Ormai eravamo in macchina da tre quarti d'ora, e la città stava dando spazio alla natura. Non avevamo la minima idea di dove andare, cosa fare... sapevamo solo che dovevamo allontanarci il più possibile dalla Grande Mela. Decisi di inserire della musica, almeno avremmo ascoltato qualcosa durante il viaggio, e mentre ascoltavo le note di 'Show Me Love', le palpebre iniziarono a farsi pesanti, scivolando tra le braccia di Morfeo.
<<Jessica! Aiutami, ti prego!>>, era Jennifer che implorava il mio nome. Mi trovavo alla pizzeria, e tutto intorno a me si dipingeva di rosso fuoco e giallo intenso. Le fiamme stavamo praticamente divorando la piccola cucina, e le mie colleghe erano uscite, grazie al cielo.
<<Dove diamine sei? Non vedo niente con tutto questo fumo!>>, tossì appoggiandomi a terra e strusciare nella ricerca della ragazza.
<<Sotto il tavolo!>>, urlò in preda al panico. La raggiunsi e, con tutte le mie forze, cercai di trascinarla fuori dal locale.
<<E ora cosa ne sarà di noi?>>, sussurrai guardando lo scenario che si stava mostrando dinanzi a me. Sentì picchiettarmi la spalla, e per istinto, mi voltai.
<<Vieni con me. Vivremo felici>>. Il sorriso rassicurante di Justin, mi fece dimenticare tutto.
<<No! Non portarla via!>> esclamarono le ragazze e mia zia, che non sapevo da dove fosse uscita. Io ero in trance, e seguivo la mano del ragazzo, che aveva avvolto la mia in una presa sicura.
<<Jess...>>. E ora chi era? Aprì lentamente gli occhi, e vidi Juss che mi stava guardando con un ampio sorriso.
<<Che... che ore sono?>>, chiesi sconnessa con la voce impastata dal sonno.
<<Sono le nove del mattino. Ti va di fare colazione?>>, volevo rispondere di no, ma lo stomaco mi precedette, brontolando animatamente. <<Scendi, così ti sgranchisci anche le tue gambe mozzafiato>>, mi suggerì scendendo dalla vettura.
Odiavo alzarmi in quel momento perché quell'automobile era straordinariamente comoda, ma dovevo, o il mio pancino ne avrebbe pagato le conseguenze! Scesi anch'io e mi stiracchiai come se mi avessero passato un ferro da stiro per tutto il corpo, il tutto accompagnato con un sonoro sbadiglio. Justin mi raggiunse prendendomi in vita, e sussurrò un qualcosa del tipo 'sei incantevole', o una cosa del genere... non capivo molto in quel momento perché ero sia mezza addormentata, che storidita... e terrorizzata da quell'incubo. Uh, anche eccitata per la vicinanza del ragazzo, e, ovviamente, affamata... visto che non mettevo qualcosa sotto i denti da chissà quanto! Quindi, lascio immaginare ciò che ho potuto capire dalle sue labbra. Che, ovviamente, volevo su di me. Non le assaporavo da un'eternità!
A quanto pareva, aveva letto nei miei pensieri, perché si stava avvicinando lentamente, facendo sfiorare entrambe le bocche. Okay, non resisto! Prendo il suo capo con delicatezza, e lo avvicinai a me, premendo a fondo per intensificare il bacio. Altro che colazione, questo è molto meglio!
<<Non ti assaggiavo così da un pezzo, piccola>>, mormorò avvicinandosi una seconda volta per far scontrare di nuovo le nostre lingue in una battaglia armonica. <<Hai fame>>, di te molta, credimi ma se avrei risposto così, mi avrebbe reputato come una pazza. Annuì entusiasta, e ci dirigemmo, mano nella mano, verso un piccolo bar in una città sconosciuta.
Ordinammo dei sandwich, succhi di frutta e qualche piccola pasta al cioccolato. Avevo talmente fame, che per un attimo stavo ingoiando sia salato che dolce insieme! Non riuscivo ad essere elegante già di mio, figurarsi in quella situazione di fame assoluta. Justin rideva della situazione, ma da rigoroso tricheco affamato, mangiai anche il suo dolce perché si sà, chi dorme, non piglia pesci!
<<Cosa faremo adesso?>>, chiesi nel vago con il suo dolcetto in bocca, che intanto colava un pochino di cioccolata dalla bocca.
<<Ehm, non credo che sia il momento giusto per parlarne. Siamo in un luogo pubblico>>. Cosa intendeva dire? Siamo seguiti o spiati dalla CIA? Oppure da uno dei suoi ex scagnozzi? Scacciai quel pensiero, e continuai a masticare pensierosa, mi asciugai il cioccolato colato e lui andò a pagare.
Una volta saliti in macchina, iniziò a parlare <<ci trasferiremo a Los Angeles, lì abitano i miei zii con cui ho contatto, ricordo dove abitano e sono abituati ai miei comportamenti da 'ragazzino ribelle'. Ci ospiteranno di certo, e non preoccuparti per lo spazio. Hanno una casa bella grande>>.
<<Perché allora non vivi da loro?>>, mi uscì spontanea quella domanda, e vidi il suo viso incupirsi. Forse non avrei dovuto chiederglielo...
<<È una lunga storia, Jess>>, mi liquidò. Traduzione: non sono cazzi tuoi. Decisi di rimanere zitta e guardare fuori dal finestrino, evitando di buttare benzina sul fuoco. <<Come ti senti?>> chiese di punto in bianco.
<<Confusa>>, risposi tagliando corto. Non gli avevo rivolto la parola da quando gli avevo fatto quella domanda. E poi, non avevo nulla da dirgli.
<<In proposito di cosa?>>, avrei tanto voluto rispondergli 'lunga storia', ma non volevo abbassarmi al suo livello e accendere una discussione.
<<Beh, sulla nuova vita, su come vivremo, e non so neanche se staremo bene insieme... ne abbiamo passate talmente tante, che ci sono state più lacrime amare, che dolci baci>>. Risposi così, le parole mi venivano da sole, e decisi poi di prendere il mio cellulare tra le mani, ignorando totalmente il ragazzo accanto a me. Lui non riprese a parlare, ed io non approfondì il discorso.
Non aprivo Tumblr dall'ultima volta che ho incontrato Juss, e ne sentivo la mancanza. Era come un calmante per me, mi faceva star bene perché molte persone che hanno alle loro spalle una storia simile alla mia, non mi facevano sentire sola e unica al mondo che ha affrontato un'atrocità simile. Ed era ingiusta. Rebloggai diverse foto, o frasi che descrivevano il mio stato d'animo, e mi sentivo più sollevata ogni volta che le persone mi contattavano, chiedendomi cosa avessi. A tutti scrissi semplicemente "Ho perso tutto in meno di ventiquattr'ore, ma spero che questo amore malato si sani presto". Poi, ovviamente mi chiedevano dettagli, ad alcuni rispondevo, e mi davano persino consigli su come affrontare i problemi futuri. E questo lo apprezzavo davvero tanto.
STAI LEGGENDO
Tumblr |Justin Bieber|
FanfictionJessica Albert, o meglio conosciuta come JessieLove, è una giovane diciottenne con una perversa passione per il sesso e le sue foto esplicite che pubblica scrupolosamente su il famoso social network Tumblr. Un giorno, Justin Bieber, deciderà di cont...