Di un altro gatto, scelte affrettate e fughe mattutine

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One Shot sequel di "Di un gatto, quattro chiacchiere e mille pensieri"

Di un altro gatto, scelte affrettate e fughe mattutine.

Nonostante l'eternità dalla sua parte, Magnus aveva sempre alternato momenti in cui era solito fare dell'attesa la sua filosofia di vita a momenti in cui doveva avere tutto, subito e soprattutto senza la benché minima valutazione delle conseguenze.

Era saltato a piè pari in una di queste seconde fasi da quando quella ragazzina pel di carota e la sua allegra brigata ricca di variegati elementi avevano incrociato la sua strada.

Chissà per quale motivo l'amata e riflessiva attesa, sua amica fedele almeno nell'ultimo secolo, era divenuta d'un tratto monotona e tediosa?

Intanto, lo stregone aveva riscoperto la frenesia che da parecchio si era sopita.

Aveva giocato, aveva flirtato spudoratamente – anche se a volte il dubbio che Alec, quell'Adone di shadowhunter, potesse non essersene neppure vagamente accorto faceva capolino tra i suoi pensieri – arrivando a donare al giovane la chiave del suo appartamento con la speranza che l'avrebbe usata il prima possibile.

E, doveva ammetterlo, le sue aspettative erano state ripagate, anche se non nel modo che aveva immaginato.

Un paio di sere dopo la colazione improvvisata, Magnus aveva ricevuto un'altra sorpresa.

Alec era piombato nel suo loft non per un romantico tete à tete o per un invito a cena con dessert, ma per il semplice fatto che il suo compare era stato ferito ed era alquanto malridotto.

Il giovane Lightwood non aveva domandato nessun favore e neppure una guarigione miracolosa, ma aveva richiesto solo un attimo di tempo per riprendere fiato e consentire alla iratze che aveva appena tracciato sul braccio di Jace di adempiere ai suoi doveri.

Mentre ciò avveniva, Alec prese a raccontare che si erano imbattuti, ad un paio di isolati di distanza, in un gruppo di demoni minori ma, che dopo averne uccisi alcuni erano stati costretti alla fuga dal sopraggiungere di un altro gruppo di demoni.

Magnus aveva accolto con piacere quell'improvvisata, non solo perchè gli aveva permesso di rivedere il moro, ma anche per ciò che sottendeva: il nephilim aveva visto casa sua come una circostanza positiva, utile e di cui potersi fidare e, per questo, non si lagnò neppure degli scontrosi borbottii che Jace elargì durante la sua intera permanenza.

Dopo quella visita inaspettata, tutto era però tornato noioso e malinconico per l'immortale.

Niente Alec, niente sorrisi e rossori imbarazzati, niente addominali da poter osservare casualmente in giro per casa.

Un bel giorno, mentre svogliatamente carezzava il Presidente Miao che sonnecchiare su un sontuoso cuscino su cui era ricamato il suo nome, l'eterno addivenne a una quanto mai devastante verità: la sua vita non era mai stata così piatta e inutile.

Doveva assolutamente porre rimedio a quella patetica condizione.

***

Nel silenzio che riempiva solitamente la propria camera – fatte salve le eccezioni che vedevano sua sorella ciarlare di mille cose di solito per lui poco interessanti – Alec se ne stava steso sul letto, nella luce calda e leggera dell'imbrunire che scemava di attimo in attimo, con un braccio piegato dietro la testa e concentrato nel rigirarsi tra le dita quella che, a prima vista, poteva sembrare null'altro che una ordinaria chiave dorata.

Dal momento stesso in cui l'aveva ricevuta in dono, aveva riversato su di essa mille dubbi e mille pensieri.

Non avrebbe dovuto accettarla.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 19, 2016 ⏰

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