Sembro una bambina piccola, mentre scendo le scale 2 gradini per volta. Amo farlo, diciamo fa parte di me. Dopo aver finito l'enorme scalinata di casa Drew, apro la porta e aspetto Michelle, che mi mormora un grazie. Non capirò mai quella ragazza. Esco nel giardino dove un cane mi guarda con disinteresse.
Bene.
Percorro il vialetto, trovandomi davanti all'enorme cancello che riporta incise le iniziali"D&M" cioè David e Molly, il padre e la madre di Michaelle. Spingo un pulsante e l'imponente cancello si apre, riportandomi alla realtà.
Salgo sulla macchina rossa posteggiata vicino alla siepe, e aspetto Michelle.
Sale nell'auto e accende tutto. Io non mi azzardo a parlare, so che non servirebbe a niente perché mi zittirebbe. Non so perché mi ostino a fare da 'compagna di studio' a Michaelle.
Guardo fuori dal finestrino e vedo scorrere i paesaggi, tutto mi sembra così surreale, come se fossi in un sogno. Ma purtroppo non è così, e, quando la macchina si ferma vicino ad un palazzo, scendo e sussuro un ' ciao' a Michaelle. Lei mi risponde con un cenno del capo e se ne va.Sono di nuovo sola, e di nuovo qui davanti. Diciamo che non è propio il tipo di luogo che preferisco, ma, è il mio destino. Cammino a testa bassa, tenendomi vicina al muro. Mentre cammino tiro fuori il telefono dalla tasca e guardo i messaggi.
Lea:
Stasera ci sei?
Non credo.
Ti odio
Lo so.
Rispondo sarcastica, la mia migliore amica sa che mi deve amare propio per questo. Penso alla faccia di Lea quando leggerà il messaggio. Comunque, non andrò a quella stupida festa. Non oggi. Non dopo quello che è successo l'ultima volta. Cerco di cacciare indietro le lacrime, ma non ci riesco. Tiro su il cappuccio della felpa, così non mi vedono. Almeno credo che non sia così. Perché fatti 10 metri qualcuno mi toglie il cappuccio. Alzo la testa e vedo con dispiacere che 'James' il più antipatico,Nerd,noioso della scuola, è propio qui davanti a me. Lancio uno sbuffo di disapprovazione, mentre aspetto la solita risata e la presa in giro."Perché piangi Isa?" Isa? Da quando mi chiama così? Di solito sono 'il casino Isabella' o 'isabrutta' detto all'italiana. Sgrano gli occhi e lo guardo con interesse. I capelli marroni sono disordinati, e gli occhi blu, sotto gli spessi occhiali neri, mi fissano. "Non sono affari tuoi, James!" me ne esco irritata. Lo odio. Cammino svelta, e prima che lui possa raggiungermi, entro nel...Ok, sono cattiva. Va beh, spero la storia vi piaccia! Capitolo corto per l'introduzione.
-Polpoblu-