Parte 21 Anno 2015 Jay

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La stringo a me, avvolgendole le spalle col braccio, mentre rievoco nella mia mente l'immagine di un documentario visto anni fa. Mamma aquila nascondeva i suoi piccoli sotto le sue possenti ali, per ostruire l'accesso a chiunque volesse far loro del male.

Sento il suo corpo esile, ancora tremante. È pallida. Spaventata. Ha gli occhi rossi e non dice una parola da troppo tempo, mentre io mi intrattengo con uno dei miei soliloqui.

Idiota! Non avresti dovuto lasciarla da sola! Perché non ti sei svegliato prima? Tu non eri quello che la doveva proteggere?

Certo un po' se l'è cercata... io ho provato a farle capire che non era una buona idea andare a dormire prima del tempo, da sola, lontano da me. Lei non mi ha degnato di uno sguardo, si è allontanata, sicura di sé...come se non avesse bisogno di nessuno! Ma con chi pensava di avere a che fare? Coi ragazzetti della scuola? Questa è gente tosta. Gente di strada! Gente che se ne frega di chi si trova davanti. Gente che calpesta chi gli si trova a tiro, senza farsene una colpa!

Sarebbe dovuta rimanere con me. Se fosse rimasta con me, avrei potuto vegliare su di lei, nessuno si sarebbe avvicinato. A Jay lo rispettano. Lo sanno cosa succede se non lo rispettano!

Quel Ranza è un cretino! E' sempre stato un cretino! Un poveraccio che per sentirsi forte ha bisogno di prendersela con le ragazzine! A chi altro potrebbe tenere testa quello smidollato?

La osservo ancora. Annuso il suo profumo: fresco, pulito. Ammiro la sua aria innocente, gentile, anche ora, anche dopo che la sua fiducia è stata tradita.

E' così diversa dalle ragazze che conosco!

Hanno cercato di rubarti la tua innocenza oggi, eh ragazzina? Ringrazia che c'era Jay!

Accidenti, non sopporto di vederla così! Non può stare muta per sempre!

"Erika, ascolta..."

Ha lo sguardo assente, perso nel vuoto. Ma mi sente?

Le afferro il mento con una mano, costringendola a incrociare i miei occhi, prima di continuare.

"Erika, mi vuoi ascoltare? Mi dispiace, ok? Non avrei dovuto portarti lì. Le cose sono andate diversamente da come mi aspettavo. Comunque tutto è bene quello che finisce bene, no? Alla fine sono arrivato in tempo, non ti basta?"

I suoi occhi fissano i miei, ma sembra non vedermi. E' persa in un altro mondo, lontano da qui.

D'istinto la prendo per le spalle e la scuoto, cercando di provocare una sua reazione:

"Erika, parla!"

L'unica cosa che ottengo, sono altre lacrime. Piange, sempre muta e raggomitolandosi su se stessa, si lascia cadere sul marciapiede.

"Erika, ora basta. Ti riporto a casa. Non puoi andare avanti così! Dimmi dove abiti!".

Mi ignora. Il suo silenzio mi spinge a frugare nel suo zaino per cercare indizi.

"Questo è il tuo telefono? Adesso chiamo tua madre e le dico di venirti a prendere!"

A quelle parole, riprende vita. Si alza di scatto e mi si scaraventa contro, scoppiando in un urlo isterico:

"Nooo! Ridammi quel telefono! Dammelo!" - strilla più volte tra i singhiozzi, mentre mi strappa il cellulare dalle mani.

"Ok. Ok. Calmati! Che vuoi fare allora?"

"Non lo so! Ma a casa non ci posso tornare! Non voglio!" - me lo dice gridando, disperata.

"Mi devi dire cosa vuoi fare!" - inizio anche io a spazientirmi. Odio sentirmi impotente, incapace di risollevarla da questo stato.

"Non lo so! Lasciami in pace!"

"Vuoi che ti lasci in pace? Come vuoi! Nessun problema. Resta sola. Io me ne vado!"

Mi guarda col terrore sul viso e piagnucolando mi implora:

"No! No! Ti prego non te ne andare!"

E così dicendo torna ad attaccarsi a me.

Sento una strana sensazione all'altezza del petto. Una sorta di batticuore. Per un attimo resto stordito. Poi senza sapere perché inizio ad accarezzarle la testa e le asciugo le lacrime col dito.

"Stai tranquilla. Sono qui. Non ti lascio. Ti ho fatto una promessa, ricordi? Jay mantiene sempre la sua parola! Vuoi ancora ritrovare tuo padre?"

"Sì" - lo dice come rinsavendo, ricordando finalmente perché si trova qui.

"Perfetto! Allora andiamo a cercarlo!"

Le sue labbra si increspano in un lieve sorriso e per qualche ragione vederla sorridere, fa sorridere anche me.

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Carissimi, come qualcuno mi ha fatto notare, avevo scritto questa parte dimenticandomi della personalità di Jay. E' pur sempre un ragazzo di strada e non può essere troppo dolce...spero che questa revisione si avvicini di più alla realtà. Bacioni

Un desiderio dentro al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora