Capitolo 5 - Sketch

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-Oh oh, benvenute focaccelle morbide morbide di Antonio Banderas. Spero che nessuno di voi soffra il mal di mare...-


MAD POV

Non riesco a credere a quello che è successo.

Mi ritrovo, senza preavviso, catapultata in una piccola imbarcazione ferma sul Tamigi, non molto lontano da Oxford.
Probabilmente è uno dei miei sogni.

Sì, devo essermi addormentata, non c'è altra spiegazione plausibile. L'ultima cosa che riesco a ricordare, prima di adesso, è l'espressione contrariata impressa sul volto di Charles.

Non dovevo baciarlo.

È stato un errore e solo adesso, lontana chissà quanti chilometri da lui, me ne rendo conto.

Mi volto quanto basta per scorgere, a pochi centimetri da me, altre tre persone: due ragazze e un ragazzo. Per quel poco che riesco a vedere, nessuno di loro ha un'aria... normale. Non so perché, ma le due donne sembrano nascondere qualcosa, e la cosa mi inquieta; non credo siano dei Varkaus, ma comunque non hanno un'aria amichevole. Ad attrarre la mia attenzione è però soprattutto il ragazzo, talmente bello da sembrare un divo del cinema: ha un fisico tonico, con degli addominali pronunciati, dei lineamenti perfetti e degli occhi chiarissimi...

Mi ricorda Matt.

Tento di mettermi in piedi, ma senza successo: nonostante le acque del fiume siano perfettamente calme, lo spazio a disposizione è troppo esiguo per consentirmi di spostarmi anche solo di pochi centimetri.
Provo ad incrociare lo sguardo di uno dei miei tre compagni di sventura, alla disperata ricerca di un sorriso, di un cenno di intesa, ma nessuno sembra fare caso a me: sono tutti impegnati a fissare, rapiti, la riva, per chissà quale motivo.

Potrebbe essere uno dei miei sogni, in effetti. Simile a quello ne "Il corvo" di Poe, in cui il mio corpo era totalmente trasparente al protagonista del componimento: un sogno in cui posso agire, insomma, ma senza determinare alcunché.

Non faccio in tempo ad abituarmi all'idea, che tra i miei pensieri fa capolino una voce. Per quanto mi sforzi di attribuire quel timbro ad uno dei passeggeri, ogni tentativo è infruttuoso: sono tutti in perfetto silenzio.

Sto forse impazzendo?

Marianne mi aveva parlato della possibilità di fare sogni in bianco e nero e del simbolismo ad essi correlato, ma non mi era mai capitato di immaginare voci.

Inizio a dubitare della mia sanità mentale.


CEDRICK POV

Non riesco a capire dove mi trovo, sembra una barca.

Mi guardo intorno cercando di orientarmi e sì, deve essere una barca.

Al suo interno siamo in quattro, riesco a vedere tre ragazze, le squadro una per una. Sono molto belle. Strabuzzo gli occhi per un attimo prima di accorgermi che i loro volti hanno qualcosa di strano: due di loro hanno dei tratti quasi animaleschi. Ma cos...?

Una voce richiama la mia attenzione, una voce femminile.

C'è troppo da metabolizzare: sono su una barca che naviga su un fiume, e nonostante sia cresciuto a due passi dall'Oceano, che imbarazzo... Non ho un buon rapporto con l'acqua, sto per vomitare.
In più, questa voce che mi rimbomba nella testa. Mi guardo intorno cercandone la provenienza, ma niente. Le tre ragazze mi guardano incuriosite, io ricambio i loro sguardi smarriti. Non ci capisco più nulla. Dovrei essere in vacanza con mia sorella, e con Alice, ma sono rinchiuso qui, ma perché?

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