Un caldo raggio di sole si fece strada attraverso la finestra fino a posarsi sulla mia faccia. La luce ardente mi svegliò dal mio dolce sonno facendomi mormorare qualche bestemmia.
Mi alzai dal letto ancora assonnata e come per miracolo riuscì ad arrivare al bagno, dove mi aspettava una calda doccia. Rimasi immobile, le gocce d'acqua scendevano come una tempesta colpendomi, speravo inutilmente che potessero lavare anche i miei problemi.
Tra qualche ora partirò per Seattle, o meglio, per l'inferno.
Finito il bagno, presi l'asciugamano, lo arrotolai intorno al mio corpo e rimasi ferma di fronte allo specchio guardando il mio normale aspetto: grandi occhiaie si distendevano sotto i miei occhi marroni, l'acqua che gocciolava dai capelli castani cadeva sulla pallida pelle. Non ero una bellezza, ma nemmeno bruttissima, se devo scegliere una parola direi nella media.
Dopo che presi un paio di jeans skinny neri e una maglietta bordeaux, scesi in cucina per mettere qualcosa sotto i denti, avevo una fame da lupo, potevo mangiare per un intero esercito! E non esagero per niente.
Aprì il frigorifero per vedere con cosa potevo sfamarmi e trovai del prosciutto con il quale feci un panino, va bene, erano tre, ma questi sono dettagli.
Sentì dei passi molto conosciuti sulle scale, era mia madre. Anche la strega si era svegliata.
-Jade amore! Ti sei svegliata, piccola?- chiese con una voce disgustosamente amorevole.
-No, parli con il mio fantasma.- risposi seccata.
-Incominci già di prima mattina?- disse irritata.
-E di chi pensi sia la colpa? Sei tu che ti vuoi liberare di me.-
-Bada a come parli, sono tua madre.-
-Sei tutto tranne una madre.- continuai andando in camera mia e sbattendo la porta dietro di me, sentendosi un grande frastuono in tutta la casa.
Mi lasciai cadere pesante sul letto e con un immediato movimento mi asciugai una lacrima, senza darle tempo di scivolare sulla mia guancia.
"Ah! I panini..." fu il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi.
Era da tanto che non dormivo così bene, quando mi svegliai era già ora di partire. Mi cambiai di nuovo, perché ormai i vestiti erano pieni di pieghe; mi presi così una felpa blu scuro e dopo aver preso le valigie scesi in salotto dove mi aspettava mia madre per portarmi alla stazione dei treni.
Il viaggio in macchina fu silenzioso e l'atmosfera era estremamente pesante. Una mezz'ora insopportabile.
Quando vidi la stazione mi sentii molto sollevata, come se un peso si levasse dal mio cuore.Scesi dalla macchina, presi le valigie e cominciai a camminare verso la stazione. Non salutai mia madre.
Ad un tratto sentì una voce tremante pronunciare il mio nome, quando mi girai, vidi in piedi di fianco alla macchia la persona a me più cara piangere come se il mondo stesse per finire. Le amare lacrime incominciarono a scendere sulla mia guancia, una dopo l'altra. Lasciai cadere a terra le valigie e corsi subito da mia madre che mi strinse in un forte abbraccio.
-Mi mancherai tantissimo, cucciola!-
-Anche tu mi mancherai mamma!-
-Ricordati che io ti vorrò bene per sempre, io... Io lo faccio solo per il tuo bene, ti prego perdonami. Adesso vai, altrimenti perderai il treno.- disse asciugandomi le lacrime, seguendo una carezza.
Dopo questo ultimo saluto, lasciai la presa e mi allontanai da mia madre, presi le valigie e mi diressi all'interno della stazione.
Dopo un'ora di viaggio arrivai a Seattle, andai all' uscita della stazione dove avrei dovuto incontrarmi con mio zio.
Un sospettoso uomo alzò la mano come per salutarmi e cominciò a camminare verso di me con grandi passi, si stava avvicinando troppo! Avevo paura così incominciai a correre fin quando lo persi di vista.
Purtroppo l'uomo non fu l'unico che persi, mi ero persa anche io...Era la mia prima volta a Seattle e non conoscevo le strade, ma un colpo di genio mi svegliò: ho il telefono, posso chiamare lo zio! La fortuna però non era dalla mia parte, il mio cellulare era scarico.
Incominciai a camminare seguendo l'istinto. Presto fu buio, ero stanca, avevo freddo e la fame si fece sentire. Rimpiansi tantissimo di non aver mangiato quei panini. Vidi una panchina in un parco dove mi sedetti e in seguito penso di essermi addormentata.
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Non Mi Lasciare
RomanceJade Blue, una giovane delinquente, viene mandata da sua madre a vivere con suo zio, famoso scrittore, per cambiare il suo comportamento da ribelle. Nuova scuola, nuovi compagni e nuovi professori e come se non bastasse il suo coordinatore pare mol...