Giorno imprevisto

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Michela's pov
15 giorni dopo...

Mi siedo sulla mia scrivania dopo una stancante giornata di scuola. Manca solo un mese alla fine, ma sembra che il tempo rallenti. Guardo il telefono. Nemmeno una chiamata da quando se n'è andato, neanche il minimo messaggio. Mi avrà dimenticata? Non ho le forze per scoprirlo. Attacco il telefono al caricabatterie e mi sdraio un po' sul letto. Mi sento strana, come se desiderassi qualcosa, come se prevedessi il futuro. Chiudo gli occhi per cercare di ricordare quel desiderio ricorrente. Una luce. Un lampo e il buio totale. Cosa significa? Ci riprovo... Una persona con l'anima bianca. Un muro infinito e un'anima nera. Mh... Non mi dice niente. Ormai credo che i sogni mi vogliono dire qualcosa, ma non so cosa... Riesco a vedere tutto in bianco o in nero. Separati come se non si dovessero mai incontrare e io nel mezzo come a pareggiare le due cose.
Cosa sto dicendo? È impossibile che succeda davvero. Sono una persona normale. Il mio è un'atto egoistico. Non pareggio mai le cose. Sento il telefono vibrare. Mi alzo e spero. È un messaggio e il numero è sconosciuto.

Ti devo parlare. Alle 6 davanti alla scuola. N.

N? Chi è N? Chi mi deve parlare e di cosa? Scrivo un messaggio.

Chi sei?

Non risponde. Sono le 17:30. Ho mezz'ora. Non ce la farò mai. Tiro fuori una felpa e un paio di pantaloncini che arrivano fino al ginocchio, entrambi neri. Mi vesto velocemente ed esco fuori senza la minima importanza di come sono. Metto il cappuccio della felpa. Fa abbastanza freddo per colpa del vento, menomale ho portato la felpa. Mi incammino. Sono le 17:35, ce la posso fare.

Arrivo davanti la scuola. Non vedo nessuno. Mi metto a sedere sul muretto accanto all'albero e aspetto. Mi sento toccare la spalla da una mano. Mi giro pronta a difendermi. Era un ragazzo con il cappuccio. La testa era bassa, non riuscivo a capire chi era.

-Sei venuta.- disse. Come scordare quella voce.
-Daniele?- alza il capo e i suoi occhi color ghiaccio  mi colpirono. Il suo sorriso era appena accennato e dei suoi capelli si vedeva solo un ciuffo.
-Si, sono io.- disse ridendo.
-Allora perché c'era scritto N?- dissi ricordandomi il messaggio. Lui alza le spalle.
-Mi sarà scappato.- il suo sorriso mi attrae a lui e i suoi occhi non sono da meno.
-Cosa vuoi? Non dovrei neanche parlarti.- mi alzo dal muretto e mi incammino verso il lato opposto al suo. Sentii una mano prendermi e subito dopo mi ritrovai nelle sue braccia.
-No, scusa. Non andare.- disse lui. Rimango a fissarlo. Sono ad una vicinanza pericolosa. Se ne accorge e si tira indietro.
-Siamo partiti con il piede sbagliato noi due, ma infondo siamo uguali.- disse e mi porse la mano. Uguali? Non ho niente come lui, ma sembra cambiato. È successo qualcosa? Non voglio saperlo e comunque non mi fido di lui.
-Non credo che dovrei fidarmi di te, Francesco non vorrebbe...-
-E da quando lui decide chi puoi frequentare?!- disse freddo, quasi a voce alta.
Lo guardo male e lui si riscuote e si passa la mano fra i capelli.
-Scusa, scusa... Per favore, ricominciamo da capo.-
-Non so se fidarmi.- dico tenendolo d'occhio.
-Ti faccio vedere. Basta darmi una seconda possibilità.-
Mi guarda con occhi imploranti. Non so se fidarmi. Se lo perdono forse avrò una minima possibilità di parlare con Ares, ma Francesco mi ha sempre detto di stargli lontano. Uff... Non so che fare.
-Va bene. Una seconda possibilità.- a queste parole i suoi occhi si illuminarono e da quel blu spento si accesero in un celeste cielo.
-Davvero?- mi chiede incredulo. Non si aspettava una risposta positiva, neanche io se devo essere sincera.
Annuisco. -Ma devi smetterla di dare noia a Francesco, okay?-. Lui mi guarda inclinando la testa.
-Francesco? Io non gli ho mai fatto niente.- disse.
Non gli credo. Francesco sentiva soppresso da lui. Le voci. Quando è impazzito. Forse Francesco ha immaginato tutto. Forse Daniele non è così male.
-Okay.- dico. A Francesco non piacerà questo.
Mi porge il braccetto.
-Andiamo a prendere una cioccolata? Oggi fa un po' freddino.- disse con il sorriso mozzafiato. Annuisco, non può andare male questa serata no?
-Ti ricordi il bar dove ci siamo incontrati?-
Come faccio a dimenticarlo, sembrano passati anni da quando avevo lasciato Francesco. Quando avevo lasciato la mia vita a Los Angeles.
-Si, me lo ricordo.- dico guardandomi i piedi.
-Andiamo lì?- mi domanda guardandomi. Me lo chiede perché l'ultima volta mi aveva quasi aggredito? Non so se è una buona idea...
-Conosco un posto poco lontano da qui, magari andiamo là. Sono stanca e devo rientrare presto a casa...- dico con un sol respiro. Lui annuisce ad occhi bassi. Si aspettava davvero di ritornare in quel posto? Oppure ricorda cos'è successo? Camminiamo per un po' di metri.
-È qui!- dico alzando gli occhi all'insegna del grande bar. La rue. È un nome strano, soprattutto non ci sono mai stata. Anche lui alza gli occhi, guarda l'insegna e sorride mostrando i denti bianchi.
-Qui?- dice sorridendo e una grossa risata proviene dalle sue labbra.
-Questo è un bar di un mio vecchio amico.- continua. Io abbasso lo sguardo. Certo... Non potevo sceglierne uno dove non si conoscesse nessuno, no!
-Davvero?- riesco a dire sotto voce. Lui annuisce.
-Forse riesco a scroccargli qualcosa gratis.-. Un piccolo sorriso si fissa sulle mie labbra. Questa giornata non può andare peggio. Non c'è limite al peggio. Entriamo nel locale. È gigantesco. Già da fuori è grande, ma dentro è tre volte più grande. La luce bianca entra solamente dalle finestre poste in alto alle pareti e dal soffitto fatto interamente di vetro. Le pareti sono di un colore verde menta e i mobili e gli scaffali si accostano benissimo con un legno scuro. Anche il pavimento è fatto in parquet di legno scuro e tutto sembra così ben accostato.
-Daniele?- dietro di noi una voce sembra avanzare.
-Non ci posso credere!- un ragazzo passa tra la folla venendo da noi. È abbastanza alto e magro. Ha un ciuffo lungo di un colore scuro che gli ricade sulla fronte e vedendolo meglio anche gli occhi sembrano neri, anche se sono abbastanza grandi.
-Liu!- esclama Daniele e abbraccia l'amico dandogli una pacca sulla spalla.
-Da quanto?!- continua.
-Non lo so frate! A me sembra una vita.- tutti e due si mettono a ridere, mentre io non sto neanche capendo la metà della conversazione. Vorrei sparire e diventare invisibile trattenendo il fiato. Magari la prossima volta posso chiedere in prestito il mantello a Harry.
- Dan? Chi è lei? La tua ragazza? È carina!- disse... Liu?
-No, fra è un'amica.- gli rispose Dan.
Il suo amico si fa avanti, mi prende la mano e me la bacia inchinandosi. Non mi sembra possibile! Un altro imbecille.
-Ed è fidanzata.- disse Daniele guardandolo male.

-Lo so fra. Una ragazza del genere non può essere sola. Volevo solo salutarla come si salutano le belle ragazze!- disse. Non so perché, ma lui mi piace un pochettino di più, beh... Almeno non ci prova. Daniele alza le spalle, come indifferente.
-Ci puoi procurare due posti?-
-Venite! Anche se il locale è pieno, oggi, ve li posso prenotare due posti. Così ci raccontiamo un po' di cose.-... Pora me!

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora