papà e dello zio, perché è stranissimo. Sentire lo zio cantare quelle belle parole e poi alternare una parola a una parolaccia quando parla con me non è il massimo per il mio cervello». Poi, Veronica si voltò verso la telecamera e sorrise teneramente. «Se stai guardando, ti voglio bene zio Jar» precisò, mandando un bacio verso la telecamera.___[N/A]___
weeeeee, allora.
ecco la nuova storia. ho delle idee
abbastanza precise, quindi
spero di riuscire a sviluppare
bene questa storia, credo che
sarà una delle migliori che
abbia mai fatto.
comuuuunque, questo capitolo
è solo un elenco di cose che
servono per capire meglio il personaggio principale, Veronica. non la descriverò mai direttamente, perché voglio che voi la vediate come pensate la bellezza sia per voi.
(si capisce o farnetico?)alla prossima,
ro
(vedete che una questa storia spiegherò il mio nome su wattpad)